Programma — Versione Estesa

Que­sto “pro­gram­ma este­so” man­tie­ne e amplia la cifra del “pro­gram­ma sin­te­ti­co” già pub­bli­ca­to: è un pro­gram­ma paci­fi­sta e con­tro le guer­re, per la fra­tel­lan­za e sorel­lan­za uni­ver­sa­le e che lot­ta con­tro le dise­gua­glian­ze, per la giu­sti­zia socia­le, eco­no­mi­ca ed ambien­ta­le. Si bat­te per un Pae­se uni­to e coe­so da Sud a Nord, con­tro cor­ru­zio­ni e mafie. È un pro­gram­ma che con­si­de­ra prio­ri­ta­ria l’attuazione del­la Costi­tu­zio­ne Ita­lia­na e non più solo la sua difesa.

È un pro­gram­ma che met­te al cen­tro del­la sua azio­ne la redi­stri­bu­zio­ne del­la ric­chez­za, la tute­la del lavo­ro, l’azione pub­bli­ca, la pace e l’ambiente. Un pro­gram­ma che ha il corag­gio di dire con chia­rez­za che non si può esse­re dal­la par­te di tut­te e tut­ti. Per que­sto, non cer­ca il con­sen­so di chi ha gran­di ric­chez­ze, pote­re e pri­vi­le­gi, ma si rivol­ge alla vita quo­ti­dia­na del­le per­so­ne che vivo­no del pro­prio lavo­ro e auspi­ca­no un futu­ro miglio­re per le nuo­ve gene­ra­zio­ni. Par­la quin­di ai biso­gni essen­zia­li di chi lavo­ra ogni gior­no (spes­so trop­pe ore per trop­pi pochi sol­di), di chi vor­reb­be lavo­ra­re ma il lavo­ro non l’ha più, di chi è pre­oc­cu­pa­to per i prez­zi del­le bol­let­te che aumen­ta­no e per la scar­si­tà dei ser­vi­zi pub­bli­ci, sem­pre più lon­ta­ni dal­le per­so­ne. Que­sto pro­gram­ma è fem­mi­ni­sta per­ché pren­de cor­po dal­le con­di­zio­ni mate­ria­li, dai biso­gni e dai desi­de­ri del­le donne.

La poli­ti­ca ha per­so la capa­ci­tà di imma­gi­na­re un futu­ro miglio­re, dove i biso­gni indi­vi­dua­li e le solu­zio­ni col­let­ti­ve si intrec­cia­no in modo ine­stri­ca­bi­le. La poli­ti­ca ha abban­do­na­to il pre­si­dio dei ter­ri­to­ri, ha affos­sa­to la capa­ci­tà dei par­ti­ti di rap­pre­sen­ta­re i biso­gni, si è ridot­ta all’idea che la gestio­ne dell’esistente sia l’unica solu­zio­ne. Spes­so se non sem­pre, la gestio­ne dell’esistente rispon­de agli inte­res­si di chi ha più risor­se, pote­re e influen­za. Unio­ne popo­la­re la pen­sa diver­sa­men­te e que­sto “pro­gram­ma este­so” trac­cia le coor­di­na­te neces­sa­rie per rida­re alla poli­ti­ca la capa­ci­tà di pro­teg­ge­re gli inte­res­si di chi ha meno. Que­sta ver­sio­ne amplia i temi già trat­ta­ti nel­la ver­sio­ne pre­ce­den­te e ne intro­du­ce di nuovi.

Uni­sci­ti a noi, aiu­ta­ci a rea­liz­za­re il pro­gram­ma di Unio­ne Popo­la­re: un’Italia miglio­re ci aspetta. 

1. Ricompensare e rispettare il lavoro 

1. Intro­du­zio­ne di un sala­rio mini­mo lega­le di alme­no 10 euro lor­di l’ora (1600 euro al mese) riva­lu­ta­to annual­men­te, per met­te­re fine al lavo­ro pove­ro. Si trat­ta quin­di di una scel­ta impor­tan­te non solo per le per­so­ne che lavo­ra­no, ma anche per spin­ge­re le impre­se ver­so pro­du­zio­ni a più alto valo­re aggiun­to inve­sten­do in inno­va­zio­ne e ricer­ca e per­se­guen­do una “via alta” alla com­pe­ti­ti­vi­tà. Aumen­ti gene­ra­liz­za­ti di tut­ti i salari.

2. Ren­de­re nuo­va­men­te il con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to la for­ma con­trat­tua­le stan­dard, abo­len­do il Jobs Act e tut­te le leg­gi che han­no incen­ti­va­to la pre­ca­rie­tà e ripri­sti­nan­do l’articolo 18 del­lo sta­tu­to dei dirit­ti dei lavo­ra­to­ri (leg­ge 300).

3. Limi­ta­re l’uso del con­trat­to a tem­po deter­mi­na­to a due soli casi spe­ci­fi­ci (sul model­lo del­la rifor­ma di Yolan­da Diaz in Spa­gna): per cir­co­stan­ze straor­di­na­rie lega­te alla pro­du­zio­ne e non per sosti­tu­zio­ne tem­po­ra­nea di altro dipen­den­te assen­te per moti­vi con­trat­tua­li o di legge.

4. Raf­for­za­men­to degli ispet­to­ra­ti del lavo­ro per far rispet­ta­re le leg­gi sul­la sicu­rez­za e i dirit­ti dei lavo­ra­to­ri, con l’assunzione di 10.000 ispet­to­ri del lavoro. 

5. Resti­tu­zio­ne del col­lo­ca­men­to al lavo­ro al set­to­re pub­bli­co, oppor­tu­na­men­te rifor­ma­to e poten­zia­to, e ridu­zio­ne del ruo­lo del­le agen­zie private.

6. Pia­no di assun­zio­ni da 1 milio­ne di per­so­ne nel pub­bli­co impie­go per avvi­ci­nar­si alla media euro­pea di impie­ga­ti pub­bli­ci per abi­tan­te, con un impe­gno par­ti­co­la­re nel­la scuo­la, sani­tà, enti loca­li, ispet­to­ra­to del lavo­ro ed enti e per­so­na­le pre­po­sto alla lot­ta all’evasione e all’elusione fisca­le. Con­tem­po­ra­nea rifor­ma orga­niz­za­ti­va del­la Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne, per poten­zia­re i mar­gi­ni di azio­ne dei dipen­den­ti pub­bli­ci, per valo­riz­za­re le loro com­pe­ten­ze orga­niz­za­ti­ve e gestio­na­li, per assu­me­re e valo­riz­za­re gio­va­ni lau­rea­te. Rifor­ma del­la finan­za loca­le e socia­liz­za­zio­ne Cas­sa Depo­si­ti e Pre­sti­ti pro­po­ste da Attac.

7. Obbli­go di appli­ca­zio­ne di sala­ri e con­di­zio­ni con­trat­tua­li sta­bi­li­te dal con­trat­to col­let­ti­vo di set­to­re anche per i lavo­ra­to­ri inte­ri­na­li e per i “rider”.

8. Ripri­sti­no del­la respon­sa­bi­li­tà in soli­do del com­mit­ten­te per tut­ti gli appal­ti di manodopera 

9. Abo­li­zio­ne del­la leg­ge For­ne­ro per giun­ge­re all’età pen­sio­na­bi­le di 60 anni o 35 anni di con­tri­bu­ti dan­do prio­ri­tà a don­ne, lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci pre­co­ci e lavo­ri usu­ran­ti. Tet­to mas­si­mo alle pen­sio­ni alte che pesa­no mol­to sul­la spe­sa pensionistica.

10. Ina­spri­men­to del­le pene per il man­ca­to adem­pi­men­to degli obbli­ghi rela­ti­vi al dirit­to del lavo­ro e alla tute­la del­la salu­te e sicu­rez­za del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­to­ri, a par­ti­re dal DDL “Omi­ci­dio e lesio­ni sul lavoro”.

11.  Assi­cu­ra­zio­ne dell’accesso e man­te­ni­men­to al lavo­ro del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà. Soste­gno ai care­gi­ver fami­lia­ri e inclu­sio­ne del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà nel­la for­ma­zio­ne e nel lavo­ro, attra­ver­so la revi­sio­ne del­la leg­ge 68/99 e l’istituzione di cor­si di for­ma­zio­ne spe­ci­fi­ci per per­so­ne con disa­bi­li­tà e neurodiversità.

12. Ridu­zio­ne dell’orario di lavo­ro a pari­tà di sala­rio anche per garan­ti­re la cura dei dirit­ti plu­ri­mi del­le per­so­ne, di vita e di lavo­ro: met­te­re al cen­tro una poli­ti­ca per il tem­po di vita del­le persone.

13. Tra­sfor­ma­re la for­ma­zio­ne da one­re per i lavo­ra­to­ri e oppor­tu­ni­tà di gua­da­gno per i cen­tri di for­ma­zio­ne, a van­tag­gio per le lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri. Anche con rego­le, model­li di coo­pe­ra­zio­ne e incen­ti­vi pub­bli­ci dedicati.

2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà 

1. Lot­ta all’inflazione con eli­mi­na­zio­ne dell’IVA su pro­dot­ti di pri­ma neces­si­tà ali­men­ta­ri (es. pane, pasta, lat­te). Rein­tro­dur­re un mec­ca­ni­smo auto­ma­ti­co di ade­gua­men­to dei sala­ri all’aumento del costo del­la vita (sca­la mobile). 

2. Tet­to dura­tu­ro al prez­zo del gas per cal­mie­ra­re le bol­let­te (su model­lo di Spa­gna e Por­to­gal­lo già appro­va­to dal­la Com­mis­sio­ne Europea).

3. Tas­sa­zio­ne degli extra pro­fit­ti del­le azien­de ener­ge­ti­che (pas­san­do dal 10% del gover­no Dra­ghi al 90%) per aiu­ta­re fami­glie e imprese. 

4. Por­ta­re il Red­di­to di cit­ta­di­nan­za da 780 a 1000 euro al mese (con­tri­bu­to fit­to casa inclu­so), svin­co­lan­do­lo dal­le poli­ti­che atti­ve del lavo­ro; innal­za­re la soglia di acces­so ISEE da 9360 a 12.000 euro e ren­der­lo una misu­ra indi­vi­dua­le e non esclu­si­va­men­te lega­ta al nucleo familiare. 

5. Pro­gram­ma di costru­zio­ne di 500.000 nuo­vi allog­gi pub­bli­ci per affron­ta­re la gra­ve caren­za di case a cano­ne socia­le e garan­ti­re una dimo­ra a chi non rie­sce ad aver­la a prez­zi di mer­ca­to. A con­su­mo di suo­lo zero e assi­cu­ran­do l’accessibilità, visi­ta­bi­li­tà e abi­ta­bi­li­tà da par­te di per­so­ne con disa­bi­li­tà, anche con la ricon­ver­sio­ne ad allog­gi di edi­li­zia popo­la­re del patri­mo­nio pub­bli­co, di enti e di gran­di pro­prie­tà pri­va­te com­pa­ti­bi­li con la resi­den­za. Pia­no di manu­ten­zio­ne ordi­na­ria e straor­di­na­ria con effi­cien­ta­men­to ener­ge­ti­co di allog­gi vuo­ti da anni per loro imme­dia­ta asse­gna­zio­ne alle fami­glie in gra­dua­to­ria comu­na­le. Rine­go­zia­re il PNRR per un Reco­ve­ry Plan per il Dirit­to alla Casa. Nes­su­na fami­glia sen­za casa, nes­su­na casa sen­za fami­glia. Que­sto gran­de inve­sti­men­to pub­bli­co si finan­zia anche attra­ver­so un inter­ven­to fisca­le che ten­da final­men­te a col­pi­re la ren­di­ta immo­bi­lia­re paras­si­ta­ria e l’evasione fisca­le nel cam­po del­le loca­zio­ni, abo­li­zio­ne del­la cedo­la­re sec­ca sul libe­ro mer­ca­to e tas­sa­zio­ne di pro­prie­tà degli immo­bi­li tenu­ti vuo­ti, con­tra­sto al cano­ne nero e irre­go­la­re attra­ver­so trac­cia­bi­li­tà dei cano­ni di loca­zio­ne pri­va­ta e incre­men­to detra­zio­ni per inqui­li­ni per favo­ri­re emer­sio­ne dal nero. Con­sen­ti­re ai Comu­ni di pren­de­re in loca­zio­ne e/o acqui­sta­re gli allog­gi libe­ri degli Enti Pre­vi­den­zia­li Pub­bli­ci e di altri enti pub­bli­ci o pri­va­tiz­za­ti per costi­tui­re in tem­pi stret­ti uno stock di allog­gi per accom­pa­gna­men­to socia­le per i nuclei sot­to­po­sti ad azio­ne di sfrat­to ai fini di garan­ti­re il pas­sag­gio da casa a casa. Bloc­ca­re tut­te le ven­di­te del­le case popo­la­ri, ed asse­gna­re le cir­ca 40/50 mila abi­ta­zio­ni oggi vuo­te, anche con l’autorecupero, in quan­to biso­gno­se di inter­ven­ti di risa­na­men­to per ren­der­le agi­bi­li. Non pigno­ra­bi­li­tà del­la pri­ma casa di abi­ta­zio­ne e for­ni­tu­ra di abi­ta­zio­ne alter­na­ti­va ade­gua­ta a chi è sot­to­po­sto  a sgom­be­ro per ven­di­ta all’asta, equi­pa­ra­to alla moro­si­tà incol­pe­vo­le. Abo­li­re l’articolo 5 del­la Leg­ge Lupi che nega la resi­den­za a chi occu­pa per neces­si­tà immo­bi­li, negan­do l’accesso a ser­vi­zi indi­spen­sa­bi­li per la persona. 

6. Aumen­to del­le pen­sio­ni mini­me a 1000 euro al mese e intro­du­zio­ne per le pen­sio­ni futu­re di un mas­si­mo di pen­sio­ne e di cumu­lo di trat­ta­men­ti pen­sio­ni­sti­ci a 5000 euro men­si­li. Aumen­to del­le pen­sio­ni di inva­li­di­tà nel qua­dro del raf­for­za­men­to del­le prov­vi­den­ze a favo­re di per­so­na con disa­bi­li­tà o non auto­suf­fi­cien­ti. Attua­re la leg­ge n. 227/2021 recan­te una dele­ga al Gover­no in mate­ria di disa­bi­li­tà. La leg­ge-dele­ga rap­pre­sen­ta l’at­tua­zio­ne di una del­le rifor­me pre­vi­ste dal­la Mis­sio­ne 5 “Inclu­sio­ne e Coe­sio­ne” del PNRR e por­te­reb­be enor­mi cam­bia­men­ti nel­le vite del­le per­so­ne con disabilità

7. Soste­gno alle lavo­ra­tri­ci e ai lavo­ra­to­ri auto­no­mi, ai loro dirit­ti ed esten­sio­ne del­le tute­le di wel­fa­re. Con­tem­po­ra­nea lot­ta con­tro le impre­se che costrin­go­no dipen­den­ti ad apri­re par­ti­te IVA spo­stan­do così su di loro i rischi di impre­sa. Soste­gno alle impre­se che assu­mo­no gio­va­ni anche con ridu­zio­ne del­la pres­sio­ne fisca­le e sem­pli­fi­ca­zio­ne ammi­ni­stra­ti­va e burocratica. 

8. Uni­for­ma­re il trat­ta­men­to pre­vi­den­zia­le del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­to­ri auto­no­mi a quel­lo dei lavo­ra­to­ri dipen­den­ti, con esten­sio­ne dell’indennità di mater­ni­tà e malattia.

9. Per­se­gui­re poli­ti­che orien­ta­te a rie­qui­li­bra­re le dispa­ri­tà tra Nord e Sud del Pae­se, a par­ti­re dal­la spe­sa pub­bli­ca, al con­tra­rio di quan­to suc­ces­so con il PNRR, che ha sacri­fi­ca­to le regio­ni meri­dio­na­li. Supe­ra­re il siste­ma scel­le­ra­to del­la spe­sa sto­ri­ca del chi più ha più avrà e chi meno ha meno ottie­ne. Fare­mo esat­ta­men­te il contrario.

10. Soste­ne­re i comu­ni, soprat­tut­to pic­co­li, e le aree inter­ne e peri­fe­ri­che del Pae­se, con­tro il cen­tra­li­smo buro­cra­ti­co sta­ta­le e gli appa­ra­ti di pote­re regio­na­li. Soste­gno eco­no­mi­co ai Comu­ni, con più pote­re ai sin­da­ci e più tute­le, quin­di miglio­ri ser­vi­zi loca­li e miglio­re qua­li­tà del­la vita per gli abi­tan­ti del­le nostre comu­ni­tà anche attra­ver­so l’ampliamento e il con­gruo finan­zia­men­to dei LEPS (livel­li essen­zia­li del­le pre­sta­zio­ni socia­li) che devo­no esse­re garan­ti­ti su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale.

3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo

1. Stop imme­dia­to dell’invio di armi a tut­ti pae­si in guer­ra e riti­ro dei sol­da­ti all’estero se non auto­riz­za­ti dall’ONU che va raf­for­za­ta e sot­trat­ta ai veti incro­cia­ti del­le superpotenze. 

