Programma

SCARICA E DIFFONDI “L’ITALIA DI CUI ABBIAMO BISOGNO” -

La ver­sio­ne este­sa del pro­gram­ma è acces­si­bi­le qui

Indice

Premessa

1. Ricompensare e rispettare il lavoro

2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà

3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo

4. Migliorare la sanità e la pubblica amministrazione

5. Ridare dignità all’istruzione e investire nella ricerca

6. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali

7. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica

8. Proteggere l’ambiente e sostenere l’agricoltura

9. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo con al centro la cultura

10. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo

11. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa

12. Far crescere i diritti e le libertà

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Premessa

Que­sto è un pro­gram­ma diver­so da quel­lo degli altri par­ti­ti che si pre­sen­ta­no alle ele­zio­ni del 25 set­tem­bre. È l’unico pro­gram­ma paci­fi­sta e con­tro le guer­re, per la fra­tel­lan­za uni­ver­sa­le, la giu­sti­zia socia­le, eco­no­mi­ca ed ambien­ta­le, con­tro cor­ru­zio­ni e mafie. È un pro­gram­ma che con­si­de­ra prio­ri­ta­ria l’attuazione del­la Costi­tu­zio­ne Ita­lia­na, e non più solo la sua dife­sa. È un pro­gram­ma che non par­la a chi ha gran­di ric­chez­ze, pote­re e pri­vi­le­gi, ma al pae­se rea­le. Un pro­gram­ma che si occu­pa dei biso­gni essen­zia­li di chi lavo­ra ogni gior­no (spes­so trop­pe ore per pochi sol­di), di chi vor­reb­be lavo­ra­re ma il lavo­ro non l’ha più, di chi è pre­oc­cu­pa­to per i prez­zi del­le bol­let­te che aumentano. 

È un pro­gram­ma scrit­to per chi aspet­ta trop­po tem­po per esse­re cura­to, intrap­po­la­to nel­le code infi­ni­te del­la nostra sani­tà mal­trat­ta­ta. Per chi dopo quest’estate roven­te è seria­men­te pre­oc­cu­pa­to per la salu­te del pia­ne­ta e per il futu­ro del­le nostre figlie e dei nostri figli. Per chi è con­tra­rio alla guer­ra, e vuo­le un impe­gno serio per una solu­zio­ne diplo­ma­ti­ca. Per chi pen­sa che le enor­mi disu­gua­glian­ze socia­li del mon­do di oggi sia­no tan­to ingiu­ste quan­to inef­fi­cien­ti per l’e­co­no­mia. Per chi è rima­sto sen­za lavo­ro a cau­sa del­la chiu­su­ra o delo­ca­liz­za­zio­ne di un’impresa.

Que­sto pro­gram­ma è per la mag­gio­ran­za socia­le del nostro pae­se, per costrui­re insie­me l’Italia di cui abbia­mo urgen­te­men­te biso­gno e rico­min­cia­re a guar­da­re con fidu­cia al futu­ro. È sta­to scrit­to dal­la socie­tà civi­le con il con­tri­bu­to di tan­ti esper­ti, e si com­po­ne di 120 pro­po­ste orga­niz­za­te in 12 capitoli.

Sono pro­po­ste ambi­zio­se, ma neces­sa­rie per affron­ta­re i pro­ble­mi di lun­go cor­so del nostro pae­se e le nuo­ve emer­gen­ze degli ulti­mi anni. È un pro­gram­ma visio­na­rio e allo stes­so tem­po con­cre­to, che con­si­de­ra prio­ri­ta­rio il dirit­to alla feli­ci­tà.

Col soste­gno dell’elettorato voglia­mo apri­re la stra­da a un’Italia più giu­sta che guar­da al futu­ro: in pri­ma linea nel­la lot­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca, per una vita degna e una socie­tà libe­ra. Voglia­mo inne­sca­re una rivo­lu­zio­ne cul­tu­ra­le che met­ta al cen­tro la per­so­na e la lot­ta per idi­rit­ti. Uni­sci­ti a noi, aiu­ta­ci a rea­liz­za­re il pro­gram­ma di Unio­ne Popo­la­re: un’Italia miglio­re ci aspetta.

1. Ricompensare e rispettare il lavoro

  1. Intro­du­zio­ne di un sala­rio mini­mo lega­le di alme­no 10 euro lor­di l’ora (1600 euro al mese) riva­lu­ta­to annual­men­te, per met­te­re fine al lavo­ro pove­ro e uti­liz­za­re il rial­zo di tut­ti i sala­ri anche come mez­zo di poli­ti­ca indu­stria­le, per spin­ge­re le impre­se ver­so pro­du­zio­ni a più alto valo­re aggiun­to. Ridu­zio­ne degli ora­ri di lavo­ro anche per garan­ti­re la cura dei dirit­ti plu­ri­mi del­le per­so­ne: lavo­ra­re tut­ti e lavo­ra­re meno.
  2. Ren­de­re nuo­va­men­te il con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to la for­ma con­trat­tua­le stan­dard, in pri­mo luo­go abo­len­do il Jobs Act e tut­te le leg­gi che han­no incen­ti­va­to la precarietà.
  3. Limi­ta­re l’uso del con­trat­to a tem­po deter­mi­na­to a due soli casi spe­ci­fi­ci (sul model­lo del­la rifor­ma di Yolan­da Diaz in Spa­gna): per cir­co­stan­ze straor­di­na­rie lega­te alla pro­du­zio­ne e per moti­vi con­trat­tua­li o di legge.
  4. Raf­for­za­men­to degli ispet­to­ra­ti del lavo­ro per far rispet­ta­re le leg­gi sul­la sicu­rez­za e i dirit­ti del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­to­ri, con l’assunzione di 10.000 ispettori.
  5. Resti­tu­zio­ne del col­lo­ca­men­to al lavo­ro al set­to­re pub­bli­co e ridu­zio­ne del ruo­lo del­le agen­zie private.
  6. Pia­no di assun­zio­ni da 1 milio­ne di per­so­ne nel pub­bli­co impie­go per avvi­ci­nar­si alla media euro­pea di impie­ga­ti pub­bli­ci per abi­tan­te, con un impe­gno par­ti­co­la­re in scuo­la e sani­tà per ridur­re le atte­se per cure ed esa­mi e l’affollamento nel­le classi.
  7. Obbli­go di appli­ca­zio­ne di sala­ri e con­di­zio­ni con­trat­tua­li sta­bi­li­te dal con­trat­to col­let­ti­vo di set­to­re anche per i lavo­ra­to­ri interinali.
  8. Ripri­sti­no del­la respon­sa­bi­li­tà in soli­do del com­mit­ten­te per tut­ti gli appal­ti di manodopera.
  9. Abo­li­zio­ne del­la leg­ge For­ne­ro per giun­ge­re all’età pen­sio­na­bi­le di 60 anni o 35 anni di con­tri­bu­ti, con tet­to mas­si­mo alle pen­sio­ni alte che pesa­no mol­to sul­la spe­sa pensionistica.
  10. Ina­spri­men­to del­le pene per il man­ca­to adem­pi­men­to degli obbli­ghi rela­ti­vi al dirit­to del­la­vo­ro e alla tute­la del­la salu­te e sicu­rez­za del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­to­ri, a par­ti­re dal DDL“Omicidio e lesio­ni sul lavoro”.