2. Svi­lup­pa­re un for­te impe­gno diplo­ma­ti­co per la pace in Ucrai­na e per la disten­sio­ne nel con­flit­to tra Cina e Sta­ti Uni­ti. Usci­re dal­la coa­li­zio­ne in guer­ra nel cuo­re dell’Europa e lavo­ra­re per la neu­tra­li­tà dell’Ucraina. Per un’Europa uni­ta nel­le sue diver­si­tà, dal Por­to­gal­lo alla Rus­sia, con­tro ogni nuo­va guer­ra fredda. 

3. Ope­ra­re per il supe­ra­men­to pro­gres­si­vo del­la NATO, per la sovra­ni­tà nazio­na­le con lo stop ad armi nuclea­ri nel nostro Pae­se e per soste­ne­re poli­ti­che di disar­mo a livel­lo glo­ba­le, oppo­nen­do­si all’aumento del­le spe­se mili­ta­ri al 2% del PIL ed impe­gnan­do­si alla pro­gres­si­va ridu­zio­ne del­le stes­se. Fir­ma imme­dia­ta del trat­ta­to di mes­sa al ban­do del­le armi nuclea­ri (TPAN). L’Italia dovrà esse­re sen­za bom­be ato­mi­che e pro­mo­tri­ce di una con­fe­ren­za inter­na­zio­na­le per il disar­mo e la denu­clea­riz­za­zio­ne dell’Europa. Dese­cre­ta­zio­ne imme­dia­ta degli accor­di che rego­la­no la pre­sen­za di basi sta­tu­ni­ten­si sul ter­ri­to­rio nazio­na­le. Veri­tà e giu­sti­zia per le vit­ti­me civi­li e mili­ta­ri dell’uranio impo­ve­ri­to usa­to dal­la NATO. Sare­mo ami­ci di ame­ri­ca­ni, rus­si e cine­si, mai più sud­di­ti e subal­ter­ni di nessuno.

4.Cancellare la nor­ma “Govern­ment to Govern­ment” che ha tra­sfor­ma­to il Mini­ste­ro del­la dife­sa in agen­te di com­mer­cio dell’industria bel­li­ca nazionale

5.Ritiro imme­dia­to di tut­ti i sol­da­ti e i mez­zi dal “fron­te est” del­la Nato e stop alle for­ni­tu­re di armi al gover­no Ucrai­no e a qual­sia­si Pae­se coin­vol­to in con­flit­ti e usci­ta dell’Italia dal­le san­zio­ni ver­so la Rus­sia: le san­zio­ni affa­ma­no i popo­li e col­pi­sco­no la nostra economia. 

6. Resti­tui­re al nostro Pae­se digni­tà median­te la pro­mo­zio­ne del­la pace per un mon­do mul­ti­cul­tu­ra­le e con­tra­rio a qual­sia­si for­ma di impe­ria­li­smo e discriminazione.

Rima­ne cen­tra­le il raf­for­za­men­to del­la Coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le allo Svi­lup­po, l’at­tua­zio­ne del­l’a­gen­da 2030 e del pea­ce­buil­ding, con prio­ri­ta­ria impor­tan­za l’o­biet­ti­vo di desti­na­re lo 0.7% per l’aiuto pub­bli­co allo sviluppo.

7. La Guar­dia Fore­sta­le dovrà esse­re rapi­da­men­te rico­sti­tui­ta come cor­po civi­le di dife­sa ambien­ta­le e mes­sa in gra­do di tute­la­re patri­mo­nio boschi­vo e biodiversità.

8. Resti­tui­re al nostro pae­se auto­no­mia stra­te­gi­ca nel­le sue rela­zio­ni inter­na­zio­na­li in Euro­pa e nel Medi­ter­ra­neo, per costrui­re l’Europa dei popo­li, del­la fra­tel­lan­za uni­ver­sa­le, del­la giu­sti­zia ambien­ta­le, socia­le ed eco­no­mi­ca, non più solo del­la mone­ta uni­ca, del­la libe­ra cir­co­la­zio­ne di capi­ta­li e mer­ci e dei vin­co­li finanziari. 

9. Ope­ra­re a livel­lo euro­peo per una rifor­ma in sen­so demo­cra­ti­co del­le isti­tu­zio­ni di Bru­xel­les con abban­do­no com­ple­to del­le poli­ti­che di auste­ri­tà e lot­ta alle lob­by che influen­za­no la poli­ti­ca del­la UE. Dare al Par­la­men­to euro­peo più cen­tra­li­tà e for­za rispet­to al ruo­lo del­la Com­mis­sio­ne europea. 

10. Lavo­ra­re per il supe­ra­men­to del­le poli­ti­che di bilan­cio sta­bi­li­te dall’accordo di Maa­stri­cht e dal seme­stre euro­peo. Respin­ge­re, in par­ti­co­la­re, i vin­co­li libe­ri­sti del Trat­ta­to e ripri­sti­na­re la Costi­tu­zio­ne del 1948 eli­mi­nan­do il vin­co­lo euro­peo lad­do­ve in con­tra­sto ai prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la Costi­tu­zio­ne anti­fa­sci­sta ed il pareg­gio di bilan­cio intro­dot­ti nel 2012. 

11. Abo­li­zio­ne del MES (Mec­ca­ni­smo euro­peo di sta­bi­li­tà) ed esclu­sio­ne di ogni ricor­so a esso. 

12. Ope­ra­re per la modi­fi­ca dei trat­ta­ti affin­ché la Ban­ca Cen­tra­le Euro­pea pos­sa favo­ri­re poli­ti­che indu­stria­li soste­ni­bi­li da un pun­to di vista ambien­ta­le. Intan­to la BCE deve con­ti­nua­re ad acqui­sta­re tut­ti i tito­li di Sta­to neces­sa­ri e non su richie­sta e con condizionamenti. 

13. Rico­no­sci­men­to del­lo Sta­to di Pale­sti­na e soli­da­rie­tà con tut­ti i popo­li oppres­si, a comin­cia­re da quel­lo cur­do. Costru­zio­ne di un fron­te paci­fi­sta inter­na­zio­na­le per la rea­liz­za­zio­ne di un model­lo di svi­lup­po che sal­vi il pia­ne­ta da guer­re, ingiu­sti­zie socia­li ed eco­no­mi­che e deva­sta­zio­ni ambientali. 

4. Migliorare la sanità e potenziare la pubblica amministrazione 

1. Rico­stru­zio­ne del Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­na­le uni­co per tut­te le regio­ni, supe­ran­do la con­tro­ri­for­ma del 2001 sen­za ripe­te­re gli erro­ri del pas­sa­to, eli­mi­nan­do l’aziendalizzazione e tor­nan­do alle USL con con­trol­lo demo­cra­ti­co del ter­ri­to­rio. Ripri­sti­na­re l’intera filie­ra del­la medi­ci­na ter­ri­to­ria­le  garan­ten­do le assun­zio­ni neces­sa­rie per la pre­sa in cari­co del­le per­so­ne e il rilan­cio del­la prevenzione.

2. Assi­cu­ra­re una spe­sa pub­bli­ca nel­la sani­tà che non scen­da mai sot­to la media euro­pea (7,3% del PIL), inver­ten­do la rot­ta rispet­to alla mano­vra Dra­ghi, che ha ridot­to la spe­sa sani­ta­ria al 6,3% del PIL per il 2024, ed eli­mi­nan­do il tet­to di spesa.

3. Aumen­ta­re i posti let­to per 1000 abi­tan­ti (in Ita­lia 3,2 nel 2017, a fron­te di una media euro­pea che supe­ra i 5) e il per­so­na­le medi­co e sani­ta­rio, anche per eli­mi­na­re le pre­sta­zio­ni intra moe­nia e rico­strui­re la rete dei medi­ci di base, rad­dop­pian­do subi­to il nume­ro del­le for­ma­zio­ni annue. 

4. Aumen­ta­re la spe­sa per la salu­te men­ta­le (a cui dedi­chia­mo solo il 3,5% del­la spe­sa sani­ta­ria, con­tro il 13% del Lus­sem­bur­go e l’8% del­la Fran­cia). Intro­dur­re la figu­ra del­lo psi­co­lo­go di base, e case del­la salu­te dif­fu­se nei ter­ri­to­ri con diver­se pro­fes­sio­na­li­tà anche di tipo psicoterapeutico.

5. Crea­re un ser­vi­zio di cura den­ta­le pub­bli­co che garan­ti­sca cure di qua­li­tà a prez­zi eco­no­mi­ci e gra­tui­te per le fasce meno abbien­ti del­la popolazione.

6. For­ni­re assi­sten­za gra­tui­ta alle per­so­ne non auto­suf­fi­cien­ti e un qua­dro nor­ma­ti­vo ade­gua­to ad assi­cu­ra­re i dirit­ti, le liber­tà e la digni­tà del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà. Più risor­se per la for­ni­tu­ra di pre­si­di, ausi­li e pro­te­si di qua­li­tà e per la con­ti­nui­tà assi­sten­zia­le tra ospe­da­le e ter­ri­to­rio. Amplia­men­to dei LEA (livel­li essen­zia­li di assi­sten­za) per le tera­pie abi­li­ta­ti­ve e ria­bi­li­ta­ti­ve. Sem­pli­fi­ca­zio­ne del­le pra­ti­che d’in­va­li­di­tà e del­le richie­ste per ausi­li (pan­no­lo­ni, sedie a rotel­le, deam­bu­la­to­ri ecc.).

7. Assi­cu­ra­re la pro­fi­las­si per espo­si­zio­ne da HIV coper­ta dal Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­na­le. Affron­ta­re la pan­de­mia sen­za cri­mi­na­liz­za­zio­ne del dis­sen­so e restri­zio­ni ingiu­sti­fi­ca­te del­le liber­tà civi­li. I vac­ci­ni van­no sot­trat­ti ai pro­fit­ti del­le multinazionali. 

8. Ripri­sti­no del con­trat­to a tem­po pie­no e inde­ter­mi­na­to come nor­ma in tut­ti i com­par­ti del­la Pub­bli­ca Amministrazione. 

9. Rein­ter­na­liz­za­zio­ne dei ser­vi­zi ester­na­liz­za­ti e ritor­no al pub­bli­co dei ser­vi­zi dati in appal­to con rias­sor­bi­men­to del per­so­na­le coinvolto. 

10. Una com­mis­sio­ne d’inchiesta par­la­men­ta­re sul­la gestio­ne del­la pan­de­mia come già riven­di­ca­to dai fami­lia­ri del­le vit­ti­me di Ber­ga­mo e Brescia.

11. Un nuo­vo pia­no pan­de­mi­co nazio­na­le ade­gua­ta­men­te finan­zia­to e con per­so­na­le ad hoc che abbia lo sco­po pri­ma­rio di indi­vi­dua­re e trac­cia­re tem­pe­sti­va­men­te il con­ta­gio nel ter­ri­to­rio, con le con­se­guen­ti misu­re di contenimento.

12. Un pia­no per i vac­ci­ni sul model­lo cuba­no, fon­da­to sul­la capil­la­re infor­ma­zio­ne e dif­fu­sio­ne ter­ri­to­ria­le del­la vac­ci­na­zio­ne, che se ben rea­liz­za­ta eli­mi­na il pro­ble­ma del­la coer­ci­zio­ne. Il moni­to­rag­gio per­ma­nen­te degli effet­ti vac­ci­na­li è natu­ral­men­te e come in tut­ti gli ambi­ti sani­ta­ri com­pi­to fon­da­men­ta­le del­la comu­ni­tà scien­ti­fi­ca e del­le istituzioni.

13. Abo­li­zio­ne del Pat­to di sta­bi­li­tà per gli Enti Loca­li e modi­fi­ca (con ritor­no alla ver­sio­ne ante 2012) degli artt. 81 e 97 del­la costi­tu­zio­ne che pre­ve­do­no il pareg­gio di bilancio.

Quel­lo per gli Sta­ti è sta­to sospe­so ma non quel­lo per gli Enti Loca­li pro­prio in vir­tù degli arti­co­li sopra citati.

5. Ridare dignità all’istruzione e alla scuola

1. La rea­liz­za­zio­ne del­la scuo­la del­la Costi­tu­zio­ne, per la qua­le l’istruzione è l’unico mez­zo per l’emancipazione del­le futu­re cit­ta­di­ne e dei futu­ri cit­ta­di­ni. La cul­tu­ra è un bene comu­ne pri­ma­rio che la scuo­la pub­bli­ca è chia­ma­ta a garan­ti­re e a dif­fon­de­re sen­za distin­zio­ni né tan­to­me­no discri­mi­na­zio­ni. Sia­mo per l’abolizione del­la rifor­me di Ren­zi, Gel­mi­ni e Bianchi. 

2. L’e­qui­pa­ra­zio­ne agli stan­dard euro­pei per i finan­zia­men­ti alla scuo­la e le retri­bu­zio­ni del per­so­na­le (con aumen­ti da far vale­re anche sul rin­no­vo del con­trat­to in cor­so). La mag­gio­re dota­zio­ne finan­zia­ria a favo­re del­l’i­stru­zio­ne dovrà pro­ve­ni­re dal­la ridu­zio­ne del­le spe­se mili­ta­ri, con inter­ven­ti da attuar­si fin da subi­to. I costi per la dife­sa, aumen­ta­ti negli ulti­mi anni, sono peral­tro desti­na­ti a cre­sce­re ulte­rior­men­te sul­la base degli accor­di sigla­ti in area Nato (con l’au­men­to del­la dota­zio­ne dei cac­cia­bom­bar­die­ri F35, per esem­pio, ognu­no dei qua­li ci coste­rà in media cir­ca 80 milio­ni di dollari).

3. Poli­ti­che d’intervento di siste­ma urgen­ti per affron­ta­re il dram­ma del­la disper­sio­ne sco­la­sti­ca, par­ti­co­lar­men­te con­si­sten­te nel Meri­dio­ne. Riba­dia­mo il nostro net­to NO all’autonomia regio­na­le dif­fe­ren­zia­ta, che aumen­ta dispa­ri­tà e spe­re­qua­zio­ni. Voglia­mo una scuo­la dif­fu­sa, non una scuo­la fal­ci­dia­ta dai dimen­sio­na­men­ti. Voglia­mo libri gra­tis alle medie, alle ele­men­ta­ri e alle supe­rio­ri. Mez­zi pub­bli­ci gra­tis fino a 18 anni. Cine­ma e tea­tro gra­tis fino a 18 anni.

4. Il lavo­ro nel­la scuo­la è ampia­men­te fem­mi­ni­liz­za­to, come il lavo­ro di cura e nel­la sani­tà, e anche per que­sto pro­fon­da­men­te svi­li­to. Sia­mo per il pie­no rico­no­sci­men­to del­la pro­fes­sio­ne docen­te e per l’in­cre­men­to del tem­po pie­no, spe­cial­men­te nel­le regio­ni del Sud, e la ridu­zio­ne del nume­ro degli alun­ni pre­sen­ti nel­le aule, per risol­ve­re il pro­ble­ma del­le “clas­si pol­la­io”: mas­si­mo 18 alun­ni per clas­se, di meno in pre­sen­za di alun­ni disa­bi­li. Sia­mo per la pie­na valo­riz­za­zio­ne e raf­for­za­men­to dei per­cor­si di acco­glien­za di alunni/e stra­nie­ri e del ruo­lo svol­to in clas­se da inse­gnan­ti di soste­gno e assi­sten­ti educativi/e.

5. La radi­ca­le revi­sio­ne degli appa­ra­ti di for­ma­zio­ne e di una “mac­chi­na” con­cor­sua­le basa­ta sul mero nozio­ni­smo e sui test “a cro­cet­te”: devo­no esse­re pro­ve tara­te sul meto­do, sul­l’e­spe­rien­za, sul­le capa­ci­tà di ragio­na­men­to a deci­de­re del futu­ro desti­no di chi abbia pen­sa­to di intra­pren­de­re la car­rie­ra del­l’in­se­gna­men­to; il docen­te non va “adde­stra­to” in lucro­se e inu­ti­li scuo­le di “alta for­ma­zio­ne”, ma sele­zio­na­to con rigo­ro­si cri­te­ri rispet­to­si dell’esperienza acqui­si­ta sul cam­po e del­le com­pe­ten­ze pos­se­du­te; la for­ma­zio­ne degli inse­gnan­ti deve pas­sa­re per per­cor­si fles­si­bi­li e per­ma­nen­ti, segna­ti da uno scam­bio di rifles­sio­ni, di idee, di espe­rien­ze tra scuo­la, uni­ver­si­tà e ter­ri­to­rio fina­liz­za­to a un pro­fon­do rilan­cio del­la cul­tu­ra e del suo valo­re civi­le e “poli­ti­co” per il con­so­li­da­men­to del­la democrazia.

6. La sta­bi­liz­za­zio­ne del per­so­na­le pre­ca­rio, con l’istituzione di un dop­pio cana­le per tut­ti gli abi­li­ta­ti con alme­no 36 mesi di ser­vi­zio e l’en­tra­ta in gra­dua­to­ria dopo un per­cor­so abi­li­tan­te spe­cia­le dai costi contenuti.

7. L’in­cen­ti­va­zio­ne del­la for­ma­zio­ne sul ter­ri­to­rio, con il diret­to coin­vol­gi­men­to del­le scuo­le e con la dovu­ta atten­zio­ne da riser­var­si alla for­ma­zio­ne degli adulti.

8. L’al­le­sti­men­to di luo­ghi sco­la­sti­ci salu­bri, vivi­bi­li, agi­bi­li, sicu­ri, e sen­za bar­rie­re. Stop al mer­ca­to degli edi­fi­ci affit­ta­ti da decen­ni dai pri­va­ti. Dopo due anni di pan­de­mia, rite­nia­mo indif­fe­ri­bi­le il pre­si­dio medi­co e di sup­por­to e psi­co­lo­gi­co nel­le scuo­le, l’investimento nell’edilizia scolastica.

9. La sbu­ro­cra­tiz­za­zio­ne del siste­ma d’istruzione, som­mer­so dai cre­scen­ti adem­pi­men­ti buro­cra­ti­ci sca­ri­ca­ti sul­le scuo­le per limi­tar­ne o ingab­biar­ne l’autonomia. Una gestio­ne del­la cosa pub­bli­ca in mate­ria d’istruzione che sia all’altezza dei suoi com­pi­ti e dei suoi dove­ri isti­tu­zio­na­li, in un’ottica di pub­bli­co ser­vi­zio garan­ti­to in tut­ta tra­spa­ren­za all’intera cittadinanza.

10. L’a­bo­li­zio­ne dell’ ”alter­nan­za scuo­la-lavo­ro”, segna­ta da dolo­ro­si lut­ti e inci­den­ti, così come con­ce­pi­ta dal­la rifor­ma del­la “Buo­na scuo­la”. L’i­sti­tu­zio­ne di rela­zio­ni strut­tu­ra­li col mon­do dell’università, all’in­se­gna di un rap­por­to pari­ta­rio e biu­ni­vo­co fra didat­ti­ca e ricer­ca in cui l’esperienza sco­la­sti­ca non ven­ga subor­di­na­ta all’esperienza di stu­dio nell’accesso all’insegnamento.

11. L’in­cen­ti­va­zio­ne del­la spe­ri­men­ta­zio­ne didat­ti­ca, strut­tu­ra­ta e di lun­go perio­do, in una visio­ne col­le­gia­le del­la scuo­la che ride­fi­ni­sca nel pro­fon­do anche le pra­ti­che valu­ta­ti­ve (sosti­tuen­do la com­pe­ti­zio­ne per il voto con la valo­riz­za­zio­ne dei pro­ces­si di appren­di­men­to). In que­sto con­te­sto va abo­li­to l’INVALSI che oltre­tut­to è un car­roz­zo­ne costoso.

12. L’a­bo­li­zio­ne di qua­lun­que vin­co­lo tem­po­ra­le alle richie­ste di mobilità.

13. Una scuo­la dell’infanzia obbli­ga­to­ria e gra­tui­ta sul­l’in­te­ro asse del­l’of­fer­ta pub­bli­ca dei nidi e dei ser­vi­zi edu­ca­ti­vi, e per­ciò da finan­ziar­si con inve­sti­men­ti strut­tu­ra­li, anche per supe­ra­re le dram­ma­ti­che e per­si­sten­ti spe­re­qua­zio­ni ter­ri­to­ria­li. La scuo­la è il luo­go pri­vi­le­gia­to in cui si diven­ta per­so­ne fin dal­la tene­ra o tene­ris­si­ma età, per­ché già in que­sta fase si impa­ra a rico­no­sce­re e a con­di­vi­de­re ciò che vuol dire sta­re insie­me. Va ele­va­to l’obbligo a 18 anni, rimo­du­lan­do indi­riz­zi e materie.

14. Il ripen­sa­men­to del­le moda­li­tà di ero­ga­zio­ne di una didat­ti­ca a distan­za i cui fal­li­men­ti si sono ripe­tu­ta­men­te toc­ca­ti con mano, nono­stan­te l’impegno del­le scuo­le e del­le fami­glie, nei dram­ma­ti­ci mesi del­la pan­de­mia. A ciò si aggiun­ga la neces­si­tà di riat­tri­bui­re il giu­sto peso alle riu­nio­ni col­le­gia­li in pre­sen­za, per una demo­cra­zia sco­la­sti­ca real­men­te par­te­ci­pa­ta, e di favo­ri­re l’at­tua­zio­ne di buo­ne pra­ti­che per l’in­clu­sio­ne degli alun­ni più fragili. 

15. Voglia­mo una scuo­la lai­ca e libe­ra da ste­reo­ti­pi di gene­re, nei dress code, nell’orientamento, nei testi sco­la­sti­ci, nel­la for­ma­zio­ne docen­te. Voglia­mo l’Educazione alla pari­tà di gene­re e alle dif­fe­ren­ze: nel­le azio­ni di con­tra­sto alla vio­len­za sul­le don­ne e di gene­re la scuo­la con­ti­nua a esse­re un gran­de assen­te. L’aspetto del­la pre­ven­zio­ne pun­tan­do sull’educazione è spes­so tra­la­scia­to o non con­si­de­ra­to dal­le isti­tu­zio­ni. Sia­mo per dare con­cre­ta attua­zio­ne alle linee gui­da intro­dot­te dal MIUR per  la pro­mo­zio­ne dei prin­ci­pi di pari oppor­tu­ni­tà nel­le scuo­le di ogni ordi­ne e gra­do (art. 1 com­ma 16 L. 107/2015)  attra­ver­so una leg­ge nazio­na­le che vin­co­li le scuo­le ad inclu­de­re pro­gram­mi e mate­ria­li sco­la­sti­ci sui temi qua­li la pari­tà di gene­re, la deco­stru­zio­ne degli ste­reo­ti­pi e la valo­riz­za­zio­ne del­le dif­fe­ren­ze, la solu­zio­ne non vio­len­ta dei con­flit­ti nei rap­por­ti inter­per­so­na­li, la vio­len­za con­tro le don­ne e di gene­re e il dirit­to all’integrità per­so­na­le, come indi­ca­to anche nell’art.14 del­la Con­ve­zio­ne di Istan­bul, e che inter­ven­ga sull’editoria sco­la­sti­ca per eli­mi­na­re gli ste­reo­ti­pi di gene­re dai testi e intro­dur­re le pro­ta­go­ni­ste fem­mi­ni­li in tut­ti gli ambi­ti di stu­dio. Inse­ri­men­to del­l’e­du­ca­zio­ne ses­sua­le in tut­te le scuo­le pub­bli­che, a par­ti­re dal­la scuo­la del­l’ob­bli­go, con pro­gram­mi che rico­no­sca­no ogni orien­ta­men­to ses­sua­le e iden­ti­tà di genere.

16. Abo­li­zio­ne del “docen­te esper­to” e e aumen­ti ugua­li per insegnanti.

17. Ride­fi­ni­zio­ne dell’iter di reclu­ta­men­to e nuo­vo siste­ma par­te­ci­pa­to per la for­ma­zio­ne con­ti­nua dei docenti.

6. Investire nell’università e nella ricerca 

1.Investimenti nell’università per supe­ra­re una situa­zio­ne in cui l’Italia è agli ulti­mi posti dei pae­si OCSE per nume­ro di per­so­ne lau­rea­te e per nume­ro di pro­fes­so­ri e ricer­ca­to­ri. Abo­li­zio­ne nume­ro chiu­so. Supe­ra­men­to di tut­te le figu­re pre­ca­rie con un’u­ni­ca figu­ra pre-ruo­lo e isti­tu­zio­ne di una Com­mis­sio­ne nazio­na­le per i con­cor­si, con sor­teg­gio tra i docen­ti, esclu­si quel­li degli Ate­nei inte­res­sa­ti. Risor­se distri­bui­te in manie­ra equa e dif­fu­sa per le linee di ricer­ca e per la col­lo­ca­zio­ne geografica.

2.Incentivare la ricer­ca di base – curio­si­ty dri­ven (sen­za vin­co­li a temi pre­de­fi­ni­ti) – sia in ter­mi­ni quan­ti­ta­ti­vi (nume­ro di ricer­ca­to­ri e ricer­ca­tri­ci) che qua­li­ta­ti­vi (amplia­re lo spet­tro del­le mate­rie) in ambi­to universitario.

3.Aumento di 500 milio­ni di euro annui al dirit­to allo stu­dio (es. abbas­sa­men­to tas­se uni­ver­si­ta­rie per i red­di­ti bas­si e aiu­to per gli affit­ti dei fuo­ri sede e costru­zio­ne di nuo­vi allog­gi per gli stu­den­ti). Azze­ra­re le tas­se ai bene­fi­cia­ri bor­se di stu­dio, da attri­bui­re a tut­ti gli idonei. 

4.40.000 posti per docen­ti e ricer­ca­to­ri per avvi­ci­nar­si alla media euro­pea nel rap­por­to docenti/studenti, e pro­gram­ma di assun­zio­ni e sta­bi­liz­za­zio­ni di per­so­na­le ammi­ni­stra­ti­vo, indi­spen­sa­bi­li per garan­ti­re il buon fun­zio­na­men­to degli ate­nei italiani.

5.Abolizione dell’ANVUR per isti­tui­re un ente più snel­lo, par­te­ci­pa­ti­vo e rap­pre­sen­ta­ti­vo del­le varie com­po­nen­ti del­la comu­ni­tà uni­ver­si­ta­ria con lo sco­po di ride­fi­ni­re le fina­li­tà del­la valu­ta­zio­ne e la neces­si­tà di valo­riz­za­re le atti­vi­tà interdisciplinari.

7. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali 

1. Stop al pro­get­to di Auto­no­mia dif­fe­ren­zia­ta che divi­de ulte­rior­men­te il pae­se tra regio­ni ric­che e regio­ni pove­re, in par­ti­co­la­re pena­liz­zan­do il Sud. Met­te­re in cam­po poli­ti­che di auto­no­mie ter­ri­to­ria­li e di pros­si­mi­tà. Non più pote­re alle regio­ni, ma più pote­re ai ter­ri­to­ri e al popo­lo. Basta colo­niz­za­zio­ne del sud e sfrut­ta­men­to del suo ter­ri­to­rio da par­te del­le multinazionali. 

2. Ripub­bli­ciz­za­zio­ne del ser­vi­zio idri­co con leg­ge nazio­na­le che pre­ve­da di tra­sfor­ma­re la natu­ra di tut­te le socie­tà, attual­men­te di dirit­to pri­va­to, in enti di dirit­to pub­bli­co, dan­do pie­na attua­zio­ne al Refe­ren­dum del 2011. Resti­tui­re al popo­lo e alla sua sovra­ni­tà i beni comu­ni: dall’acqua pub­bli­ca, all’aria puli­ta, all’energia e al mare, dal­le spiag­ge alle fore­ste e alle montagne. 

3. Crea­zio­ne di una azien­da pub­bli­ca nazio­na­le degli acque­dot­ti che gesti­sca la rete idri­ca e met­ta fine alla pia­ga del­le per­di­te idri­che. L’acqua è il pri­mo bene comu­ne, come ha ricor­da­to Papa Fran­ce­sco, nel­la Lau­da­to Sì.

4. Stral­cio del DDL Con­cor­ren­za (gover­no Dra­ghi) che riba­di­sce la pri­va­tiz­za­zio­ne come for­ma prin­ci­pa­le e ordi­na­ria di gestio­ne dei Ser­vi­zi pub­bli­ci loca­li e disin­cen­ti­va la gestio­ne a livel­lo locale.

5. Garan­ti­re ser­vi­zi pub­bli­ci nel­le aree inter­ne del pae­se, dove vive il 20% del­la popo­la­zio­ne, che sof­fro­no di pesan­ti dis­ser­vi­zi. Un pia­no di mes­sa in cura del nostro ter­ri­to­rio nazio­na­le, manu­te­nen­do fra­gi­li­tà soprat­tut­to nel­le aree inter­ne e peri­fe­ri­che. Tute­la di pae­sag­gio e poli­ti­che di rige­ne­ra­zio­ne urba­ni­sti­ca, stop con­su­mo di suo­lo e rea­liz­za­zio­ni di comu­ni­tà con un nuo­vo rap­por­to tra per­so­na e territorio. 

6. Pari­fi­ca­re le misu­re di con­trol­lo sull’anticorruzione tra pub­bli­co e privato. 

7. Favo­ri­re, spe­cie nel Sud Ita­lia, la costi­tu­zio­ne di azien­de spe­cia­li pub­bli­che (impre­se pub­bli­che) che si occu­pi­no di gesti­re le infra­strut­tu­re fon­da­men­ta­li per assi­cu­ra­re una fun­zio­ne soste­ni­bi­le e cir­co­la­re dei rifiu­ti, dell’acqua e del tra­spor­to pubblico. 

8. Misu­re vol­te a favo­ri­re l’economia loca­le seguen­do il model­lo di Pre­ston in Gran Bre­ta­gna incen­ti­van­do l’uso di impre­se loca­li per gli appal­ti degli enti locali. 

8. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica

1. Nazio­na­liz­za­zio­ne del set­to­re ener­ge­ti­co a par­ti­re da Enel Green Power (al momen­to con­trol­la­ta da Enel al 100%), per crea­re un’azienda pub­bli­ca che inve­sta su ener­gie rin­no­va­bi­li e quin­di garan­ti­re auto­no­mia ener­ge­ti­ca al pae­se e un pro­gres­si­vo con­trol­lo pub­bli­co su tut­to il set­to­re ener­ge­ti­co. Per un’economia cir­co­la­re, equa e soli­da­le, stop ince­ne­ri­to­ri, fos­si­le e nucleare.

2. Pia­no di inve­sti­men­ti straor­di­na­rio nel­le ener­gie rin­no­va­bi­li (alme­no 10 GW di nuo­ve instal­la­zio­ni l’anno), distri­bui­te sull’intero ter­ri­to­rio nazio­na­le, con impian­ti foto­vol­tai­ci pre­fe­ri­bil­men­te in aree già mol­to antro­piz­za­te ed eoli­ci pre­fe­ri­bil­men­te off­sho­re, non favo­ren­do ulte­rio­re con­su­mo di suo­lo.  Favo­ri­re inve­sti­men­ti in impian­ti a gestio­ne pubblica.

3. Fon­do pub­bli­co per finan­zia­re le comu­ni­tà ener­ge­ti­che loca­li, rigo­ro­sa­men­te rivol­te all’autoconsumo e sen­za sco­po di lucro. 

4. Abo­li­zio­ne dei SAD, i sus­si­di ambien­tal­men­te dan­no­si elar­gi­ti alle fon­ti fossili. 

5. Stop a ogni pro­get­to di estra­zio­ne petro­li­fe­ra in Ita­lia, nes­sun soste­gno pub­bli­co ai com­bu­sti­bi­li fos­si­li e bloc­co dei finan­zia­men­ti a pro­get­ti fos­si­li entro il 2024. 

6. Favo­ri­re un tra­spor­to pub­bli­co acces­si­bi­le, a bas­so costo, gra­tui­to per i meno abbien­ti, con un abbo­na­men­to uni­co a livel­lo nazio­na­le sul model­lo di Spa­gna e Germania. 

7. For­ti inve­sti­men­ti nel tra­spor­to urba­no e inte­rur­ba­no ed elet­tri­fi­ca­zio­ne di tut­to il tra­spor­to pubblico.

8. Incre­men­to del­le piste cicla­bi­li, non solo urba­ne, favo­ren­do usi misti di tra­spor­to (bici-tre­no, bici-auto­bus). Ripen­sa­men­to e riqua­li­fi­ca­zio­ne degli spa­zi a uso pub­bli­co per assi­cu­ra­re il dirit­to alla mobi­li­tà del­le per­so­ne con disabilità.

9. No alle gran­di ope­re inu­ti­li e dan­no­se come il TAV, auto­stra­de come la Pede­mon­ta­na, la Val­da­sti­co sud, la Bre­Be­Mi che cemen­ti­fi­ca­no il ter­ri­to­rio a fron­te di bas­si livel­li di uten­za. Finan­zia­re inve­ce ope­re pub­bli­che di cura e mes­sa in sicu­rez­za del ter­ri­to­rio nazio­na­le, da un pun­to di vista idro­geo­lo­gi­co, del­la rige­ne­ra­zio­ne urba­na, dei pae­si e bor­ghi, degli edi­fi­ci pub­bli­ci e pri­va­ti e soprat­tut­to dell’immenso patri­mo­nio artistico-culturale.

10. Stop all’utilizzo di jet pri­va­ti e pro­gres­si­va eli­mi­na­zio­ne dei viag­gi aerei su trat­te bre­vi coper­te da ade­gua­te linee ferroviarie. 

9. Proteggere l’ambiente e i beni comuni 

1. Rispet­ta­re e supe­ra­re gli impe­gni nazio­na­li di ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni dell’Accordo di Parigi. 

2. Leg­ge nazio­na­le per por­ta­re a zero il con­su­mo di suo­lo, che bloc­chi entro il 2025 le espan­sio­ni in zone natu­ra­li e agri­co­le e atti­vi un pro­gram­ma per il recu­pe­ro, il riu­so e la manu­ten­zio­ne del patri­mo­nio esistente. 

3. Disin­cen­ti­va­re pro­du­zio­ne, distri­bu­zio­ne e uso di pro­dot­ti usa e get­ta o dif­fi­cil­men­te ripa­ra­bi­li. Evi­ta­re l’uso di ince­ne­ri­to­ri, ter­mo­va­lo­riz­za­to­ri e rigas­si­fi­ca­to­ri. È neces­sa­rio adot­ta­re una visio­ne del rifiu­to come risor­sa inse­ri­ta in un con­te­sto di eco­no­mia cir­co­la­re, in cui si pre­sta atten­zio­ne al trat­ta­men­to dif­fe­ren­zia­to dei rifiu­ti supe­ran­do le disca­ri­che come ci chie­de l’Europa.