2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà

  1. Lot­ta all’inflazione con eli­mi­na­zio­ne dell’IVA su pro­dot­ti di pri­ma neces­si­tà ali­men­ta­ri (es. pane, pasta, lat­te). Rein­tro­dur­re un mec­ca­ni­smo auto­ma­ti­co di ade­gua­men­to dei sala­ri all’aumento del costo del­la vita (sca­la mobile).
  2. Tet­to dura­tu­ro al prez­zo del gas per cal­mie­ra­re le bol­let­te (su model­lo di Spa­gna e< Por­to­gal­lo già appro­va­to dal­la Com­mis­sio­ne Europea).
  3. Tas­sa­zio­ne degli extra pro­fit­ti del­le azien­de ener­ge­ti­che (pas­san­do dal 25% del gover­no Dra­ghi al 90%) per aiu­ta­re fami­glie e imprese.
  4. Por­ta­re il Red­di­to di cit­ta­di­nan­za da 780 a 1000 euro al mese; innal­za­re la soglia di acces­so ISEE da 9360 a 12.000 euro e ren­der­lo una misu­ra indi­vi­dua­le e non esclu­si­va­men­te lega­ta al nucleo fami­lia­re. Intro­dur­re il red­di­to dome­sti­co per garan­ti­re digni­tà a ogni persona.
  5. Pro­gram­ma di costru­zio­ne di 500.000 nuo­vi allog­gi pub­bli­ci per affron­ta­re la gra­ve caren­za di case a cano­ne socia­le e garan­ti­re una dimo­ra a chi non rie­sce ad aver­la a prez­zi di mer­ca­to. A con­su­mo di suo­lo zero anche con la ricon­ver­sio­ne ad allog­gi di edi­li­zia popo­la­re del patri­mo­nio pub­bli­co, di enti e di gran­di pro­prie­tà pri­va­te com­pa­ti­bi­li con la resi­den­za. Pia­no di manu­ten­zio­ne ordi­na­ria e straor­di­na­ria di allog­gi vuo­ti da anni per loro imme­dia­ta asse­gna­zio­ne alle fami­glie in gra­dua­to­ria comu­na­le. Nes­su­na fami­glia sen­za casa, nes­su­na casa sen­za famiglia.
  6. Aumen­to del­le pen­sio­ni mini­me a 1000 euro al mese e intro­du­zio­ne per le pen­sio­ni futu­re di un mas­si­mo di pen­sio­ne e di cumu­lo di trat­ta­men­ti pen­sio­ni­sti­ci pari a 5000 euro mensili.
  7. Soste­gno ai lavo­ra­to­ri auto­no­mi e lot­ta con­tro le impre­se che costrin­go­no ad apri­re par­ti­te IVA spo­stan­do così sul­le lavo­ra­tri­ci e sui lavo­ra­to­ri i rischi di impre­sa. Soste­gno alle impre­se che assu­mo­no gio­va­ni anche con ridu­zio­ne del­la pres­sio­ne fisca­le e sem­pli­fi­ca­zio­ne ammi­ni­stra­ti­va e burocratica.
  8. Uni­for­ma­re il trat­ta­men­to pre­vi­den­zia­le dei lavo­ra­to­ri auto­no­mi a quel­lo dei lavo­ra­to­ri dipen­den­ti, con esten­sio­ne dell’indennità di mater­ni­tà e malattia.
  9. Per­se­gui­re poli­ti­che orien­ta­te a rie­qui­li­bra­re le dispa­ri­tà tra Nord e Sud del Pae­se, a par­ti­re dal­la spe­sa pub­bli­ca, al con­tra­rio di quan­to suc­ces­so con il PNRR, che ha sacri­fi­ca­to le regio­ni meri­dio­na­li. Supe­ra­re il siste­ma scel­le­ra­to del­la spe­sa sto­ri­ca per il qua­le chi più ha più avrà e chi meno ha meno ottie­ne. Fare­mo esat­ta­men­te il contrario.
  10. Soste­ne­re i comu­ni, soprat­tut­to pic­co­li, e le aree inter­ne e peri­fe­ri­che del Pae­se, con­tro il cen­tra­li­smo buro­cra­ti­co sta­ta­le e gli appa­ra­ti di pote­re regio­na­li. Soste­gno eco­no­mi­co ai comu­ni, con più pote­re ai sin­da­ci e più tute­le, quin­di miglio­ri ser­vi­zi loca­li e miglio­re qua­li­tà del­la vita per gli abi­tan­ti del­le nostre comunità.