4. Rifor­ma agroe­co­lo­gi­ca del­la Poli­ti­ca Agri­co­la Comu­ne (PAC), taglian­do i sus­si­di agli alle­va­men­ti inten­si­vi e soste­nen­do azien­de agri­co­le che pro­du­co­no con meto­di eco­lo­gi­ci e a tute­la del­la bio­di­ver­si­tà.   Soste­gno al Plant Based Trea­ty che chie­de un’a­zio­ne urgen­te, per garan­ti­re che l’i­ni­zio di una tran­si­zio­ne giu­sta ed equa ver­so un siste­ma ali­men­ta­re sano e soste­ni­bi­le, atten­to al benes­se­re ani­ma­le e con azio­ni atte a rispet­ta­re l’Ac­cor­do di Pari­gi. Incen­ti­vi alla ricon­ver­sio­ne del­le azien­de zoo­tec­ni­che tra­mi­te l’utilizzo dei fon­di PNRR per favo­ri­re la tran­si­zio­ne agroa­li­men­ta­re plant-based. Ero­ga­zio­ne di pia­ni di for­ma­zio­ne e di stru­men­ti assi­sten­zia­li dedicati.

5. Aggior­na­men­to e attua­zio­ne imme­dia­ta del Pia­no di Azio­ne Nazio­na­le per l’u­so soste­ni­bi­le dei pro­dot­ti fito­sa­ni­ta­ri (PAN), che pre­ve­de il divie­to di uti­liz­zo di pesti­ci­di tos­si­ci, divie­to di pro­du­zio­ne e uti­liz­zo di gli­fo­sa­to e altri fito­sa­ni­ta­ri noci­vi per le api e gli altri impollinatori. 

6. Fon­do pub­bli­co di soste­gno per azien­de coo­pe­ra­ti­ve socia­li e comu­ni­tà che pas­sa­no all’a­gri­col­tu­ra bio­lo­gi­ca e che pro­muo­vo­no pra­ti­che agri­co­le ecosostenibili. 

7. Nuo­va leg­ge nazio­na­le dell’urbanistica ade­gua­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca e ai feno­me­ni di espan­sio­ne urba­na disor­di­na­ti e fram­men­ta­ti degli ulti­mi 30 anni, con aumen­to del­le aree pro capi­te per ser­vi­zi pub­bli­ci e aree verdi. 

8. Pie­na appli­ca­zio­ne del­la Stra­te­gia euro­pea sul­la biodiversità. 

9. Nuo­va Leg­ge qua­dro sul­le Aree natu­ra­li pro­tet­te che pon­ga al cen­tro del­la sua stra­te­gia l’implementazione del Siste­ma di aree pro­tet­te, che dovrà rag­giun­ge­re il 30% del­la super­fi­cie sia ter­re­stre che mari­na entro il 2030. Rifo­re­sta­zio­ne dei boschi e del­le aree urba­ne con alme­no 1 miliar­do di albe­ri all’anno da pian­ta­re per aumen­ta­re ossi­ge­no rispet­to all’emissione di CO2. Pro­gram­ma di ripri­sti­no degli habi­tat mari­ni e gestio­ne soste­ni­bi­le del­le risor­se itti­che. Pia­no straor­di­na­rio per la rina­tu­ra­liz­za­zio­ne del­le spon­de flu­via­li e in gene­ra­le degli eco­si­ste­mi flu­via­li per rista­bi­li­re gli eco­si­ste­mi di acqua dol­ce e le fun­zio­ni natu­ra­li dei fiumi. 

10. Pro­te­zio­ne del­la pic­co­la agri­col­tu­ra con­ta­di­na, nel­le aree mon­ta­ne e rura­li, che svol­ge atti­vi­tà di pre­si­dio ter­ri­to­ria­le e di sal­va­guar­dia dei ser­vi­zi eco-siste­mi­ci. Un’agricoltura tra­scu­ra­ta e che neces­si­ta di rego­le e misu­re spe­ci­fi­che, che devo­no esse­re scrit­te e attua­te attra­ver­so il con­tri­bu­to del­le pic­co­le asso­cia­zio­ni di set­to­re e dei ter­ri­to­ri. Pro­te­zio­ne del­le pic­co­le pro­du­zio­ni agro-pasto­ra­li del­le aree inter­ne e mon­ta­ne e degli anel­li debo­li del­le filie­re. Rico­no­sci­men­to del ruo­lo di pre­si­dio ter­ri­to­ria­le, socia­le e ambientale.

11. Ripub­bli­ciz­za­zio­ne del ser­vi­zio idri­co e leg­ge nazio­na­le che pre­ve­da di tra­sfor­ma­re la natu­ra di tut­te le socie­tà, attual­men­te di dirit­to pri­va­to, in enti di dirit­to pub­bli­co, dan­do pie­na attua­zio­ne al Refe­ren­dum del 2011 sul model­lo del comu­ne di Napo­li. Vie­ta­re la finan­zia­riz­za­zio­ne e la quo­ta­zio­ne in Bor­sa nei model­li di gestio­ne dell’acqua e dei beni pri­ma­ri. Pia­no nazio­na­le straor­di­na­rio per la ristrut­tu­ra­zio­ne del­la rete idri­ca, che ad oggi per­de oltre il 40%. Ridu­zio­ne degli spre­chi in agri­col­tu­ra e nel set­to­re indu­stria­le tra­mi­te l’in­se­ri­men­to del­l’ob­bli­go di pra­ti­che che com­por­ti­no rispar­mio idri­co. Favo­ri­re la rica­ri­ca del­le fal­de idri­che, indi­vi­duan­do e vin­co­lan­do tali aree di ricarica.

12. Pro­po­nia­mo la can­cel­la­zio­ne di tut­te le gran­di e pic­co­le ope­re che sono cli­ma-alte­ran­ti, noci­ve e dan­no­se per la salu­te, deva­stan­ti dal pun­to di vista ambien­ta­le e tra le cau­se del dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co, e per que­sto osteg­gia­te dal­le comu­ni­tà ter­ri­to­ria­li coin­vol­te. Il rispar­mio pre­vi­sto è di 30 miliardi.

10. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo

1. Leg­ge con­tro le delo­ca­liz­za­zio­ni indu­stria­li per impe­di­re alle mul­ti­na­zio­na­li di chiu­de­re impian­ti nel nostro pae­se (a par­ti­re dal­la pro­po­sta GKN pre­sen­ta­ta in Parlamento).

2. Crea­zio­ne di un’Agenzia di Pia­ni­fi­ca­zio­ne indu­stria­le orga­niz­za­ta per filie­re e con rap­pre­sen­tan­ti poli­ti­ci, indu­stria­li e sin­da­ca­li, al fine di svi­lup­pa­re una stra­te­gia indu­stria­le coor­di­na­ta al ser­vi­zio degli inte­res­si eco­no­mi­ci del paese. 

3. Inve­sti­men­ti a fon­do per­du­to per accor­pa­men­ti di pic­co­le e medie impre­se e pia­ni di espan­sio­ne per mez­zo di con­trat­ti di pro­gram­ma (uti­liz­zan­do fon­di da abo­li­zio­ne Tran­si­zio­ne 4.0).  

4. Isti­tu­zio­ne di un comi­ta­to pub­bli­co per le par­te­ci­pa­zio­ni sta­ta­li con com­pi­ti di indi­riz­zo e moni­to­rag­gio del­le impre­se par­te­ci­pa­te, affin­ché que­ste ope­ri­no con obiet­ti­vi orien­ta­ti al bene pub­bli­co per rein­du­stria­liz­za­re ricon­ver­ten­do, riqua­li­fi­can­do, e inno­van­do il tes­su­to produttivo.

5. Crea­zio­ne di isti­tu­ti di ricer­ca appli­ca­ta (Isti­tu­ti Mar­co­ni sul model­lo del Frau­n­ho­fer Tede­sco) al fine di acce­le­ra­re l’innovazione tec­no­lo­gi­ca del­le nostre imprese. 

6. Lavo­ra­re, anche tra­mi­te inter­ven­to sta­ta­le (ad esem­pio, lo Sta­to come azio­ni­sta di mag­gio­ran­za di alcu­ne azien­de mani­fat­tu­rie­re stra­te­gi­che) per la crea­zio­ne di poli lun­go la filie­ra del­le tec­no­lo­gie rin­no­va­bi­li (pale eoli­che, foto­vol­tai­co, elet­tro­liz­za­to­ri), per favo­ri­re cre­sci­ta inter­na e aggre­ga­zio­ni competitive. 

7. Pun­ta­re all’avvio di una filie­ra dedi­ca­ta al rici­clo e al recu­pe­ro di mate­ria­li, in linea con il nuo­vo pac­chet­to euro­peo sull’economia circolare 

8. Crea­zio­ne di un’in­du­stria far­ma­ceu­ti­ca pub­bli­ca che sia in gra­do di fare ricer­ca e inno­va­zio­ne nel­le aree di inte­res­se a mag­gior rischio per la salu­te pub­bli­ca, a mag­gio­re con­te­nu­to inno­va­ti­vo e in rispo­sta ai biso­gni col­let­ti­vi più diffusi. 

9. Isti­tu­zio­ne di un fon­do rilan­cia­re e rio­rien­ta­re l’intera filie­ra, anche con l’intervento diret­to del­lo sta­to, ver­so la pro­du­zio­ne di mez­zi di tra­spor­to pub­bli­ci e pri­va­ti soste­ni­bi­li.

10. For­ni­re alla Cas­sa Depo­si­ti e pre­sti­ti una licen­za ban­ca­ria che le pos­sa per­met­te­re due fun­zio­ni fon­da­men­ta­li: quel­la di finan­ziar­si pres­so la ban­ca cen­tra­le, e quel­la di pre­sta­re dena­ro alle impre­se- Per tut­ti gli inve­sti­men­ti indi­vi­dua­ti per i ser­vi­zi pub­bli­ci essen­zia­li, pro­po­nia­mo di uti­liz­za­re, sul­la base di cri­te­ri di tra­spa­ren­za e soste­ni­bi­li­tà, pre­sti­ti a tas­so zero attra­ver­so Cas­sa Depo­si­ti e Pre­sti­ti, che attual­men­te gesti­sce 265 miliar­di di rispar­mi posta­li con­fe­ri­ti da 22 milio­ni di cittadini.

11. Effet­tua­re rego­lar­men­te una veri­fi­ca degli impat­ti eco­no­mi­ci, socia­li ed eco­lo­gi­ci che le ban­che han­no sul­la socie­tà ita­lia­na. Si trat­ta di veri­fi­ca­re gli inve­sti­men­ti e i pre­sti­ti del­le ban­che ita­lia­ne per valu­tar­ne non solo i pro­fi­li di rischio dal pun­to di vista finan­zia­rio, come già avvie­ne per mano del­la Vigi­lan­za di Ban­ca d’Italia, ma anche il loro impat­to in ter­mi­ni eco­lo­gi­ci, socia­li, di salu­te e sicurezza.

11. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo 

1. Rifor­ma fisca­le per ridur­re le tas­se ai red­di­ti medi e bas­si e aumen­tar­le ai red­di­ti alti secon­do il prin­ci­pio di pro­gres­si­vi­tà san­ci­to dal­la Costi­tu­zio­ne. Stral­cio e can­cel­la­zio­ne del­la rifor­ma fisca­le di Dra­ghi che ha taglia­to le tas­se ai ric­chi. In par­ti­co­la­re rive­de­re la tas­sa­zio­ne in modo tale da ren­der­la pro­gres­si­va anche per il 5% più ric­co del­la popo­la­zio­ne che è oggi carat­te­riz­za­to da tas­sa­zio­ne regressiva.

2. Esten­sio­ne del­la base impo­ni­bi­le IRPEF a red­di­ti da capi­ta­le, immo­bi­lia­ri (pre­via rifor­ma del cata­sto) e finanziari. 

3. Intro­du­zio­ne di una tas­sa sul patri­mo­nio par­ten­do da una soglia di un milio­ne di euro e pro­ce­den­do con ali­quo­te in sen­so pro­gres­si­vo, come pro­po­sto dal­l’e­co­no­mi­sta Piketty. 

4. Aumen­to dell’imposta sul­le suc­ces­sio­ni e sul­le dona­zio­ni, per otte­ne­re un get­ti­to fisca­le in linea con i pae­si OCSE. 

5. Rifor­ma del cata­sto a get­ti­to inva­ria­to per redi­stri­bui­re il cari­co fisca­le su chi ha gran­di patri­mo­ni immo­bi­lia­ri e dimi­nui­re le tas­se per chi ha mode­ste proprietà. 

6. Espan­sio­ne del­la no-tax area da 8000 a 10.000 euro, peri­me­tran­do­la per evi­ta­re che favo­ri­sca anche i red­di­ti alti. 

7. Per le lavo­ra­tri­ci e i lavo­ra­to­ri auto­no­mi, com­bat­te­re la fram­men­ta­zio­ne e costrui­re un siste­ma assi­sten­zia­le omo­ge­neo, che inter­ven­ga a tute­la del­le situa­zio­ni di dif­fi­col­tà, indi­pen­den­te­men­te dal set­to­re e dal­la pro­fes­sio­ne. Cumu­la­re inden­ni­tà e cas­se pre­vi­den­zia­li e intro­dur­re una misu­ra uni­ca di soste­gno al reddito. 

8. Lot­ta con­tro l’evasione e l’e­lu­sio­ne fisca­le in Ita­lia (sti­ma­ta attor­no ai 90 miliar­di di euro ogni anno) aumen­tan­do il per­so­na­le dell’Agenzia del­le Entra­te, con l’assunzione dei 15 mila dipen­den­ti di cui è caren­te l’organico, e favo­ren­do l’interconnessione del­le ban­che dati e la pro­fi­la­zio­ne ano­ni­ma per far emer­ge­re ano­ma­lie rela­ti­ve a pos­si­bi­li evasori.

9. Fare pres­sio­ne in coor­di­na­men­to con altri pae­si per chiu­de­re i para­di­si fisca­li sia a livel­lo euro­peo (Irlan­da, Olan­da e Lus­sem­bur­go in par­ti­co­la­re) che a livel­lo internazionale. 

10. Oppo­si­zio­ne a con­do­ni sul rien­tro di capi­ta­li dall’estero.

11.Tassa patri­mo­nia­le pro­po­nia­mo una tas­sa straor­di­na­ria del 3% su tut­ti i por­ta­fo­gli finan­zia­ri con valo­re supe­rio­re a 880.000 euro, ovun­que dete­nu­ti, da per­so­ne fisi­che o giu­ri­di­che aven­ti cit­ta­di­nan­za ita­lia­na al momen­to del­l’en­tra­ta in vigo­re. L’introito pre­vi­sto è di 10 miliardi.

12.Web Tax — pro­po­nia­mo una web tax con un’aliquota del 30% per socie­tà con un ammon­ta­re com­ples­si­vo di rica­vi annui non infe­rio­re ai 500 milio­ni di euro e un ammon­ta­re di rica­vi da ser­vi­zi digi­ta­li non infe­rio­ri ai 2,5 milio­ni di euro. L’introito pre­vi­sto è di 8 miliardi.

13.Financial Tran­sac­tion Tax — pro­po­nia­mo una tas­sa con ali­quo­ta dif­fe­ren­zia­ta dal 0,1 al 0,8% a secon­da del­la natu­ra più o meno spe­cu­la­ti­va del­lo stru­men­to finan­zia­rio uti­liz­za­to, da appli­ca­re a tut­te le tran­sa­zio­ni finan­zia­rie (scam­bi di azio­ni, obbli­ga­zio­ni, scam­bi valu­ta­ri e con­trat­ti deri­va­ti) sia sui mer­ca­ti rego­la­men­ta­ti che over the coun­ter (OTC). L’introito pre­vi­sto è di 4 miliardi.

12. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa 

1.Contrastare l’usura, soprat­tut­to di stam­po mafio­so, aumen­tan­do i con­trol­li, i fon­di di soli­da­rie­tà e i mutui age­vo­la­ti, e raf­for­zan­do in gene­ra­le le misu­re a soste­gno degli impren­di­to­ri che ne sono vittime.

2.Rafforzamento del­le misu­re a soste­gno del­le impre­se vit­ti­me di rac­ket: trop­pe azien­de che si ribel­la­no all’estorsione e scel­go­no la lega­li­tà van­no poi incon­tro al fal­li­men­to ed abban­do­na­te dal­lo Sta­to. Mag­gio­ri misu­re a soste­gno dei testi­mo­ni di giustizia. 

3.Stretta sugli appal­ti in regi­me dero­ga­to­rio di som­ma urgen­za, mag­gio­re tra­spa­ren­za e con­trol­li soprat­tut­to nel set­to­re del­le costruzioni. 

4.Nuovi stru­men­ti nor­ma­ti­vi per col­pi­re la “zona gri­gia” di poli­ti­ca e impren­di­to­ria e le col­lu­sio­ni tra mas­so­ne­ria devia­ta e mafia. Rifor­ma del­la giu­sti­zia che dia for­za all’autonomia ed indi­pen­den­za dei magi­stra­ti come sin­go­li, con­tro gerar­chiz­za­zio­ni degli uffi­ci giu­di­zia­ri, eli­mi­na­zio­ne del ruo­lo del­le cor­ren­ti nel lavo­ro dei magi­stra­ti, fun­zio­ne del CSM non più asser­vi­to ai rap­por­ti opa­chi tra toghe e poli­ti­ca ma come luo­go di garan­zia di auto­no­mia e indi­pen­den­za del­la magi­stra­tu­ra qua­le con­di­zio­ne neces­sa­ria per l’uguaglianza dei cit­ta­di­ni di fron­te alla legge. 

5.Contrasto ai feno­me­ni cor­rut­ti­vi e al rici­clag­gio di dena­ro spor­co, attra­ver­so l’aumento degli inve­sti­men­ti per giu­sti­zia, strut­tu­re e personale.

6.Incrementare le risor­se eco­no­mi­che, socia­li, cul­tu­ra­li per costrui­re un model­lo di sicu­rez­za urba­na mul­ti­di­men­sio­na­le che si arti­co­li su dif­fe­ren­ti stra­te­gie, rivol­te innan­zi­tut­to all’empowerment dei sog­get­ti a rischio esclusione.

7.Legalizzare can­na­bis e dro­ghe leg­ge­re anche per toglie­re alle mafie un mer­ca­to red­di­ti­zio; inve­sti­men­to in poli­ti­che socia­li, sani­ta­rie e edu­ca­ti­ve per la ridu­zio­ne del­la doman­da di dro­ghe pesan­ti (finan­zia­to con una per­cen­tua­le sui beni sequestrati). 

8.Riformare e poten­zia­re l’Agenzia nazio­na­le dei beni seque­stra­ti e con­fi­sca­ti e gli ana­lo­ghi orga­ni­smi loca­li per favo­ri­re la ricon­ver­sio­ne socia­le.  Abro­ga­zio­ne del­le leg­gi Sal­vi­ni-Con­te e Min­ni­ti-Orlan­do che cri­mi­na­liz­za­no il con­flit­to socia­le e la pover­tà. Con­tra­sto alla cri­mi­na­liz­za­zio­ne e alla repres­sio­ne di movi­men­ti e lot­te, come il movi­men­to NO TAV, attra­ver­so san­zio­ni pena­li e pecuniarie.

9.Programmi di inclu­sio­ne e/o rein­se­ri­men­to socia­le per mar­gi­na­li­tà (ex dete­nu­ti, per­so­ne con dipen­den­za, per­so­ne con dia­gno­si di pato­lo­gia psi­chia­tri­ca, per­so­ne sole).

10.Sportello psi­co­lo­gi­co in car­ce­re con­nes­so con una rifor­ma del settore.

11.Riforma dell’istituto del­la deten­zio­ne soprat­tut­to per i rea­ti mino­ri, attra­ver­so un più ampio uti­liz­zo del­le misu­re alter­na­ti­ve e inve­sti­men­ti nel rein­se­ri­men­to socia­le dei dete­nu­ti. Inter­ve­ni­re sul siste­ma car­ce­ra­rio ina­de­gua­to e non degno di un pae­se civi­le e demo­cra­ti­co. Raf­for­za­re la fun­zio­ne rie­du­ca­ti­va del­la pena che pun­ti al rein­se­ri­men­to socia­le dei con­dan­na­ti. Pro­ces­si più giu­sti e rapi­di, con pari­tà effet­ti­va tra accu­sa e dife­sa, stop all’abuso del­la custo­dia cau­te­la­re e cer­tez­za del dirit­to. Mai più miglia­ia di con­dan­na­ti con sen­ten­za pas­sa­ta in giu­di­ca­to che non sono assi­cu­ra­ti alla giu­sti­zia. Deve esse­re por­ta­to a ter­mi­ne un pro­gram­ma ampio di depe­na­liz­za­zio­ni di fat­ti che oggi costi­tui­sco­no rea­to e spin­go­no ver­so il bara­tro del car­ce­re sog­get­ti socia­li debo­li o par­te­ci­pi alle lot­te sociali.

12.Stop alla cri­mi­na­liz­za­zio­ne e alle per­se­cu­zio­ni del­le lot­te socia­li, ambien­ta­li e sin­da­ca­li. Stop alle poli­ti­che di sgom­be­ro dei luo­ghi libe­ra­ti da pra­ti­che demo­cra­ti­che col­let­ti­ve di auto­go­ver­no e par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so. Il con­flit­to socia­le non è un rea­to e non si repri­me. Ado­zio­ne di una leg­ge nazio­na­le sui beni comu­ni, con usi civi­ci e pro­prie­tà col­let­ti­ve demo­cra­ti­che. Prov­ve­di­men­to di amnistia/indulto per i delit­ti com­mes­si in mani­fe­sta­zio­ni e dimo­stra­zio­ni (inva­sio­ne di ter­re­ni e immo­bi­li, dan­neg­gia­men­to, oltrag­gio e vio­len­za a pub­bli­co ufficiale).

13.Chiediamo l’introduzione del codi­ce iden­ti­fi­ca­ti­vo per le for­ze tut­te le for­ze di Polizia.

14.Giurisdizionalizzazione e limi­ta­zio­ne del­le misu­re di pre­ven­zio­ne usa­te impro­pria­men­te per limi­ta­re i dirit­ti politici.

13. Affermare diritti, libertà e autodeterminazione per tutte e per tutti 

1. Esten­sio­ne del­la leg­ge con­tro il raz­zi­smo e gli altri cri­mi­ni d’odio, anche alle vio­len­ze e alle discri­mi­na­zio­ni moti­va­te da orien­ta­men­to ses­sua­le, iden­ti­tà di gene­re, ses­so e disabilità.

2. Pro­muo­ve­re l’educazione al valo­re del­la dif­fe­ren­za di gene­re e il con­tra­sto agli ste­reo­ti­pi duran­te l’in­te­ro per­cor­so for­ma­ti­vo sco­la­sti­co con l’in­se­ri­men­to di spe­ci­fi­ci pro­gram­mi sul­l’e­du­ca­zio­ne al rispet­to del­le dif­fe­ren­ze e sul­la valo­riz­za­zio­ne del­le pari oppor­tu­ni­tà per uomi­ni e don­ne. For­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le rivol­ta a tut­ti gli ope­ra­to­ri coin­vol­ti nel feno­me­no del­la vio­len­za: dal­le for­ze del­l’or­di­ne agli ope­ra­to­ri dei ser­vi­zi socia­li e sani­ta­ri, a quel­li dei ser­vi­zi per il lavo­ro, come quel­la dei magistrati.

3. Esten­sio­ne del con­ge­do di pater­ni­tà sul model­lo spa­gno­lo (16 set­ti­ma­ne, di cui 6 obbli­ga­to­rie), esten­sio­ne anche del con­ge­do di mater­ni­tà e paren­ta­le, omo­ge­neiz­za­zio­ne del trat­ta­men­to eco­no­mi­co di quest’ultimo.  

4. Eli­mi­na­zio­ne di tut­ti gli osta­co­li occu­pa­zio­na­li, pro­fes­sio­na­li e sala­ria­li alla pie­na pari­tà di gene­re. Misu­re a soste­gno del­le start up fem­mi­ni­li e for­mu­le ade­gua­te per l’ac­ces­so al cre­di­to. Pari­tà di gene­re nel­lo sport e pie­no rico­no­scia­mo del pro­fes­sio­ni­smo fem­mi­ni­le nel­lo sport.

5. Misu­re a soste­gno del­la pie­na appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194/78 sull’interruzione volon­ta­ria di gra­vi­dan­za in tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le. L’obiezione di coscien­za nel ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­na­le lede il dirit­to all’autodeterminazione del­le donne.

6. Ren­de­re i con­sul­to­ri spa­zi pie­na­men­te gra­tui­ti e lai­ci, pre­si­di cul­tu­ra­li e socia­li oltre che socio-sanitari. 

7. Can­cel­la­zio­ne del­le poli­ti­che di cri­mi­na­liz­za­zio­ne degli immi­gra­ti e lot­ta con­tro il capo­ra­la­to e lo sfrut­ta­men­to. Appro­va­zio­ne del­lo ius soli e del­la cit­ta­di­nan­za ai figli degli immi­gra­ti. Abro­ga­zio­ne del­la leg­ge Bos­si Fini e defi­ni­zio­ne di cana­li di rego­la­riz­za­zio­ne per­ma­nen­te per chi vive sta­bil­men­te nel nostro Pae­se ma a cui è nega­ta la pos­si­bi­li­tà di ave­re tito­li di sog­gior­no. Modi­fi­ca del­la leg­ge sul­la cit­ta­di­nan­za 91/1992 in manie­ra tale da per­met­te­re l’ottenimento di tale dirit­to dopo 5 anni di per­ma­nen­za in Ita­lia. Non rin­no­vo del Memo­ran­dum Of Under­stan­ding con la Libia e accor­di simi­li con i Pae­si che non rispet­ta­no con­cre­ta­men­te la Con­ven­zio­ne di Gine­vra e chiu­su­ra dei Cen­tri Per­ma­nen­ti per il Rim­pa­trio (ex CIE) e abo­li­zio­ne di ogni for­ma di deten­zio­ne amministrativa. 

8. Appro­va­zio­ne del­la leg­ge sul fine vita e l’eutanasia lega­le. Disci­pli­na nor­ma­ti­va con­for­me a Costi­tu­zio­ne per i matri­mo­ni e le unio­ni di per­so­ne del­lo stes­so ses­so e per i figli nati. Matri­mo­nio egua­li­ta­rio, appun­to, con rico­no­sci­men­to alla nasci­ta dei figli e del­le figlie del­le cop­pie omo­ge­ni­to­ria­li. Leg­ge con­tro l’o­mo­le­sbo­bi­tran­sfo­bia e misu­re posi­ti­ve per fer­ma­re la discri­mi­na­zio­ne con­tro la comu­ni­tà LGBTQIA+. Nuo­va leg­ge trans, che non pato­lo­giz­zi e assu­ma l’i­den­ti­tà di gene­re come auto­de­ter­mi­na­zio­ne. Ogni per­so­na è diver­sa dall’altra ma ogni per­so­na ha ugua­le diritti.

9. L’assistenza ses­sua­le alle per­so­ne con disa­bi­li­tà è neces­sa­ria in una situa­zio­ne attua­le che nega ogni spe­ri­men­ta­zio­ne del­la ses­sua­li­tà aied alle disa­bi­li. L’or­ga­niz­za­zio­ne Mon­dia­le del­la Sani­tà defi­ni­sce la ses­sua­li­tà un aspet­to fon­da­men­ta­le per il rag­giun­gi­men­to del benes­se­re, che è una del­le com­po­nen­ti del­la salu­te. È neces­sa­ria una nor­ma­ti­va capa­ce di defi­ni­re la figu­ra pro­fes­sio­na­le ed il suo rap­por­to con l’assistito/a con lo sco­po di evi­ta­re peri­co­lo­si con­fi­ni con la pro­sti­tu­zio­ne, abbat­te­re tabù ed alleg­ge­ri­re fami­glia e paren­ti di com­pi­ti gra­vo­si. Ser­ve sta­bi­li­re per­cor­si for­ma­ti­vi dedi­ca­ti all’e­du­ca­zio­ne ses­sua­le e affet­ti­va, anche nel­le scuo­le, for­ni­re ade­gua­to sup­por­to psi­co­lo­gi­co, gine­co­lo­gi­co e andro­lo­gi­co alle per­so­ne con disabilità.

10. Favo­ri­re le for­me di par­te­ci­pa­zio­ne dei cit­ta­di­ni alla poli­ti­ca a livel­lo loca­le e nazio­na­le. Dife­sa dei refe­ren­dum con­tro i ten­ta­ti­vi di aumen­ta­re il nume­ro di fir­me neces­sa­rie a indi­re una con­sul­ta­zio­ne. Favo­ri­re for­me di par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so, anche in for­ma con­sul­ti­va e digitale. 

11. Rifor­ma dei mez­zi di infor­ma­zio­ne, come bene comu­ne, per impe­di­re la pro­prie­tà di media nazio­na­li a gran­di grup­pi impren­di­to­ria­li con inte­res­si eco­no­mi­ci in altri set­to­ri (edi­to­ri impu­ri). Poli­ti­che di soste­gno ai media loca­li e indi­pen­den­ti per garan­ti­re plu­ra­li­smo dell’informazione.

12. Scio­gli­men­to di tut­te le orga­niz­za­zio­ni neo­fa­sci­ste così come pre­vi­sto dal­la Costi­tu­zio­ne e richie­sto dal­la Riso­lu­zio­ne sull’aumento del­la vio­len­za neo­fa­sci­sta in Euro­pa appro­va­ta dal Par­la­men­to euro­peo il 25/10/28.

13. Disci­pli­na nor­ma­ti­va con­for­me alla Costi­tu­zio­ne per le unio­ni tra per­so­ne del­lo stes­so ses­so, ovve­ro matri­mo­nio egua­li­ta­rio con rico­no­sci­men­to alla nasci­ta dei figli e pari­fi­ca­zio­ne di ogni dirit­to con le cop­pie ete­ro­ses­sua­li. Per fare que­sto, è neces­sa­rio rein­ter­pre­ta­re il con­cet­to costi­tu­zio­na­le (arti­co­lo 29) di fami­glia come “socie­tà naturale”.

14.Misure posi­ti­ve per fer­ma­re discri­mi­na­zio­ne e vio­len­za omo­le­sbo­bi­tran­sfo­bi­ca su un pia­no socia­le, edu­ca­ti­vo e cul­tu­ra­le (inda­gi­ne Istat bien­na­le sul­le esi­sten­ze LGBTQIA+ in Ita­lia, finan­zia­men­ti agli stu­di di gene­re sul pia­no uni­ver­si­ta­rio, ini­zia­ti­ve pub­bli­che di alto pro­fi­lo come con­ve­gni e festival).

15.Inserimento del­l’e­du­ca­zio­ne ses­sua­le in tut­te le scuo­le pub­bli­che, a par­ti­re dal­la scuo­la del­l’ob­bli­go, con pro­gram­mi che rico­no­sca­no ogni orien­ta­men­to ses­sua­le e iden­ti­tà di gene­re. Esten­de­re la Dlgs 206 /13 in meri­to alle discri­mi­na­zio­ni per orien­ta­men­to ses­sua­le anche all’i­den­ti­tà di gene­re e intro­dur­re la car­rie­ra alias sui luo­ghi di lavo­ro, come è sta­to fat­to nel CCNL del­le Fun­zio­ni Centrali.

14. Sostenere il territorio, l’agricoltura contadina e il turismo lento

1.Disegnare rego­le e misu­re adat­te alla pic­co­la sca­la dell’agricoltura con­ta­di­na, che resta il siste­ma fon­da­men­ta­le dell’agricoltura ita­lia­na. Poli­ti­che pub­bli­che basa­te sui loro biso­gni, capa­ci di con­tra­sta­re la loro per­ma­nen­te dimi­nu­zio­ne nume­ri­ca, adat­te a con­tra­sta­re la posi­zio­ne di domi­nio asso­lu­to di poche cen­tra­li d’acquisto e di pochis­si­me indu­strie semen­tie­re nazio­na­li o mul­ti­na­zio­na­li. Ma anche in gra­do di arre­sta­re il pro­ces­so di acca­par­ra­men­to di ter­re e di con­su­mo di suo­lo, sia a fini urba­ni­sti­ci che agri­co­li (neces­sa­ria pro­te­zio­ne del­la ter­ra agricola).

2. Svi­lup­pa­re poli­ti­che posi­ti­ve che favo­ri­sco­no la crea­zio­ne di nuo­ve azien­de, nume­ro­se e quin­di di pic­co­le e medie dimen­sio­ni, favo­ren­do l’accesso all’uso del­la ter­ra da par­te di gio­va­ni o quan­ti voglia­no, in par­ti­co­la­re nel­le zone mon­ta­ne e collinari.

3. Garan­ti­re il dirit­to degli agri­col­to­ri a pro­dur­re, ripro­dur­re, con­ser­va­re, scam­bia­re e ven­de­re le pro­prie semen­ti ad altri agri­col­to­ri come stru­men­to fon­da­men­ta­le per pro­dur­re il neces­sa­rio adat­ta­men­to del­le col­ti­va­zio­ni ai cam­bia­men­ti climatici.

4. Se le aree inter­ne sono vit­ti­me di spo­po­la­men­to, non devo­no cer­to subi­re nuo­ve gen­tri­fi­ca­zio­ni da par­te di chi rastrel­la abi­ta­zio­ni loca­li per far­ci resort di lus­so per facol­to­si turi­sti. Pro­get­ta­re una dimen­sio­ne espe­rien­zia­le e len­ta del turi­smo, che ci fa apprez­za­re quel che tro­via­mo pas­so dopo pas­so, le rela­zio­ni con i ter­ri­to­ri e gli abitanti.

5. Finan­zia­re un turi­smo len­to incar­di­na­to su lun­ghe trac­ce – sen­tie­ri e ciclo­vie prin­ci­pal­men­te – a bas­sa velo­ci­tà: cam­mi­ni e ciclo­tu­ri­smi. L’enorme e anti­co patri­mo­nio di sen­tie­ri e cam­mi­ni ita­lia­ni (dal­la via Fran­ci­ge­na al Sen­tie­ro Ita­lia CAI, dal­le anti­che vie etru­sche e roma­ne alle tan­te vie del sale, dai sen­tie­ri sem­pre esi­sti­ti tra pae­si e cam­pa­gne ai trat­tu­ri, etc.) assie­me al più recen­te Siste­ma Nazio­na­le del­le Ciclo­vie Turi­sti­che devo­no con­vin­ta­men­te appar­te­ne­re al pros­si­mo pia­no di inve­sti­men­to infra­strut­tu­ra­le, non meno di altro. In Ger­ma­nia i 50.000 km di lun­ghe ciclo­vie sosten­go­no 9 miliar­di di indot­to all’anno per le aree inter­ne e oltre 300.000 posti di lavo­ro a un costo di inve­sti­men­to per km che è 100–150 infe­rio­re a quel­lo di una auto­stra­da. Par­lia­mo di occu­pa­zio­ne di qua­li­tà che per noi coin­ci­de con le nostre oste­rie, pic­co­li nego­zi, musei e ser­vi­zi alla persona.