3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo

  1. Stop imme­dia­to dell’invio di armi a tut­ti i pae­si in guer­ra e riti­ro dei sol­da­ti all’estero se non< auto­riz­za­ti dall’ONU che va raf­for­za­ta e sot­trat­ta ai veti incro­cia­ti del­le superpotenze.
  2. Svi­lup­pa­re un for­te impe­gno diplo­ma­ti­co per la pace in Ucrai­na e per la disten­sio­ne nel con­flit­to tra Cina e Sta­ti Uni­ti. Usci­re dal­la coa­li­zio­ne in guer­ra nel cuo­re dell’Europa e lavo­ra­re per la neu­tra­li­tà dell’Ucraina. Per un’Europa uni­ta nel­le sue diver­si­tà, dal Por­to­gal­lo alla Rus­sia, con­tro ogni nuo­va guer­ra fredda.
  3. Ope­ra­re per il supe­ra­men­to del­la NATO, per la sovra­ni­tà nazio­na­le con lo stop ad armi nuclea­ri nel nostro Pae­se e per soste­ne­re poli­ti­che di disar­mo a livel­lo glo­ba­le, oppo­nen­do­si all’aumento del­le spe­se mili­ta­ri al 2% del PIL e impe­gnan­do­si alla pro­gres­si­va ridu­zio­ne del­le stes­se. Fir­ma imme­dia­ta del trat­ta­to di mes­sa al ban­do del­le armi nuclea­ri. L’Italia dovrà esse­re sen­za bom­be ato­mi­che e pro­mo­tri­ce di una con­fe­ren­za inter­na­zio­na­le per il disar­mo e la denu­clea­riz­za­zio­ne dell’Europa. Sare­mo ami­ci di ame­ri­ca­ni, rus­si e cine­si, mai più sud­di­ti e subal­ter­ni di nessuno.
  4. Ren­de­re l’I­ta­lia una nazio­ne auto­no­ma e auto­re­vo­le, che difen­de la pace e i dirit­ti dei popo­li, e non gli inte­res­si del­le gran­di poten­ze, per un siste­ma inter­na­zio­na­le del­le plu­ra­li­tà e mul­ti­la­te­ra­le con­tro ogni for­ma di imperialismo.
  5. Resti­tui­re al nostro pae­se auto­no­mia stra­te­gi­ca nel­le sue rela­zio­ni inter­na­zio­na­li in Euro­pa e nel Medi­ter­ra­neo, per costrui­re l’Europa dei popo­li, del­la fra­tel­lan­za uni­ver­sa­le, del­la giu­sti­zia ambien­ta­le, socia­le ed eco­no­mi­ca, non più solo del­la mone­ta uni­ca, del­la libe­ra cir­co­la­zio­ne di capi­ta­li e mer­ci e dei vin­co­li finanziari.
  6. Ope­ra­re a livel­lo euro­peo per una rifor­ma in sen­so demo­cra­ti­co del­le isti­tu­zio­ni di Bru­xel­les con abban­do­no com­ple­to del­le poli­ti­che di auste­ri­tà e lot­ta alle lob­by che influen­za­no la poli­ti­ca del­la UE. Dare al Par­la­men­to euro­peo più cen­tra­li­tà e for­za rispet­to al ruo­lo del­la Com­mis­sio­ne europea.
  7. Lavo­ra­re per il supe­ra­men­to del­le poli­ti­che di bilan­cio sta­bi­li­te dall’accordo di Maa­stri­cht e dal seme­stre euro­peo. Respin­ge­re, in par­ti­co­la­re, i vin­co­li libe­ri­sti del Trat­ta­to e ripri­sti­na­re la Costi­tu­zio­ne del 1948 eli­mi­nan­do il vin­co­lo euro­peo lad­do­ve in con­tra­sto ai prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la Costi­tu­zio­ne anti­fa­sci­sta e il pareg­gio di bilan­cio intro­dot­to nel 2012.
  8. Abo­li­zio­ne del MES (Mec­ca­ni­smo euro­peo di sta­bi­li­tà) ed esclu­sio­ne di ogni ricor­so a esso. 
  9. Ope­ra­re per la modi­fi­ca dei trat­ta­ti affin­ché la Ban­ca Cen­tra­le Euro­pea pos­sa favo­ri­re poli­ti­che indu­stria­li soste­ni­bi­li da un pun­to di vista ambien­ta­le. Intan­to la BCE deve con­ti­nua­re ad acqui­sta­re tut­ti i tito­li di Sta­to neces­sa­ri e non su richie­sta e con condizionamenti. 
  10. Rico­no­sci­men­to del­lo Sta­to di Pale­sti­na e soli­da­rie­tà con tut­ti i popo­li oppres­si, a comin­cia­re da quel­lo cur­do. Costru­zio­ne di un fron­te paci­fi­sta inter­na­zio­na­le per la rea­liz­za­zio­ne di un model­lo di svi­lup­po che sal­vi il pia­ne­ta da guer­re, ingiu­sti­zie socia­li ed eco­no­mi­che e deva­sta­zio­ni ambientali.

4. Migliorare la sanità e la pubblica amministrazione

  1. Rico­stru­zio­ne del Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­na­le uni­co per tut­te le regio­ni, supe­ran­do la con­tro­ri­for­ma del 2001, eli­mi­nan­do l’aziendalizzazione e tor­nan­do alle USL con con­trol­lo demo­cra­ti­co del ter­ri­to­rio. Ripri­sti­na­re l’intera filie­ra del­la medi­ci­na territoriale. 
  2. Assi­cu­ra­re una spe­sa pub­bli­ca nel­la sani­tà che non scen­da mai sot­to la media euro­pea (7,3% del PIL), inver­ten­do la rot­ta rispet­to alla mano­vra Dra­ghi, che ha ridot­to la spe­sa sani­ta­ria al 6,3% del PIL per il 2024, ed eli­mi­nan­do il tet­to di spesa. 
  3. Aumen­ta­re i posti let­to per 1000 abi­tan­ti (in Ita­lia 3,2 nel 2017, a fron­te di una media euro­pea che supe­ra i 5) e il per­so­na­le medi­co e sani­ta­rio, anche per eli­mi­na­re le pre­sta­zio­ni intra moe­nia e rico­strui­re la rete dei medi­ci di base, rad­dop­pian­do subi­to il nume­ro del­le for­ma­zio­ni annue. 
  4. Aumen­ta­re la spe­sa per la salu­te men­ta­le (a cui dedi­chia­mo solo il 3,5% del­la spe­sa sani­ta­ria, con­tro il 13% del Lus­sem­bur­go e l’8% del­la Francia). 
  5. Lan­cia­re un ser­vi­zio di cura den­ta­le pub­bli­co che garan­ti­sca cure a prez­zi eco­no­mi­ci, e gra­tui­te per le fasce meno abbien­ti del­la popolazione. 
  6. For­ni­re assi­sten­za gra­tui­ta agli anzia­ni non auto­suf­fi­cien­ti e un qua­dro nor­ma­ti­vo ade­gua­to per la tute­la e l’assistenza di tut­te le for­me di disa­bi­li­tà. Aumen­to del­le pen­sio­ni di inva­li­di­tà, più fon­di per eli­mi­na­zio­ne bar­rie­re archi­tet­to­ni­che, più risor­se per assi­sten­za domi­ci­lia­re e amplia­men­to dei LEA (livel­li essen­zia­li di assi­sten­za) per tera­pie abi­li­ta­ti­ve e riabilitative. 
  7. Assi­cu­ra­re la pro­fi­las­si per espo­si­zio­ne da HIV coper­ta dal Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­na­le. Affron­ta­re la pan­de­mia del Covid-19 sen­za cri­mi­na­liz­za­zio­ne del dis­sen­so e restri­zio­ni ingiu­sti­fi­ca­te del­le liber­tà civi­li. I vac­ci­ni van­no sot­trat­ti ai pro­fit­ti del­le multinazionali. 
  8. Inve­sti­re mas­sic­cia­men­te sul­la medi­ci­na ter­ri­to­ria­le non solo sul­le strut­tu­re, ma anche per l’assunzione di per­so­na­le per un rilan­cio del­la pre­ven­zio­ne a livel­lo territoriale. 
  9. Ripri­sti­no del con­trat­to a tem­po pie­no e inde­ter­mi­na­to come nor­ma in tut­ti i com­par­ti del­la Pub­bli­ca Amministrazione. 
  10. Rein­ter­na­liz­za­zio­ne dei ser­vi­zi ester­na­liz­za­ti e ritor­no al pub­bli­co dei ser­vi­zi dati in appal­to con rias­sor­bi­men­to del per­so­na­le coinvolto.