15.  Rivoluzionare misure carcerarie e penali

1.È asso­lu­ta­men­te neces­sa­rio evi­ta­re che, all’interno degli Isti­tu­ti Peni­ten­zia­ri si per­pe­tui la peri­co­lo­sa con­vi­ven­za e com­mi­stio­ne tra per­so­ne che han­no alle spal­le car­rie­re delin­quen­zia­li e devian­ti di con­si­de­re­vo­le spes­so­re e dete­nu­ti con pene esi­gue e sti­li di vita che fan­no degli espe­dien­ti quo­ti­dia­ni la pro­pria cifra carat­te­ri­sti­ca, per evi­ta­re che la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta pos­sa attin­ge­re ad un ser­ba­to­io così cospi­cuo di mano­va­lan­za criminale.

2. Rispri­sti­na­re – paral­le­la­men­te agli inter­ven­ti di ridu­zio­ne del sovraf­fol­la­men­to car­ce­ra­rio – la pie­na digni­tà del­le con­di­zio­ni di deten­zio­ne, in modo ade­ren­te al det­ta­to del­la Costi­tu­zio­ne e nell’interesse dei lavo­ra­to­ri del­la Giu­sti­zia e del­la socie­tà civi­le, oltre che degli stes­si dete­nu­ti: un car­ce­re inde­gno è anche un car­ce­re insi­cu­ro e peri­co­lo­so, anche e soprat­tut­to per i ter­ri­to­ri che lo circondano.

3.Rispetto del­la pro­nun­cia del­la Cor­te costi­tu­zio­na­le in mate­ria di erga­sto­lo ostativo.

4.Amnistia/indulto per i rea­ti mino­ri, depe­na­liz­za­zio­ne del con­su­mo di sostan­ze stupefacenti.

5.Implementazione del­le misu­re alter­na­ti­ve al car­ce­re e aumen­to del­la pian­ta orga­ni­ca del per­so­na­le edu­ca­ti­vo, medi­co, psi­co­lo­gi­co e socio­sa­ni­ta­rio nel­le carceri. 

6.Misure alter­na­ti­ve alla deten­zio­ne per don­ne con pro­le di età infe­rio­re a 6 anni.

7.Estensione del­la sospen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pena fino alla pena deten­ti­va di tre anni, van­no miglio­ra­te le san­zio­ni sosti­tu­ti­ve per rea­liz­za­re l’obiettivo costi­tu­zio­na­le dell’emenda del reo e va ridot­to il car­ce­re a extre­ma ratio.

8.La giu­sti­zia deve esse­re acces­si­bi­le a tut­te e tut­ti, non solo a chi ha le risor­se eco­no­mi­che e cul­tu­ra­li. Gli eso­si i con­tri­bu­ti uni­fi­ca­ti, le mar­che da bol­lo care fan­no evi­ta­re il pro­ces­so civi­le, e ancor più ammi­ni­stra­ti­vo, per chi ha un dirit­to da far accer­ta­re. Van­no ridot­te e sem­pli­fi­ca­te que­ste incom­ben­ze e rein­tro­dot­to il divie­to di con­dan­na alle spe­se di lite per i lavo­ra­to­ri che eser­ci­ta­no la giurisdizione.

9.La legit­ti­ma dife­sa va rifor­ma­ta. Il Gover­no Conte/Salvini nel codi­ce pena­le han­no peg­gio­ra­to la scri­mi­nan­te del­la legit­ti­ma dife­sa domi­ci­lia­re e l’eccesso col­po­so di scri­mi­nan­ti. Ci impe­gnia­mo a ripor­ta­re la legit­ti­ma dife­sa entro il limi­te del­la pro­por­zio­na­li­tà per evi­ta­re la giu­sti­zia ‘fai da te’ e la dif­fu­sio­ne del­le armi da fuoco.

10.Creare una agen­zia che pos­sa dispor­re, come suc­ce­de in mol­to sta­ti euro­pei, di risor­se e mez­zo per un con­trol­lo è una pro­get­tua­li­tà dei per­cor­si di rein­se­ri­men­to sul territorio;

11.Introdurre e raf­for­za­re la pre­vi­sio­ne di altre san­zio­ni pena­li (lavo­ri di pub­bli­ca uti­li­tà, san­zio­ni sosti­tu­ti­ve, san­zio­ni eco­no­mi­che) nel siste­ma pena­le qua­li alter­na­ti­ve alla detenzione;

12.Trasformare la Poli­zia peni­ten­zia­ria, ren­den­do­la la Poli­zia del Mini­ste­ro del­la Giu­sti­zia, con giu­ri­sdi­zio­ne, pre­si­di, mez­zi e risor­se anche sui ter­ri­to­ri, oltre che nel­le car­ce­ri e uffi­ci ministeriali.

13. Un impe­gno dei Comu­ni e dei ter­ri­to­ri ad aprir­si per isti­tui­re del­le strut­tu­re di con­trol­lo e di acco­glien­za, con il sup­por­to e la respon­sa­bi­li­tà, in pri­mo luo­go, dei sin­da­ci rivol­te a quell’area di popo­la­zio­ne dete­nu­ta con pene bre­vi e scar­sis­si­me se non nul­le risor­se sul ter­ri­to­rio. Una popo­la­zio­ne che è espres­sio­ne di una mino­ri­tà sociale.

14. Un inve­sti­men­to cul­tu­ra­le mas­sic­cio sull’istruzione e sul­la for­ma­zio­ne all’in­ter­no del­le car­ce­ri: su qua­si 55mila dete­nu­ti ce ne sono 1.200 che fre­quen­ta­no l’u­ni­ver­si­tà ma anche 900 ita­lia­ni e anal­fa­be­ti. Una immis­sio­ne impor­tan­te di pro­fes­sio­na­li­tà in car­ce­re al fine di poten­zia­re tut­ti i per­cor­si di con­nes­sio­ne con il mon­do esterno.

15. Una mag­gio­re assun­zio­ne di respon­sa­bi­li­tà da par­te del Ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­na­le che in car­ce­re svol­ge una fun­zio­ne com­ples­sa e impegnativa.

16. Rendere i luoghi del lavoro salubri e sicuri

1.Ripristino del testo ori­gi­na­le del D.Lgs. 81/08, eli­mi­nan­do le modi­fi­che peg­gio­ra­ti­ve tese a dere­spon­sa­bi­liz­za­re il dato­re di lavo­ro sul­le misu­re di pro­te­zio­ne e pre­ven­zio­ne per la salu­te e la sicu­rez­za del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavoratori.

2.Supervisione di equi­pe obbli­ga­to­ria per lavo­ri alta­men­te stressanti.

3.Progetti di soste­gno spe­ci­fi­co per vit­ti­me di abu­si e violenze.

4.Revisione del­la posi­zio­ne giu­ri­di­ca dei medi­ci com­pe­ten­ti del lavo­ro da libe­ri pro­fes­sio­ni­sti a figu­re del ser­vi­zio pubblico.

5.Introduzione nel Codi­ce pena­le dei rea­ti di omi­ci­dio sul lavo­ro (Pdl pre­sen­ta­to da Mani­fe­sta), con revi­sio­ne dell’apparato san­zio­na­to­rio del Dlgs 81/2008, e di ves­sa­zio­ni sul lavo­ro ‑ina­spri­men­to del­le pene per il man­ca­to adem­pi­men­to degli obbli­ghi rela­ti­vi al dirit­to del lavo­ro e alla tute­la del­la salu­te e sicu­rez­za dei lavoratori.

6.Piano straor­di­na­rio di assun­zio­ni di alme­no 10000 fun­zio­na­ri di vigi­lan­za (ispet­to­ra­to del lavo­ro, tec­ni­ci pre­ven­zio­ne regio­na­li, INPS e INAIL).

7.Potenziamento dei pote­ri, dei dirit­ti e del­le garan­zie per i rap­pre­sen­tan­ti dei lavo­ra­to­ri per la sicu­rez­za (RLS).

17. MIGLIORARE LE PENSIONI PER LA MAGGIOR PARTE DEL PAESE

1.Abolizione del­la leg­ge Fornero.

2.Diritto alla pen­sio­ne con 60 anni di età o 35 di con­tri­bu­ti indi­pen­den­te­men­te dall’età.

3.Eliminazione di ogni rap­por­to tra impor­to dell’assegno pen­sio­ni­sti­co e aspet­ta­ti­va di vita.

4.Introduzione di con­tri­bu­ti figu­ra­ti­vi per:

a.         la cura dei figli fino a die­ci anni d’età e

b.         per la cura di per­so­ne non autosufficienti

c.          perio­di di disoc­cu­pa­zio­ne involontaria

d.         perio­di di istru­zio­ne supe­rio­re o uni­ver­si­ta­ria a par­ti­re da 17 anni e di for­ma­zio­ne lega­ta al cam­bio di lavoro

e.         Per le don­ne attri­bu­zio­ne di 3 anni di con­tri­bu­ti aggiun­ti­vi per ogni figlio

5.Introduzione di annua­li­tà di van­tag­gio per i lavo­ri gra­vo­si e usuranti.

6. Aumen­to del­le pen­sio­ni mini­me a 1000 euro.

7.Rivalutazione com­ple­ta del­le pen­sio­ni fino a 5 mila euro lor­di e aggan­cio alla dina­mi­ca dei salari.

8.Scorporo dell’assistenza dal bilan­cio dell’INPS.

9.Restituzione all’INPS del­le tas­se paga­te dai pensionati.

18. Contrastare il dissesto idrogeologico e fermare il consumo di suolo

1.Piano straor­di­na­rio per la rina­tu­ra­zio­ne del­le spon­de flu­via­li e in gene­ra­le degli eco­si­ste­mi flu­via­li per rista­bi­li­re gli eco­si­ste­mi di acqua dol­ce e le fun­zio­ni natu­ra­li dei fiumi. 

2.Divieto dei tagli a raso lun­go le spon­de flu­via­li ed in gene­re del­la rimo­zio­ne del­la vege­ta­zio­ne ripa­ria­le autoctona. 

3.Aumento fon­di sta­ta­li desti­na­ti ai CRAS, cen­tri recu­pe­ro ani­ma­li sel­va­ti­ci, e pia­no di rifo­re­sta­zio­ne, con­tra­sto alla cemen­ti­fi­ca­zio­ne e all’eccessiva antro­piz­za­zio­ne, pia­ni di rewil­ding sul ter­ri­to­rio nazio­na­le per il rein­se­ri­men­to eco­lo­gi­co di spe­cie e indi­vi­dui ido­nei. Svi­lup­po e incen­ti­va­zio­ne di meto­di di gestio­ne fau­ni­sti­ca non cruen­ti. Divie­to di cac­cia su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale.

4.Riforestazione del­le aree a mag­gior rischio ero­sio­ne come stra­te­gia più effi­ca­ce per la pro­te­zio­ne del suo­lo e la ridu­zio­ne del rischio idrau­li­co a valle.

5.Incentivazione del­lo spo­sta­men­to di beni espo­sti in aree non sog­get­te a pos­si­bi­li inon­da­zio­ni, abo­li­zio­ne dei con­sor­zi di boni­fi­ca e pia­ni­fi­ca­zio­ne di com­pe­ten­za regio­na­le a sca­la di bacino.

6.Legge nazio­na­le per il con­su­mo di suo­lo ZERO: rigo­ro­se nor­me sta­ta­li, imme­dia­ta­men­te effi­ca­ci, per bloc­ca­re imme­dia­ta­men­te il con­su­mo del suo­lo, e con­tem­po­ra­nea­men­te indi­vi­dua­zio­ne di azio­ni a vasta sca­la per il recu­pe­ro e rige­ne­ra­zio­ne del patri­mo­nio immo­bi­lia­re esistente.

7.Iniziativa legi­sla­ti­va per una nuo­va leg­ge nazio­na­le dell’urbanistica ade­gua­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca e ai feno­me­ni di espan­sio­ne urba­na disor­di­na­ta e fram­men­ta­ta degli ulti­mi 70anni, con aumen­to del­le aree pub­bli­che pro-capi­te per ser­vi­zi pub­bli­ci e eco­si­ste­mi­ci facen­do fron­te alle dise­gua­glian­ze ter­ri­to­ria­li e del­le aree interne.

8.Revisione del d.lgs. n. 152/2006 in mate­ria di Valu­ta­zio­ne di Impat­to Ambien­ta­le e del d.lgs. n. 104/2017, in par­ti­co­la­re dell’art. 6, al fine di otte­ne­re che la pro­ce­du­ra di VIA ven­ga effet­tua­ta sul pro­get­to defi­ni­ti­vo, i mem­bri del­la Com­mis­sio­ne VIA sia­no sele­zio­na­ti attra­ver­so pro­ce­du­re di evi­den­za pub­bli­ca e che ven­ga pre­vi­sta un’adeguata ini­zia­ti­va san­zio­na­to­ria nei con­fron­ti di chi abbia rea­liz­za­to pro­get­ti sen­za la pro­ce­du­ra di VIA o non rispet­tan­do le pre­scri­zio­ni ambientali.

9.Programma di fore­sta­zio­ne e gestio­ne del­le Aree Urba­ne e periur­ba­ne in accor­do con la Stra­te­gia Euro­pea sul­la Biodiversità.

10. Attua­zio­ne di un pia­no nazio­na­le per il recu­pe­ro del dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co in con­nes­sio­ne con il pia­no nazio­na­le per l’occupazione  che spe­cial­men­te nel sud avreb­be rica­du­te eco­no­mi­che diret­te e indirette.

19. Uguaglianza di genere e contrasto alla violenza di genere in ogni suo aspetto

1. È neces­sa­rio supe­ra­re il gen­der gap eco­no­mi­co e lavo­ra­ti­vo e rimuo­ve­re gli osta­co­li all’ac­ces­so, alla per­ma­nen­za sul lavo­ro, alla car­rie­ra del­le don­ne, rap­pre­sen­ta­ti dal for­te sovrac­ca­ri­co del lavo­ro di cura sul­le loro spal­le e che indu­ce all’ab­ban­do­no del lavo­ro dopo la nasci­ta di un/una figlio/a. Com­bat­tia­mo la pri­va­tiz­za­zio­ne del cari­co dome­sti­co e del lavo­ro di cura, la dispa­ri­tà red­di­tua­le e sala­ria­le che è spes­so frut­to del­lo svi­li­men­to dei lavo­ri fem­mi­ni­liz­za­ti (vedi scuo­la e sani­tà), dei part- time invo­lon­ta­ri, del “sof­fit­to di cri­stal­lo” nei luo­ghi di lavo­ro. Le don­ne han­no pen­sio­ni media­men­te più bas­se e sono mol­te di più le pen­sio­ni socia­li del­le don­ne che degli uomi­ni. Voglia­mo poli­ti­che eco­no­mi­che femministe:

2. Il lavo­ro non retri­bui­to del­le don­ne nel­la cura di bambine/i, anziane/i e disa­bi­li deve tra­sfor­mar­si in lavo­ro retri­bui­to attra­ver­so un gran­de pia­no di rilan­cio nel set­to­re pub­bli­co, inve­sten­do e assu­men­do nei ser­vi­zi per la sani­tà, per l’as­si­sten­za, per l’e­du­ca­zio­ne (del­la pri­ma infan­zia, per il tem­po pie­no e il dopo scuo­la). Inve­sti­re in que­sti set­to­ri è un mol­ti­pli­ca­to­re che indu­ce for­te cre­sci­ta di occu­pa­zio­ne fem­mi­ni­le, per­ché le don­ne sono spes­so mag­gio­ran­za al loro interno.

3. Rimuo­ve­re osta­co­li anche di tipo cul­tu­ra­le lega­ti agli ste­reo­ti­pi di gene­re: for­ma­zio­ne obbli­ga­to­ria nel­le azien­de (come quel­la per la Sicu­rez­za) su mole­stie, edu­ca­zio­ne al rispet­to e alle diver­si­tà, eli­mi­na­zio­ne degli ste­reo­ti­pi nei pro­ces­si di sele­zio­ne e pro­mo­zio­ne. Occor­re rico­no­sce­re lo stes­so sala­rio per lo stes­so lavo­ro, can­cel­lan­do quin­di le dif­fe­ren­ze tra dipen­den­ti di coo­pe­ra­ti­ve e dipen­den­ti pub­bli­ci impe­gna­ti nei ser­vi­zi socia­li, sani­ta­ri e sco­la­sti­ci sul PNRR:

4. Dare pie­na appli­ca­zio­ne alla Con­ven­zio­ne di Istan­bul che pre­ve­de, tra l’altro, l’i­sti­tu­zio­ne dei cen­tri anti­vio­len­za ogni 40.000 abi­tan­ti. Raf­for­za­re e soste­ne­re le reti ter­ri­to­ria­li di Cen­tri Anti­vio­len­za aumen­tan­do i fon­di gover­na­ti­vi per il loro finan­zia­men­to asse­gnan­do­li alle regio­ni affin­ché isti­tui­sca­no sia le case rifu­gio che un pia­no per appar­ta­men­ti frui­bi­li mes­si a dispo­si­zio­ne dagli Enti loca­li. Aper­tu­ra in ogni cit­tà di case rifu­gio pub­bli­che per per­so­ne vit­ti­me di vio­len­za, in par­ti­co­la­re con­tro le don­ne e la comu­ni­tà LGBTQIA+.

5. Appro­va­zio­ne del­la leg­ge sul con­sen­so e le mole­stie e con­tra­sto alla PAS. Raf­for­za­re le misu­re cau­te­la­ri per pre­ve­ni­re feno­me­ni di vio­len­za (poten­zia­men­to del brac­cia­let­to elet­tro­ni­co, dei prov­ve­di­men­ti come l’allontanamento del coniu­ge vio­len­to dal­la casa e l’avvicinamento ai luo­ghi fre­quen­ta­ti dal­la per­so­na vit­ti­ma di offe­se e violenza).

6. Cam­pa­gne di infor­ma­zio­ne e sen­si­bi­liz­za­zio­ne sul­la vio­len­za di gene­re, nel­le scuo­le e nei luo­ghi di for­ma­zio­ne e di con­tra­sto ad ogni for­ma di rap­pre­sen­ta­zio­ne ses­si­sta o discri­mi­na­to­ria del­la don­na tra­smes­sa dai media e dal­la pub­bli­ci­tà. Ripen­sa­re in modo strut­tu­ra­le al siste­ma edu­ca­ti­vo e for­ma­ti­vo come misu­ra di con­tra­sto alle disu­gua­glian­ze e ste­reo­ti­pi di gene­re. For­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le rivol­ta a tut­ti gli ope­ra­to­ri coin­vol­ti nel feno­me­no del­la vio­len­za: dal­le for­ze del­l’or­di­ne agli ope­ra­to­ri dei ser­vi­zi socia­li e sani­ta­ri, a quel­li dei ser­vi­zi per il lavo­ro, come quel­la dei magistrati.

7. Inve­sti­re in poli­ti­che di pre­ven­zio­ne che, in linea con quan­to indi­ca­to dal­la Con­ven­zio­ne di Istan­bul, con­sen­ta­no di affron­ta­re la que­stio­ne cul­tu­ra­le dal­la qua­le si ori­gi­na la vio­len­za con­tro le don­ne e di tut­te le per­so­ne indi­pen­den­te­men­te dall’identità di gene­re, attra­ver­so inter­ven­ti sul pia­no dell’educazione.

8. Pro­muo­ve­re l’educazione al valo­re del­la dif­fe­ren­za di gene­re e il con­tra­sto agli ste­reo­ti­pi duran­te l’in­te­ro per­cor­so for­ma­ti­vo sco­la­sti­co con l’in­se­ri­men­to di spe­ci­fi­ci pro­gram­mi sul­l’e­du­ca­zio­ne al rispet­to del­le dif­fe­ren­ze e sul­la valo­riz­za­zio­ne del­le pari oppor­tu­ni­tà per uomi­ni e donne.

9. Can­cel­la­re la Leg­ge 54 del 2006 che, usan­do il ter­mi­ne fumo­so di “bige­ni­to­ria­li­tà”, sta di fat­to ripri­sti­nan­do la Patria pote­stà. Que­sto qua­dro si appe­san­ti­sce anco­ra di più nel­le sepa­ra­zio­ni in segui­to a vio­len­za dome­sti­ca o abu­si sui mino­ri: le/i figli/e che non voglio­no vede­re il padre vio­len­to ven­go­no con­si­de­ra­ti affet­ti da una cosid­det­ta “alie­na­zio­ne paren­ta­le”, una sin­dro­me che sareb­be cau­sa­ta dal­la madre male­vo­la, e che è sta­ta già scon­fes­sa­ta dal­le comu­ni­tà scien­ti­fi­che inter­na­zio­na­li. La Supre­ma Cor­te ha evi­den­zia­to, sul­la scor­ta dell’apparato moti­va­zio­na­le dell’ordinanza del 17 mag­gio 2021, n. 13217, che “il richia­mo alla sin­dro­me d’alienazione paren­ta­le e ad ogni suo, più o meno evi­den­te, anche incon­sa­pe­vo­le, corol­la­rio, non può dir­si legit­ti­mo, costi­tuen­do il fon­da­men­to pseu­do­scien­ti­fi­co di prov­ve­di­men­ti gra­ve­men­te inci­si­vi sul­la vita dei mino­ri”. Van­no revo­ca­te le nume­ro­se situa­zio­ni in cui bam­bi­ne e bam­bi­ni che vive­va­no sere­na­men­te con madri accu­den­ti sono sta­ti loro strappate/i e messe/i in case fami­glie per esse­re “rieducate/i” alla rela­zio­ne col padre.

10. Assi­cu­ra­re che i con­sul­to­ri garan­ti­sca­no un per­cor­so di accom­pa­gna­men­to, di assi­sten­za e cura del­la salu­te ses­sua­le e ripro­dut­ti­va, per tut­te le don­ne e alle libe­re sog­get­ti­vi­tà, nel rispet­to e del­le nuo­ve linee di indi­riz­zo del Mini­ste­ro del­la Sani­tà, che pre­ve­do­no la som­mi­ni­stra­zio­ne gra­tui­ta del­la pil­lo­la RU486 (abor­to far­ma­co­lo­gi­co), nei con­sul­to­ri pub­bli­ci e non in ospe­da­le come avvie­ne già in mol­ti pae­si in Euro­pa. I con­sul­to­ri in col­le­ga­men­to con le strut­tu­re sani­ta­rie deb­bo­no garan­ti­re tut­te le fasi lega­te all’in­ter­ru­zio­ne del­la gra­vi­dan­za nel rispet­to e in appli­ca­zio­ne del­la L. 194. Ren­de­re i con­sul­to­ri spa­zi pie­na­men­te gra­tui­ti e lai­ci, pre­si­di cul­tu­ra­li e socia­li oltre che socio­sa­ni­ta­ri. Aumen­ta­re i cen­tri sani­ta­ri per le per­so­ne Tran­sgen­der in un per­cor­so tera­peu­ti­co: sono solo otto in Ita­lia e non copro­no l’u­ten­za del­le richie­ste per acce­de­re alle pre­sta­zio­ni sanitarie

11. Ren­de­re gra­tui­ta la con­trac­ce­zio­ne, per garan­ti­re dirit­ti e salu­te ripro­dut­ti­va del­le don­ne, e allo stes­so tem­po com­bat­te­re le disgre­ga­zio­ni e le discri­mi­na­zio­ni socia­li eco­no­mi­che e geo­gra­fi­che a cui le don­ne sem­pre sono soggette.

12. Garan­ti­re nel Siste­ma sani­ta­rio nazio­na­le acces­so ai per­cor­si di Pro­crea­zio­ne Medi­cal­men­te Assi­sti­ta (PMA) a cop­pie ete­ro­ses­sua­li e lesbi­che e a don­ne singole.

13. Rin­no­vo del turn over: la garan­zia del­la pre­sen­za di alme­no una/o psicologa/o e un/una assi­sten­te socia­le a tem­po pie­no per con­sul­to­rio; pre­sen­za e valo­riz­za­zio­ne di tut­te le figu­re pro­fes­sio­na­li pre­vi­ste nell’equipe con con­trat­ti che garan­ti­sca­no con­ti­nui­tà lavo­ra­ti­va e sta­bi­li­tà; copre­sen­za degli ope­ra­to­ri, in coe­ren­za con la meto­do­lo­gia con­sul­to­ria­le basa­ta sul con­cet­to di lavo­ro in equi­pe e approc­cio inter­di­sci­pli­na­re del­le pro­ble­ma­ti­che affron­ta­te; isti­tu­zio­ne del­l’as­sem­blea delle/degli uten­ti per una gestio­ne par­te­ci­pa­ta del ser­vi­zio. For­ma­zio­ne del per­so­na­le sani­ta­rio per rico­no­sce­re e con­tra­sta­re gli ste­reo­ti­pi sul­le per­so­ne LBGTQIA+ che influen­za­no l’approccio rela­zio­na­le con loro e anche le scel­te sanitarie.

14. Inve­sti­re sul­la ricer­ca nel­la medi­ci­na di gene­re: la medi­ci­na con­ti­nua ad esse­re un ambi­to non solo incen­tra­to su pro­ble­ma­ti­che pre­va­len­te­men­te maschi­li, ma anche indi­riz­za­to ad una costan­te ope­ra di mar­gi­na­liz­za­zio­ne del­le pro­ble­ma­ti­che pret­ta­men­te fem­mi­ni­li e di sostan­zia­le nor­ma­liz­za­zio­ne del dolo­re stret­ta­men­te lega­to all’apparato geni­ta­le fem­mi­ni­le. Que­sto indi­riz­zo del­la medi­ci­na ha deter­mi­na­to che malat­tie tipi­ca­men­te fem­mi­ni­li tra cui ad esem­pio le malat­tie dell’apparato geni­ta­le fem­mi­ni­le ven­ga­no poco stu­dia­te e, di con­se­guen­za, poco cura­te. È il caso dell’endometriosi ed anche del­la vul­vo­di­nia, que­st’ul­ti­ma nono­stan­te sia sta­ta rico­no­sciu­ta dall’Organizzazione mon­dia­le del­la sani­tà nel 2020, ad oggi è pochis­si­mo cono­sciu­ta, non è pre­vi­sta una pro­ce­du­ra codi­fi­ca­ta per la dia­gno­si e, soprat­tut­to, non esi­sto­no pro­to­col­li di cura.  Ad oggi, inol­tre, la cura di que­sta pato­lo­gia non è rico­no­sciu­ta dal SSN e com­por­ta spe­se eco­no­mi­che mol­to alte a cari­co del­le pazien­ti. Soste­nia­mo l’approvazione del­la leg­ge per il Rico­no­sci­men­to del­la vul­vo­di­nia e del­la neu­ro­pa­tia del puden­do come malat­tie cro­ni­che e inva­li­dan­ti non­ché dispo­si­zio­ni per la loro dia­gno­si e per la tute­la del­le per­so­ne che ne sono affet­te (sul model­lo del­la pro­po­sta pre­sen­ta­ta il 28.3.22).

15.Completa abo­li­zio­ne dell’Iva su pro­dot­ti igie­ni­co-sani­ta­ri: il ciclo mestrua­le non è un lusso. 

20. Dare risposta alle aree interne e alla questione merdionale

1.Opporsi al regio­na­li­smo dif­fe­ren­zia­to, con­di­zio­ne indi­spen­sa­bi­le per affer­ma­re che i dirit­ti di cit­ta­di­nan­za di ogni ita­lia­no non pos­so­no esse­re dif­fe­ren­zia­ti, che il benes­se­re col­let­ti­vo e le infra­strut­tu­re fon­da­men­ta­li del­la vita quo­ti­dia­na non sono lega­ti né al red­di­to né alla geografia.

2.Abbandonare il para­dos­so del Pnrr di finan­zia­re i biso­gni attra­ver­so ban­di “com­pe­ti­ti­vi”, che impli­ca che le ammi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che più strut­tu­ra­te sot­to il pro­fi­lo pro­get­tua­le e gestio­na­le cat­tu­ri­no risor­se indi­pen­den­te­men­te dal livel­lo dei biso­gni socia­li. I biso­gni non si met­to­no a ban­do, van­no sod­di­sfat­ti con strut­tu­re e ser­vi­zi ade­gua­ti lad­do­ve man­ca­no o sono carenti.

3.Il Mez­zo­gior­no ha un dispe­ra­to biso­gno di raf­for­za­re le ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li, for­te­men­te depo­ten­zia­te dai tagli e dai defi­nan­zia­men­ti del­le poli­ti­che di auste­ri­tà dell’ultimo quin­di­cen­nio. È neces­sa­rio con urgen­za un gran­de pia­no di reclu­ta­men­to nei Comu­ni meri­dio­na­li di cen­ti­na­ia di miglia­ia di gio­va­ni pre­pa­ra­ti e moti­va­ti: inge­gne­ri, eco­no­mi­sti, socio­lo­gi, infor­ma­ti­ci, bota­ni­ci, agro­no­mi, valu­ta­to­ri, ani­ma­to­ri, espe­ri in gestio­ne e ren­di­con­ta­zio­ne di progetti.

4.Il futu­ro del Mez­zo­gior­no, e dell’Italia, è in lar­ga par­te lega­to al desti­no del­le sue aree inter­ne. Si è col­pe­vol­men­te dimen­ti­ca­to che l’abbandono del­le aree inter­ne di col­li­na e di mon­ta­gna avreb­be por­ta­to con sé anche la scom­par­sa di diver­si­fi­ca­ti beni pub­bli­ci di estre­ma uti­li­tà per le popo­la­zio­ni di pia­nu­ra. Per dare innan­zi­tut­to digni­tà ai restan­ti del­le aree inter­ne meri­dio­na­li e per avvia­re pro­ces­si del ripo­po­la­men­to uma­no, sul­la scia del­le poli­ti­che atti­va­te dal­la Snai sareb­be assai uti­le soste­ne­re le uni­ver­si­tà meri­dio­na­li in pros­si­mi­tà del­le aree inter­ne affin­ché avvii­no pro­gram­mi di ricer­ca-azio­ne in que­ste aree, di rico­gni­zio­ne di risor­se e biso­gni, di coin­vol­gi­men­to atti­vo del­le popo­la­zio­ni loca­li, di fer­ti­liz­za­zio­ne incro­cia­ta tra cono­scen­ze con­te­stua­li e cono­scen­ze scientifiche.

5.La cura dei beni e dei ser­vi­zi “fon­da­men­ta­li” (casa, lavo­ro, tra­spor­ti, scuo­la, salu­te) deve esse­re al cen­tro di poli­ti­che per l’abitabilità quo­ti­dia­na dei luo­ghi. Dise­gno isti­tu­zio­na­le a misu­ra di ter­ri­to­rio, risor­se uma­ne ed eco­no­mi­che dedi­ca­te, pro­ce­du­re velo­ci ed effi­ca­ci, nuo­ve strut­tu­re orga­niz­za­ti­ve di attua­zio­ne e dia­lo­go for­te tra ammi­ni­stra­zio­ne e poli­ti­ca: una poli­ti­ca ter­ri­to­ria­le per le aree inter­ne pone que­stio­ni di inte­res­se gene­ra­le per il Pae­se nel suo insieme.

6.Considerare il feno­me­no immi­gra­to­rio nel­le aree inter­ne in un’ottica win-win, di mutuo bene­fi­cio per i migran­ti e per le comu­ni­tà loca­li del­le aree inter­ne, supe­ran­do l’approccio emer­gen­zia­le a favo­re di una poli­ti­ca strut­tu­ra­le e pla­ce-sen­si­ti­ve del­la accoglienza.

7.Promuovere la par­te­ci­pa­zio­ne atti­va e agen­cy dei nuo­vi abi­tan­ti stra­nie­ri, per favo­rir­ne il radi­ca­men­to ter­ri­to­ria­le e l’esercizio con­cre­to dei dirit­ti di cit­ta­di­nan­za, evi­tan­do che sia­no por­ta­ti a lascia­re le aree inter­ne per spo­star­si altrove.

8.Utilizzare il PNRR per bilan­cia­re in par­te i gua­sti crea­ti dal­la modi­fi­ca del Tito­lo V del­la Costi­tu­zio­ne, che a par­ti­re dal 2001 ha spez­za­to l’unitarietà nazio­na­le dei ser­vi­zi pub­bli­ci essen­zia­li e ha mol­ti­pli­ca­to le distan­ze tra le diver­se regio­ni del Pae­se Secon­do le indi­ca­zio­ni del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, l’Italia ha rice­vu­to la quo­ta di fon­di del Pnnr più alta di tut­ti i Pae­si d’Europa (191,5 miliar­di di euro) soprat­tut­to per risol­ve­re la situa­zio­ne dram­ma­ti­ca (mag­gio­re disoc­cu­pa­zio­ne e Pil infe­rio­re) del Mez­zo­gior­no. Rie­qui­li­brio del­le risor­se Pnrr la cui desti­na­zio­ne è sbi­lan­cia­ta al Nord, poten­zia­men­to del­le ammi­ni­stra­zio­ni  per favo­ri­re il rispet­to dei tem­pi richie­sti per i pro­get­ti finan­zia­ti dal Pnrr e eser­ci­zio dei pote­ri sosti­tu­ti sta­ta­li nei con­fon­ti degli enti loca­li in difficoltà.

9. Recu­pe­ro dell’insostenibile diva­rio tra il Sud e il resto dell’Italia in ter­mi­ni di per­so­na­le sani­ta­rio com­ples­si­vo e posti let­to (28,2 posti let­to di degen­za ordi­na­ria ogni 10 mila abi­tan­ti al Sud, con­tro 33,7 al Cen­tro-Nord) poten­zian­do il finan­zia­men­to del siste­ma sani­ta­rio pub­bli­co del­le regio­ni meridionali.

10. Pia­no di rim­bo­schi­men­to e di risa­na­men­to del suo­lo e del sottosuolo.

11. Con­cre­to soste­gno pub­bli­co alle filie­re pro­dut­ti­ve che recu­pe­ri­no spa­zi per una agri­col­tu­ra e una zoo­tec­nia di qua­li­tà incen­tra­te sul­le voca­zio­ni territoriali.