5. Ridare dignità all’istruzione e investire nella ricerca

  1. Eli­mi­na­zio­ne del­le clas­si pol­la­io (non oltre 20) e con­se­guen­te aumen­to del per­so­na­le docen­te e tec­ni­co-ammi­ni­stra­ti­vo, con pre­vi­sio­ne del medi­co e psi­co­lo­go scolastico. 
  2. Scuo­la del­l’in­fan­zia comu­na­le o sta­ta­le garan­ti­ta a tut­ti a par­ti­re da 3 anni, e costru­zio­ne di asi­li nido pub­bli­ci in tut­to il pae­se.
  3. Fine dell’alternanza scuola-lavoro. 
  4. Pia­no straor­di­na­rio e imme­dia­to di mes­sa in sicu­rez­za e ade­gua­men­to degli edi­fi­ci scolastici. 
  5. Sta­bi­liz­za­zio­ne del per­so­na­le pre­ca­rio del­la scuo­la con alme­no 36 mesi di ser­vi­zio con pro­ce­du­ra spe­cia­le; can­cel­la­zio­ne del­la rifor­ma Bian­chi del reclu­ta­men­to del per­so­na­le docente.
  6. Abo­li­zio­ne del­la rifor­ma del­la “Buo­na scuo­la” di Ren­zi e del­la rifor­ma Gel­mi­ni. Aper­tu­ra di un pro­ces­so di rifor­ma di scuo­la e uni­ver­si­tà che coin­vol­ga atti­va­men­te le orga­niz­za­zio­ni degli stu­den­ti, dei docen­ti, del per­so­na­le Ata e dei geni­to­ri. Que­sta dovrà pre­ve­de­re anche la rimo­du­la­zio­ne dei con­te­nu­ti e dei pro­gram­mi nel­la dire­zio­ne di un pie­no svi­lup­po del­la per­so­na­li­tà di alun­ni e stu­den­ti. Ade­gua­men­to degli sti­pen­di dei docen­ti alla media europea. 
  7. Libri gra­tis fino al ter­mi­ne del­le scuo­le supe­rio­ri. Mez­zi pub­bli­ci gra­tis fino a 18 anni. Cine­ma e tea­tro gra­tis fino a 18 anni.
  8. Inve­sti­men­ti nell’università per supe­ra­re una situa­zio­ne in cui l’Italia è agli ulti­mi posti dei pae­si OCSE per nume­ro di per­so­ne lau­rea­te e per nume­ro di pro­fes­so­ri e ricer­ca­to­ri. Aumen­to di 500 milio­ni di euro annui al dirit­to allo stu­dio (es. abbas­sa­men­to tas­se uni­ver­si­ta­rie per i red­di­ti bas­si e aiu­to per gli affit­ti dei fuo­ri sede).
  9. 40.000 posti per docen­ti e ricer­ca­to­ri per avvi­ci­nar­si alla media euro­pea nel rap­por­to docenti/studenti, e pro­gram­ma di assun­zio­ni e sta­bi­liz­za­zio­ni di per­so­na­le ammi­ni­stra­ti­vo, indi­spen­sa­bi­li per garan­ti­re il buon fun­zio­na­men­to degli ate­nei italiani.
  10. Vin­co­li sul cam­bio di desti­na­zio­ne d’uso di tut­ti i luo­ghi del­la cul­tu­ra (sale cine­ma­to­gra­fi­che, tea­tra­li, sale per con­cer­ti, biblio­te­che, libre­rie, musei, ecce­te­ra). Rico­no­sci­men­to dei dirit­ti dei lavo­ra­to­ri di tut­ti i set­to­ri dei beni e del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le e arti­sti­ca: ammor­tiz­za­to­ri socia­li, malat­tie pro­fes­sio­na­li, infor­tu­ni sul lavo­ro, mater­ni­tà, dirit­to alla pensione.

6. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali

  1. Stop al pro­get­to di Auto­no­mia dif­fe­ren­zia­ta che divi­de ulte­rior­men­te il pae­se tra regio­ni ric­che e regio­ni pove­re, in par­ti­co­la­re pena­liz­zan­do il Sud. Met­te­re in cam­po poli­ti­che di auto­no­mie ter­ri­to­ria­li e di pros­si­mi­tà. Non più pote­re alle regio­ni, ma più pote­re ai ter­ri­to­ri e al popo­lo. Basta colo­niz­za­zio­ne del Sud e sfrut­ta­men­to del suo ter­ri­to­rio da par­te del­le multinazionali.
  2. Ripub­bli­ciz­za­zio­ne del ser­vi­zio idri­co con leg­ge nazio­na­le che pre­ve­da di tra­sfor­ma­re la natu­ra di tut­te le socie­tà, attual­men­te di dirit­to pri­va­to, in enti di dirit­to pub­bli­co, dan­do pie­na attua­zio­ne al Refe­ren­dum del 2011. Resti­tui­re al popo­lo e alla sua sovra­ni­tà i beni comu­ni: dall’acqua pub­bli­ca all’ossigeno, dall’energia al mare, dal­le spiag­ge alle foreste. 
  3. Pia­no nazio­na­le straor­di­na­rio per la ristrut­tu­ra­zio­ne del­la rete idri­ca, che ad oggi per­de oltre il 40% di acqua. 
  4. Crea­zio­ne di una azien­da pub­bli­ca nazio­na­le degli acque­dot­ti che gesti­sca la rete idri­ca e met­ta fine alla pia­ga del­le per­di­te idri­che. L’acqua è il pri­mo bene comu­ne, come ha ricor­da­to Papa Fran­ce­sco, nel­la Lau­da­to Sì. 
  5. Stral­cio del DDL Con­cor­ren­za (gover­no Dra­ghi) che riba­di­sce la pri­va­tiz­za­zio­ne come for­ma prin­ci­pa­le e ordi­na­ria di gestio­ne dei Ser­vi­zi pub­bli­ci loca­li e disin­cen­ti­va la gestio­ne a livel­lo locale. 
  6. Garan­ti­re ser­vi­zi pub­bli­ci nel­le aree inter­ne del pae­se, dove vive il 20% del­la popo­la­zio­ne, che sof­fro­no di pesan­ti dis­ser­vi­zi. Un pia­no di mes­sa in cura del nostro ter­ri­to­rio nazio­na­le, affron­tan­do le fra­gi­li­tà soprat­tut­to nel­le aree inter­ne e peri­fe­ri­che. Tute­la del pae­sag­gio e poli­ti­che di rige­ne­ra­zio­ne urba­ni­sti­ca, stop con­su­mo di suo­lo e rea­liz­za­zio­ni di comu­ni­tà con un nuo­vo rap­por­to tra per­so­na e territorio. 
  7. Eli­mi­na­re l’obbligo di ricor­so al mer­ca­to per la gestio­ne dei ser­vi­zi locali. 
  8. Pari­fi­ca­re le misu­re di con­trol­lo sull’anticorruzione tra pub­bli­co e privato. 
  9. Favo­ri­re, spe­cie nel Sud Ita­lia, la costi­tu­zio­ne di impre­se pub­bli­che che si occu­pi­no di gesti­re le infra­strut­tu­re fon­da­men­ta­li per assi­cu­ra­re una fun­zio­ne soste­ni­bi­le e cir­co­la­re dei rifiu­ti, dell’acqua e del tra­spor­to pubblico.
  10. Misu­re vol­te a favo­ri­re l’economia loca­le seguen­do il model­lo di Pre­ston in Gran Bre­ta­gna incen­ti­van­do l’uso di impre­se loca­li per gli appal­ti degli enti locali.

7. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica

  1. Nazio­na­liz­za­zio­ne del set­to­re ener­ge­ti­co a par­ti­re da Enel Green Power (al momen­to con­trol­la­ta da Enel al 100%), per crea­re un’azienda pub­bli­ca che inve­sta su ener­gie rin­no­va­bi­li e quin­di garan­ti­re auto­no­mia ener­ge­ti­ca al pae­se e un pro­gres­si­vo con­trol­lo pub­bli­co su tut­to il set­to­re ener­ge­ti­co. Per un’economia cir­co­la­re, equa e soli­da­le, stop a ince­ne­ri­to­ri, fos­si­le e nucleare. 
  2. Pia­no di inve­sti­men­ti straor­di­na­rio nel­le ener­gie rin­no­va­bi­li (alme­no 10 GW di nuo­ve instal­la­zio­ni l’anno), distri­bui­te sull’intero ter­ri­to­rio nazio­na­le, con impian­ti foto­vol­tai­ci pre­fe­ri­bil­men­te in aree già arti­fi­cia­liz­za­te ed eoli­ci pre­fe­ri­bil­men­te off­sho­re, non favo­ren­do ulte­rio­re con­su­mo di suolo. 
  3. Fon­do pub­bli­co per finan­zia­re comu­ni­tà ener­ge­ti­che loca­li, rigo­ro­sa­men­te rivol­te all’autoconsumo e sen­za sco­po di lucro. 
  4. Abo­li­zio­ne dei SAD, i sus­si­di ambien­tal­men­te dan­no­si elar­gi­ti alle fon­ti fossili.
  5. Stop a ogni pro­get­to di estra­zio­ne petro­li­fe­ra in Ita­lia, nes­sun soste­gno pub­bli­co ai com­bu­sti­bi­li fos­si­li e bloc­co dei finan­zia­men­ti a pro­get­ti fos­si­li entro il 2024. 
  6. Tra­spor­to pub­bli­co a bas­so costo, gra­tui­to per i meno abbien­ti, con un abbo­na­men­to uni­co a livel­lo nazio­na­le sul model­lo di Spa­gna e Germania. 
  7. For­ti inve­sti­men­ti nel tra­spor­to urba­no e inte­rur­ba­no ed elet­tri­fi­ca­zio­ne di tut­to il tra­spor­to pubblico. 
  8. Incre­men­to del­le piste cicla­bi­li, non solo urba­ne, favo­ren­do usi misti di tra­spor­to (bici-tre­no, bici-autobus). 
  9. No alle gran­di ope­re inu­ti­li e dan­no­se come il TAV, o auto­stra­de come la Pede­mon­ta­na, la Val­da­sti­co sud, la Bre­Be­Mi che cemen­ti­fi­ca­no il ter­ri­to­rio a fron­te di bas­si livel­li di uten­za. Finan­zia­re inve­ce ope­re pub­bli­che di cura e mes­sa in sicu­rez­za del ter­ri­to­rio nazio­na­le, da un pun­to di vista idro­geo­lo­gi­co, del­la rige­ne­ra­zio­ne urba­na, dei pae­si e bor­ghi, degli edi­fi­ci pub­bli­ci e pri­va­ti e soprat­tut­to dell’immenso patri­mo­nio artistico-culturale. 
  10. Stop all’utilizzo di jet pri­va­ti e pro­gres­si­va eli­mi­na­zio­ne dei viag­gi aerei su trat­te bre­vi coper­te da ade­gua­te linee ferroviarie.

8. Proteggere l’ambiente e sostenere l’agricoltura

  1. Rispet­ta­re e supe­ra­re gli impe­gni nazio­na­li di ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni dell’Accordo di Parigi. 
  2. Leg­ge nazio­na­le per por­ta­re a zero il con­su­mo di suo­lo, che bloc­chi entro il 2025 le espan­sio­ni in zone natu­ra­li e agri­co­le e atti­vi un pro­gram­ma per il recu­pe­ro, il riu­so e la manu­ten­zio­ne del patri­mo­nio esi­sten­te.
  3. Disin­cen­ti­va­re pro­du­zio­ne, distri­bu­zio­ne e uso di pro­dot­ti usa e get­ta o dif­fi­cil­men­te ripa­ra­bi­li e l’utilizzo di ince­ne­ri­to­ri. Miglio­ra­re il com­po­stag­gio e il trat­ta­men­to dif­fe­ren­zia­to dei rifiu­ti inve­ce di crea­re nuo­ve discariche. 
  4. Rifor­ma agroe­co­lo­gi­ca del­la Poli­ti­ca Agri­co­la Comu­ne (PAC), taglian­do i sus­si­di agli alle­va­men­ti inten­si­vi e soste­nen­do azien­de agri­co­le che pro­du­co­no con meto­di eco­lo­gi­ci e a tute­la del­la biodiversità. 
  5. Aggior­na­men­to e attua­zio­ne imme­dia­ta del Pia­no di Azio­ne Nazio­na­le per l’u­so soste­ni­bi­le dei pro­dot­ti fito­sa­ni­ta­ri (PAN), non­ché il divie­to di uti­liz­zo di pesti­ci­di tos­si­ci, divie­to di pro­du­zio­ne e uti­liz­zo di gli­fo­sa­to e altri fito­sa­ni­ta­ri noci­vi per le api e gli altri impollinatori. 
  6. Fon­do pub­bli­co di soste­gno per azien­de coo­pe­ra­ti­ve socia­li e comu­ni­tà che pas­sa­no all’a­gri­col­tu­ra bio­lo­gi­ca e che pro­muo­vo­no pra­ti­che agri­co­le ecosostenibili. 
  7. Pia­no straor­di­na­rio per la rina­tu­ra­zio­ne del­le spon­de flu­via­li e in gene­ra­le degli eco­si­ste­mi flu­via­li per rista­bi­li­re gli eco­si­ste­mi di acqua dol­ce e le fun­zio­ni natu­ra­li dei fiumi. 
  8. Nuo­va leg­ge nazio­na­le dell’urbanistica ade­gua­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca e ai feno­me­ni di espan­sio­ne urba­na disor­di­na­ti e fram­men­ta­ti degli ulti­mi 30 anni, con aumen­to del­le aree pro capi­te per ser­vi­zi pub­bli­ci e aree verdi. 
  9. Pie­na appli­ca­zio­ne del­la Stra­te­gia euro­pea sul­la bio­di­ver­si­tà. Nuo­va Leg­ge qua­dro sul­le Aree natu­ra­li pro­tet­te che pon­ga al cen­tro del­la sua stra­te­gia l’implementazione del Siste­ma di aree pro­tet­te, che dovrà rag­giun­ge­re il 30% del­la super­fi­cie sia ter­re­stre che mari­na entro il 2030. Rifo­re­sta­zio­ne dei boschi e del­le aree urba­ne con alme­no 1 miliar­do di albe­ri all’anno da pian­ta­re per aumen­ta­re ossi­ge­no rispet­to all’emissione di CO2. 
  10. Tute­la del benes­se­re ani­ma­le e isti­tu­zio­ne del Garan­te Nazio­na­le dei Dirit­ti degli Ani­ma­li. Soste­gno alle misu­re pro­po­ste dal­le asso­cia­zio­ni animaliste.

9. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo con al centro la cultura

  1. Leg­ge con­tro le delo­ca­liz­za­zio­ni indu­stria­li per impe­di­re alle mul­ti­na­zio­na­li di chiu­de­re impian­ti nel nostro pae­se (a par­ti­re dal­la pro­po­sta GKN pre­sen­ta­ta in Parlamento). 
  2. Crea­zio­ne di un’Agenzia di Pia­ni­fi­ca­zio­ne indu­stria­le orga­niz­za­ta per filie­re e con rap­pre­sen­tan­ti poli­ti­ci, indu­stria­li e sin­da­ca­li, al fine di svi­lup­pa­re una stra­te­gia indu­stria­le coor­di­na­ta al ser­vi­zio degli inte­res­si eco­no­mi­ci del paese. 
  3. Inve­sti­men­ti a fon­do per­du­to per accor­pa­men­ti di pic­co­le e medie impre­se e pia­ni di espan­sio­ne per mez­zo di con­trat­ti di pro­gram­ma (uti­liz­zan­do fon­di da abo­li­zio­ne Tran­si­zio­ne 4.0).
  4. L’investimento nel­la cul­tu­ra deve rag­giun­ge­re alme­no l’1% del Pil. I set­to­ri del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le ed arti­sti­ca devo­no esse­re finan­zia­ti tra­mi­te la fisca­li­tà gene­ra­le e la fisca­li­tà di sco­po. Defi­sca­liz­za­zio­ne degli inve­sti­men­ti in cul­tu­ra e Iva al 4% per tut­te le ope­re e le atti­vi­tà cul­tu­ra­li. Leg­gi di siste­ma per tut­ti i set­to­ri del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le che rimet­ta­no al cen­tro l’intervento del­lo Sta­to e il soste­gno alle ope­re e agli auto­ri e non alle gran­di imprese. 
  5. Isti­tu­zio­ne di un comi­ta­to pub­bli­co per le par­te­ci­pa­zio­ni sta­ta­li con com­pi­ti di indi­riz­zo e moni­to­rag­gio del­le impre­se par­te­ci­pa­te, affin­ché que­ste ope­ri­no con obiet­ti­vi orien­ta­ti al bene pubblico. 
  6. Crea­zio­ne di isti­tu­ti di ricer­ca appli­ca­ta (Isti­tu­ti Mar­co­ni sul model­lo del Frau­n­ho­fer Tede­sco) al fine di acce­le­ra­re l’innovazione tec­no­lo­gi­ca del­le nostre imprese. 
  7. Lavo­ra­re, anche tra­mi­te inter­ven­to sta­ta­le (ad esem­pio, lo Sta­to come azio­ni­sta di mag­gio­ran­za di alcu­ne azien­de mani­fat­tu­rie­re stra­te­gi­che) per la crea­zio­ne di poli lun­go la filie­ra del­le tec­no­lo­gie rin­no­va­bi­li (pale eoli­che, foto­vol­tai­co, elet­tro­liz­za­to­ri), per favo­ri­re cre­sci­ta inter­na e aggre­ga­zio­ni competitive. 
  8. Pun­ta­re all’avvio di una filie­ra dedi­ca­ta al rici­clo e al recu­pe­ro di mate­ria­li, in linea con il nuo­vo pac­chet­to euro­peo sull’economia circolare. 
  9. Crea­zio­ne di un’in­du­stria far­ma­ceu­ti­ca pub­bli­ca che sia in gra­do di fare ricer­ca e inno­va­zio­ne nel­le aree di inte­res­se a mag­gior rischio per la salu­te pub­bli­ca, a mag­gio­re con­te­nu­to inno­va­ti­vo e in rispo­sta ai biso­gni col­let­ti­vi più diffusi. 
  10. Isti­tu­zio­ne di un fon­do per l’automotive per rivi­ta­liz­za­re l’intera filie­ra ver­so un model­lo di mobi­li­tà soste­ni­bi­le, con l’obiettivo di tor­na­re in pri­ma linea nel­la pro­du­zio­ne di auto e mez­zi pub­bli­ci non inqui­nan­ti e rela­ti­ve tecnologie.

10. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo

  1. Rifor­ma fisca­le per ridur­re le tas­se ai red­di­ti medi e bas­si e aumen­tar­le ai red­di­ti alti, con stral­cio e can­cel­la­zio­ne del­la rifor­ma fisca­le di Dra­ghi che ha taglia­to le tas­se ai ricchi. 
  2. Esten­sio­ne del­la base impo­ni­bi­le IRPEF a red­di­ti da capi­ta­le, immo­bi­lia­ri e finanziari. 
  3. Intro­du­zio­ne di una tas­sa sul patri­mo­nio par­ten­do da una soglia di un milio­ne di euro e pro­ce­den­do con ali­quo­te in sen­so pro­gres­si­vo, come pro­po­sto dal­l’e­co­no­mi­sta Piketty. 
  4. Aumen­to dell’imposta sul­le suc­ces­sio­ni e sul­le dona­zio­ni, per otte­ne­re un get­ti­to fisca­le in linea con i pae­si OCSE. 
  5. Rifor­ma del cata­sto a get­ti­to inva­ria­to per redi­stri­bui­re il cari­co fisca­le su chi ha gran­di patri­mo­ni immo­bi­lia­ri e dimi­nui­re le tas­se per chi ha mode­ste proprietà. 
  6. Espan­sio­ne del­la no-tax area da 8000 a 10.000 euro, peri­me­tran­do­la per evi­ta­re che favo­ri­sca anche i red­di­ti alti. 
  7. Per i lavo­ra­to­ri auto­no­mi, com­bat­te­re la fram­men­ta­zio­ne e costrui­re un siste­ma assi­sten­zia­le omo­ge­neo, che inter­ven­ga a tute­la del­le situa­zio­ni di dif­fi­col­tà, indi­pen­den­te­men­te dal set­to­re e dal­la pro­fes­sio­ne. Cumu­la­re inden­ni­tà e cas­se pre­vi­den­zia­li e intro­dur­re una misu­ra uni­ca di soste­gno al reddito. 
  8. Lot­ta con­tro l’evasione fisca­le in Ita­lia (sti­ma­ta attor­no ai 90 miliar­di di euro ogni anno) aumen­tan­do il per­so­na­le dell’Agenzia del­le Entrate. 
  9. Fare pres­sio­ne in coor­di­na­men­to con altri pae­si per chiu­de­re i para­di­si fisca­li sia a livel­lo euro­peo (Irlan­da, Olan­da e Lus­sem­bur­go in par­ti­co­la­re) che a livel­lo inter­na­zio­na­le.
  10. Oppo­si­zio­ne a con­do­ni sul rien­tro di capi­ta­li dall’estero.

11. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa

  1. Con­tra­sta­re l’usura, soprat­tut­to di stam­po mafio­so, aumen­tan­do i con­trol­li, i fon­di di soli­da­rie­tà e i mutui age­vo­la­ti, e raf­for­zan­do in gene­ra­le le misu­re a soste­gno degli impren­di­to­ri che ne sono vittime. 
  2. Raf­for­za­men­to del­le misu­re a soste­gno del­le impre­se vit­ti­me di rac­ket: trop­pe azien­de che si ribel­la­no all’estorsione e scel­go­no la lega­li­tà van­no poi incon­tro al fal­li­men­to e sono abban­do­na­te dal­lo Sta­to. Mag­gio­ri misu­re a soste­gno dei testi­mo­ni di giustizia. 
  3. Stret­ta sugli appal­ti in regi­me dero­ga­to­rio di som­ma urgen­za, mag­gio­re tra­spa­ren­za e con­trol­li soprat­tut­to nel set­to­re del­le costru­zio­ni. Rifor­ma­re e poten­zia­re l’Agenzia nazio­na­le dei beni seque­stra­ti e con­fi­sca­ti e gli ana­lo­ghi orga­ni­smi loca­li per favo­ri­re la ricon­ver­sio­ne sociale. 
  4. Nuo­vi stru­men­ti nor­ma­ti­vi per col­pi­re la “zona gri­gia” di poli­ti­ca e impren­di­to­ria e le col­lu­sio­ni tra mas­so­ne­ria devia­ta e mafia. 
  5. Rifor­ma del­la giu­sti­zia che dia for­za all’autonomia e indi­pen­den­za dei magi­stra­ti come sin­go­li, con­tro gerar­chiz­za­zio­ni degli uffi­ci giu­di­zia­ri. Eli­mi­na­zio­ne del ruo­lo del­le cor­ren­ti nel lavo­ro dei magi­stra­ti e CSM non più asser­vi­to ai rap­por­ti opa­chi tra toghe e poli­ti­ca ma luo­go di garan­zia di auto­no­mia e indi­pen­den­za del­la magi­stra­tu­ra, qua­le con­di­zio­ne neces­sa­ria per l’uguaglianza dei cit­ta­di­ni di fron­te alla legge. 
  6. Con­tra­sto ai feno­me­ni cor­rut­ti­vi e al rici­clag­gio di dena­ro spor­co. Aumen­to degli inve­sti­men­ti per la giu­sti­zia, strut­tu­re e per­so­na­le. Più risor­se per le for­ze di poli­zia e un model­lo di sicu­rez­za urba­na par­te­ci­pa­ta e democratica. 
  7. Lega­liz­za­re can­na­bis e dro­ghe leg­ge­re anche per toglie­re alle mafie un mer­ca­to red­di­ti­zio; inve­sti­men­to in poli­ti­che socia­li, sani­ta­rie e edu­ca­ti­ve per la ridu­zio­ne del­la doman­da di dro­ghe pesan­ti (finan­zia­to con una per­cen­tua­le sui beni sequestrati). 
  8. Abro­ga­zio­ne del­le leg­gi Sal­vi­ni-Con­te e Min­ni­ti-Orlan­do che cri­mi­na­liz­za­no il con­flit­to socia­le e la povertà. 
  9. Rifor­ma dell’istituto del­la deten­zio­ne soprat­tut­to per i rea­ti mino­ri, attra­ver­so un più ampio uti­liz­zo del­le misu­re alter­na­ti­ve e inve­sti­men­ti nel rein­se­ri­men­to socia­le dei dete­nu­ti. Inter­ve­ni­re sul siste­ma car­ce­ra­rio attua­le, ina­de­gua­to e non degno di un pae­se civi­le e< demo­cra­ti­co. Pro­ces­si più giu­sti e rapi­di, con pari­tà effet­ti­va tra accu­sa e dife­sa, stop all’abuso del­la custo­dia cau­te­la­re e cer­tez­za del­la pena e del diritto. 
  10. Stop alla cri­mi­na­liz­za­zio­ne e alle per­se­cu­zio­ni del­le lot­te socia­li, ambien­ta­li e sin­da­ca­li. Stop alle poli­ti­che di sgom­be­ro dei luo­ghi libe­ra­ti da pra­ti­che demo­cra­ti­che col­let­ti­ve di auto­go­ver­no e par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so. Il con­flit­to socia­le non è un rea­to e non si repri­me. Ado­zio­ne di una leg­ge nazio­na­le sui beni comu­ni, con usi civi­ci e pro­prie­tà col­let­ti­ve democratiche.

12. Far crescere i diritti e le libertà

  1. Esten­sio­ne del­la leg­ge con­tro il raz­zi­smo e gli altri cri­mi­ni d’odio anche alle vio­len­ze e alle discri­mi­na­zio­ni moti­va­te da orien­ta­men­to ses­sua­le, iden­ti­tà di gene­re e disabilità. 
  2. Con­tra­sta­re la vio­len­za di gene­re in ogni suo aspet­to, dan­do pie­na appli­ca­zio­ne alla Con­ven­zio­ne di Istan­bul. Raf­for­za­re e soste­ne­re le reti ter­ri­to­ria­li di Cen­tri Anti­vio­len­za. Aper­tu­ra in ogni cit­tà di case rifu­gio pub­bli­che per per­so­ne vit­ti­me di vio­len­za, in par­ti­co­la­re con­tro le don­ne e la comu­ni­tà LGBT+. Nuo­va nor­ma­ti­va per i matri­mo­ni e le unio­ni di per­so­ne del­lo stes­so ses­so e per i figli nati. Matri­mo­nio egua­li­ta­rio con rico­no­sci­men­to dei figli del­le cop­pie omo­ge­ni­to­ria­li (inclu­so il dirit­to all’adozione). Leg­ge con­tro l’o­mo­le­sbo­bi­tran­sfo­bia e misu­re posi­ti­ve per fer­ma­re la discri­mi­na­zio­ne con­tro la comu­ni­tà LGBT+. Nuo­va leg­ge per i dirit­ti del­le per­so­ne trans, che non pato­lo­giz­zi e che assu­ma l’i­den­ti­tà di gene­re come autodeterminazione. 
  3. Esten­sio­ne del con­ge­do di pater­ni­tà sul model­lo spa­gno­lo (16 set­ti­ma­ne, di cui 6 obbli­ga­to­rie), esten­sio­ne anche del con­ge­do mater­ni­tà e del paren­ta­le, omo­ge­neiz­za­zio­ne del trat­ta­men­to eco­no­mi­co di quest’ultimo.
  4. Eli­mi­na­zio­ne di tut­ti gli osta­co­li occu­pa­zio­na­li, pro­fes­sio­na­li e sala­ria­li alla pie­na pari­tà di genere. 
  5. Misu­re a soste­gno del­la pie­na appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194/78 sull’interruzione volon­ta­ria di gra­vi­dan­za in tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le. L’obiezione di coscien­za nel ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­na­le lede il dirit­to all’autodeterminazione del­le donne. 
  6. Ren­de­re i con­sul­to­ri spa­zi pie­na­men­te gra­tui­ti e lai­ci, pre­si­di cul­tu­ra­li e socia­li oltre che socio-sanitari. 
  7. Can­cel­la­zio­ne del­le poli­ti­che di cri­mi­na­liz­za­zio­ne degli immi­gra­ti e lot­ta con­tro il capo­ra­la­to e lo sfrut­ta­men­to. Appro­va­zio­ne del­lo ius soli e del­la cit­ta­di­nan­za ai figli degli immi­gra­ti. Abro­ga­zio­ne del­la leg­ge Bos­si-Fini e defi­ni­zio­ne di cana­li di rego­la­riz­za­zio­ne per­ma­nen­te per chi vive sta­bil­men­te nel nostro Pae­se ma si vede nega­ta la pos­si­bi­li­tà di ave­re tito­li di sog­gior­no. Modi­fi­ca del­la leg­ge sul­la cit­ta­di­nan­za 91/1992 in manie­ra tale da per­met­te­re l’ottenimento di tale dirit­to dopo 5 anni di per­ma­nen­za in Ita­lia. Non rin­no­vo del Memo­ran­dum Of Under­stan­ding con la Libia e accor­di simi­li con i Pae­si che non rispet­ta­no con­cre­ta­men­te la Con­ven­zio­ne di Gine­vra e chiu­su­ra dei Cen­tri Per­ma­nen­ti per il Rim­pa­trio (ex CIE) e abo­li­zio­ne di ogni for­ma di deten­zio­ne amministrativa. 
  8. Appro­va­zio­ne del­la leg­ge sul fine vita e l’eutanasia legale. 
  9. Favo­ri­re le for­me di par­te­ci­pa­zio­ne dei cit­ta­di­ni alla poli­ti­ca a livel­lo loca­le e nazio­na­le. Dife­sa dei refe­ren­dum con­tro i ten­ta­ti­vi di aumen­ta­re il nume­ro di fir­me neces­sa­rie a indi­re una con­sul­ta­zio­ne. Pro­muo­ve­re for­me di par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so, anche in for­ma con­sul­ti­va e digitale. 
  10. Rifor­ma dei mez­zi di infor­ma­zio­ne, come bene comu­ne, per impe­di­re la pro­prie­tà di media nazio­na­li a gran­di grup­pi impren­di­to­ria­li con inte­res­si eco­no­mi­ci in altri set­to­ri (edi­to­ri impu­ri). Poli­ti­che di soste­gno ai media loca­li e alter­na­ti­vi per garan­ti­re plu­ra­li­smo dell’informazione. Rifor­ma del­la Rai che riaf­fer­mi la cen­tra­li­tà del ser­vi­zio pub­bli­co radio­te­le­vi­si­vo sot­traen­do­lo alla diret­ta dipen­den­za del governo.