12. Pia­no indu­stria­le nazio­na­le per il nel nostro Mez­zo­gior­no, che deter­mi­ni sul­la base di obiet­ti­vi eco­no­mi­ci, socia­li e ambien­ta­li  dove pro­dur­re e cosa pro­dur­re, favo­ren­do lo svi­lup­po di un mer­ca­to del lavo­ro sen­za lavo­ro nero, basa­to su lavo­ro sta­bi­le e ben retribuito.

13. Pro­gram­mi pub­bli­ci di riqua­li­fi­ca­zio­ne e ricol­lo­ca­men­to dei lavo­ra­to­ri e del­le lavo­ra­tri­ci disoc­cu­pa­te nel qua­dro di una pia­no di inve­sti­men­ti e soste­gno pub­bli­co alla ricon­ver­sio­ne eco-com­pa­ti­bi­le del­le azien­de in crisi.

14. Sta­bi­li­re final­men­te i fab­bi­so­gni stan­dard per ter­ri­to­rio, cioè deter­mi­na­re qua­li risor­se mini­me sia giu­sto che lo Sta­to garan­ti­sca con impo­ste pro­prie o con la pere­qua­zio­ne. Al momen­to si è scel­to di con­ti­nua­re in base alla “spe­sa sto­ri­ca”, cioè in fun­zio­ne di quel mec­ca­ni­smo per­ver­so, quell’imbroglio, per cui a Reg­gio Cala­bria vi sono solo tre asi­li, men­tre a Reg­gio Emi­lia 63, pur con una popo­la­zio­ne infe­rio­re, i finan­zia­men­ti rela­ti­vi non avven­go­no sul­la base del­le rea­li esi­gen­ze, ma solo foto­gra­fan­do “sto­ri­ca­men­te” la situa­zio­ne esi­sten­te. Un vero e pro­prio insul­to e una sfi­da ai cit­ta­di­ni Mez­zo­gior­no. Così gra­zie all’applicazione del­la “spe­sa sto­ri­ca” un bam­bi­no del Sud, per que­sto Sta­to, ha sì dirit­to all’asilo nido, ma solo nel­la misu­ra in cui gli enti loca­li del suo ter­ri­to­rio sia­no sta­ti capa­ci di vin­ce­re dei ban­di com­pe­ti­ti­vi con altri enti loca­li in luo­ghi più ric­chi, più col­le­ga­ti e con più per­so­na­le (anche gra­zie ai tra­sfe­ri­men­ti sta­ta­li da sem­pre dise­gua­li). In caso con­tra­rio, tale dirit­to deca­de e lui/lei e la sua fami­glia, che paga le stes­se tas­se del­le fami­glie che risie­do­no in ter­ri­to­ri più ric­chi, si devo­no arrangiare.

15 Cen­si­men­to dei siti di inte­res­se sto­ri­co e arti­sti­co e pia­no di finan­zia­men­to pub­bli­co su cui inter­ve­ni­re, e paral­le­la­men­te voglia­mo un dif­fu­so soste­gno pub­bli­co a desti­na­to alla valo­riz­za­zio­ne e la pro­mo­zio­ne del patri­mo­nio cul­tu­ra­le imma­te­ria­le, quel­lo fat­to di tra­di­zio­ni musi­ca­li, antro­po­lo­gi­che, reli­gio­se, arti­sti­che, lin­gui­sti­co-let­te­ra­rie, ludi­che e culi­na­rie. Van­no sal­va­guar­da­te non in nome di un pas­sa­to astrat­to, ma pro­prio in nome di una memo­ria capa­ce di costrui­re comu­ni­tà e aper­tu­ra comu­ni­ca­ti­va al tem­po stes­so. Voglia­mo, a tal pro­po­si­to, che il Mini­ste­ro dei beni cul­tu­ra­li isti­tui­sca un tavo­lo per­ma­nen­te di coor­di­na­men­to con le sin­go­le Regio­ni e gli enti loca­li sul pia­no pro­vin­cia­le. aper­to al con­tri­bu­to atti­vo dell’associazionismo culturale.

21. Investire in cultura, comunicazione e informazione

1.L’investimento nel­la cul­tu­ra deve rag­giun­ge­re alme­no all’1,5% del Pil. I set­to­ri del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le ed arti­sti­ca devo­no esse­re finan­zia­ti tra­mi­te la fisca­li­tà gene­ra­le e la fisca­li­tà di sco­po. Defi­sca­liz­za­zio­ne degli inve­sti­men­ti in cul­tu­ra e Iva al 4% per tut­te le ope­re e le atti­vi­tà cul­tu­ra­li. Leg­gi di siste­ma per tut­ti i set­to­ri del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le che rimet­ta­no al cen­tro l’intervento del­lo Sta­to, il soste­gno alle ope­re e agli auto­ri e non alle impre­se, al fine di libe­ra­re la pro­du­zio­ne, la distri­bu­zio­ne e la frui­zio­ne del­la cul­tu­ra dai mec­ca­ni­smi del mer­ca­to e dal profitto.

2.Abrogare le rifor­me Fran­ce­schi­ni,  tor­na­re a riu­ni­re ter­ri­to­rio e musei in fun­zio­ne del­la tute­la e del­la pro­du­zio­ne e redi­stri­bu­zio­ne del­la cono­scen­za attra­ver­so la ricer­ca e intro­dur­re l’accesso gra­tui­to a tut­ti i musei e i siti del­la cul­tu­ra sta­ta­li, ripor­ta­re la pian­ta orga­ni­ca dei Beni cul­tu­ra­li a 25.000 uni­tà, e coprir­le tut­te con posti a tem­po inde­ter­mi­na­to; tor­na­re imme­dia­ta­men­te al livel­lo di finan­zia­men­to del patri­mo­nio pre­ce­den­te al taglio Bon­di-Tre­mon­ti del 2008 e  abo­li­re il Fon­do Edi­fi­ci di Cul­to del Mini­ste­ro dell’Interno e ricon­dur­re il patri­mo­nio cul­tu­ra­le chie­sa­sti­co sot­to il con­trol­lo diret­to del­le soprin­ten­den­ze territoriali.

3.Politica tra­spa­ren­te di restau­ro e mes­sa in sicu­rez­za del patri­mo­nio arti­sti­co ed archi­tet­to­ni­co crean­do così sia lavo­ro che mag­gio­re pos­si­bi­li­tà di frui­zio­ne. Sal­va­guar­dia e valo­riz­za­zio­ne dell’aspetto ambien­ta­le e ter­ri­to­ria­le, spin­gen­do que­sto set­to­re ver­so una nuo­va moda­li­tà di approc­cio più lega­ta a que­sti temi.

4.Gestione pub­bli­ca del patri­mo­nio arti­sti­co, rifiu­tan­do la logi­ca di appal­to e subap­pal­to e rein­ter­na­liz­za­zio­ne dei set­to­ri e/o dei com­par­ti esternalizzati.

5.Riconoscimento dei dirit­ti dei lavo­ra­to­ri di tut­ti i set­to­ri dei beni e del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le e arti­sti­ca: ammor­tiz­za­to­ri socia­li, malat­tie pro­fes­sio­na­li, infor­tu­ni sul lavo­ro, mater­ni­tà, dirit­to alla pen­sio­ne. Rico­no­sci­men­to del carat­te­re “inter­mit­ten­te” del lavo­ro cul­tu­ra­le: die­tro il lavo­ro che “emer­ge” c’è un lun­go lavo­ro som­mer­so che va defi­ni­to come “lavo­ro” e come tale retri­bui­to e tute­la­to. Crea­zio­ne   codi­ci ivs ex Enpals spe­ci­fi­ci per tut­te le lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri          del set­to­re che non sono rico­no­sciu­ti, dal pun­to di vista    con­tri­bu­ti­vo e con­trat­tua­le, come tali. Revi­sio­ne e uni­fi­ca­zio­ne dei CCNL, pro­ce­den­do vero un’omologazione con­trat­tua­le a rial­zo che con­tra­sti la fram­men­ta­zio­ne, le disu­gua­glian­ze, lo sfrut­ta­men­to, il pre­ca­ria­to e il lavo­ro nero. Intro­du­zio­ne di un sala­rio mini­mo, neces­sa­rio per tut­te quel­le figu­re pro­fes­sio­na­li sem­pre più sfrut­ta­te (lavo­ra­to­ri musea­li, fac­chi­ni, tec­ni­ci, per­so­na­le di sala e guar­dia­nia ecc..). Tet­to all’u­ti­liz­zo, spe­cial­men­te in strut­tu­re pub­bli­che, di lavo­ro deter­mi­na­to e rifiu­to del­l’u­ti­liz­zo del volon­ta­ria­to al posto del­l’as­sun­zio­ne del­le figu­re pro­fes­sio­na­li spe­ci­fi­che. Sta­bi­liz­za­zio­ne del­le pre­ca­rie e dei pre­ca­ri degli enti pub­bli­ci (Fon­da­zio­ni Liri­co Sin­fo­ni­che, Musei ecc.). 

6.Una nor­ma­ti­va anti­tru­st, ver­ti­ca­le e oriz­zon­ta­le, che impe­di­sca da un lato la for­ma­zio­ne di posi­zio­ni domi­nan­ti (e non solo l’abuso di esse, come pre­ve­do­no le attua­li leg­gi) e dall’altro la con­cen­tra­zio­ne nel­le stes­se mani del­la pro­du­zio­ne e/o distri­bu­zio­ne di diver­si mez­zi di comu­ni­ca­zio­ne e del­le diver­se for­me espres­si­ve. Chi edi­ta quo­ti­dia­ni e perio­di­ci non può pos­se­de­re emit­ten­ti tele­vi­si­ve o radio­fo­ni­che né con­ces­sio­na­rie di pub­bli­ci­tà; le impre­se di pro­du­zio­ne e distri­bu­zio­ne cine­ma­to­gra­fi­ca non pos­so­no edi­ta­re quo­ti­dia­ni o perio­di­ci né pos­se­de­re emit­ten­ti tele­vi­si­ve, e così per i diver­si set­to­ri dell’industria cul­tu­ra­le e soste­gno alla pic­co­la editoria.

7.Piano di inve­sti­men­to pub­bli­co atto a crea­re una mag­gio­re acces­si­bi­li­tà, sia eco­no­mi­ca che archi­tet­to­ni­ca ai luo­ghi di frui­zio­ne cul­tu­ra­le.  Leg­gi per il soste­gno alla distri­bu­zio­ne indi­pen­den­te e a tut­ti i luo­ghi di frui­zio­ne del­la cul­tu­ra. Leg­gi che impe­di­sca­no il cam­bio di desti­na­zio­ne d’uso di tut­ti i luo­ghi del­la cul­tu­ra (sale cine­ma­to­gra­fi­che, tea­tra­li, sale per con­cer­ti, biblio­te­che, libre­rie, musei, ecce­te­ra). Valo­riz­za­zio­ne, crea­zio­ne e finan­zia­men­to di pre­sì­di cul­tu­ra­li di pros­si­mi­tà favo­ren­do for­me di gestio­ne copar­te­ci­pa­ta con asso­cia­zio­ni del ter­ri­to­rio e Rin­no­va­men­to dei cri­te­ri del Fus in un’ottica di poli­ti­ca       cul­tu­ra­le, dan­do atten­zio­ne alle pic­co­le real­tà dif­fu­se sul ter­ri­to­rio nazio­na­le, sle­gan­do­lo dal­le logi­che di bilan­cio e ripor­tan­do­lo a degli inve­sti­men­ti eco­no­mi­ci coerenti.

8.Riunire Ambien­te e Cul­tu­ra in un solo Mini­ste­ro del Ter­ri­to­rio e del Patri­mo­nio (un mini­ste­ro dell’articolo 9 del­la Costi­tu­zio­ne), da inten­de­re come un mini­ste­ro dei dirit­ti del­la per­so­na, come lo sono quel­li del­la Salu­te e dell’Istruzione. ‘Deco­lo­niz­za­re’ i monu­men­ti attra­ver­so un gran­de pro­get­to di edu­ca­zio­ne costi­tu­zio­na­le al patri­mo­nio e inse­ri­re l’insegnamento del­la sto­ria dell’arte (inte­sa come sto­ria del patri­mo­nio cul­tu­ra­le) in tut­te le scuo­le, di ogni ordi­ne e grado.

Nel­la scuo­la dell’obbligo isti­tu­zio­ne in for­ma per­ma­nen­te – a inte­gra­zio­ne del nor­ma­le ciclo sco­la­sti­co — di labo­ra­to­ri di musi­ca, tea­tro, cine­ma affi­da­ti a pro­fes­sio­na­li­tà dei set­to­ri artistici.

9.Costruzione in tut­te le cit­tà, in tut­ti i quar­tie­ri e in tut­te le peri­fe­rie del pae­se di una rete di spa­zi pub­bli­ci del­la cul­tu­ra: luo­ghi di incon­tro, par­te­ci­pa­zio­ne, pro­du­zio­ne, spe­ri­men­ta­zio­ne, for­ma­zio­ne e frui­zio­ne culturale

10.Riforma del­la Rai che riaf­fer­mi la cen­tra­li­tà del ser­vi­zio pub­bli­co radio­te­le­vi­si­vo sot­traen­do­lo alla diret­ta dipen­den­za del gover­no (con­tro­ri­for­ma del gover­no Ren­zi) e ripor­tan­do­lo sot­to il con­trol­lo del Par­la­men­to e che garan­ti­sca una gestio­ne demo­cra­ti­ca e par­te­ci­pa­ta, plu­ra­li­sta e decen­tra­ta del­la più gran­de isti­tu­zio­ne pub­bli­ca “pro­dut­tri­ce di sen­so”. Rifor­ma che pre­ve­da la nomi­na dei mem­bri del cda su cur­ri­cu­la e pro­get­ti edi­to­ria­li scel­ti tra per­so­na­li­tà del­la cul­tu­ra, del lavo­ro, dell’informazione, del­la pro­du­zio­ne cul­tu­ra­le. Rego­le per garan­ti­re auto­no­mia cul­tu­ra­le e liber­tà crea­ti­va, le pro­fes­sio­na­li­tà e non le “fedel­tà”, la par­te­ci­pa­zio­ne alla gestio­ne e di veri­fi­ca demo­cra­ti­ca da par­te del­le for­ze socia­li, cul­tu­ra­li e pro­fes­sio­na­li. Rego­le per libe­ra­re La Rai dai cri­te­ri di eco­no­mi­ci­tà e di mer­ci­fi­ca­zio­ne del­la sua offer­ta cul­tu­ra­le per pun­ta­re ad una pro­po­sta diver­si­fi­ca­ta che pro­du­ca doman­de cul­tu­ra­li diversificate.

11.Leggi di siste­ma che met­ta­no al cen­tro l’intervento pub­bli­co a soste­gno dell’editoria indi­pen­den­te, di quel­la coo­pe­ra­ti­va, di quel­la di par­ti­to, di quel­la cul­tu­ra­le. Rego­le tra­spa­ren­ti e finan­zia­men­ti cer­ti per garan­ti­re la liber­tà, l’indipendenza e il plu­ra­li­smo dell’informazione e del­la comu­ni­ca­zio­ne. Soste­gno pub­bli­co a garan­zia del­la soprav­vi­ven­za dei cosid­det­ti “pun­ti ven­di­ta”, cioè le edi­co­le e soste­gno pub­bli­co per  garan­ti­re una poli­ti­ca dei prez­zi per i quo­ti­dia­ni e i periodici.

12.Riforma demo­cra­ti­ca e par­te­ci­pa­ta di tut­te le isti­tu­zio­ni cul­tu­ra­li pub­bli­che la cui gestio­ne deve esse­re affi­da­ta alle for­ze socia­li, cul­tu­ra­li e pro­fes­sio­na­li del set­to­re. Le isti­tu­zio­ni cul­tu­ra­li devo­no tor­na­re ad esse­re isti­tu­zio­ni pub­bli­che e non più fon­da­zio­ni di dirit­to pri­va­to con obbli­go di pareg­gio di bilan­cio (fon­da­zio­ni liri­co-sin­fo­ni­che, Bien­na­le di Vene­zia, eccetera

13.Leggi di tute­la, con­ser­va­zio­ne e valo­riz­za­zio­ne (non sepa­ra­bi­li) dei beni cul­tu­ra­li ed arti­sti­ci da par­te del­lo Sta­to e del­le strut­tu­re pub­bli­che, che garan­ti­sca­no tra l’altro inve­sti­men­ti cer­ti per la ricon­ver­sio­ne del nostro ter­ri­to­rio e la sua mes­sa in sicu­rez­za. Un pia­no straor­di­na­rio di manu­ten­zio­ne del pae­sag­gio e del nostro patri­mo­nio sto­ri­co ed arti­sti­co e il rico­no­sci­men­to di tut­te le pro­fes­sio­na­li­tà del set­to­re del restau­ro e dell’archeologia.

14.Redistribuzione dei  flus­si turi­sti­ci e con­tra­sto ai  feno­me­ni di over tou­ri­sm incen­ti­van­do una pro­mo­zio­ne e valo­riz­za­zio­ne pub­bli­ca e soste­ni­bi­le dei luo­ghi cul­tu­ra­li supe­ran­do l’ottica di mer­ca­to. Il turi­smo non è sem­pre la solu­zio­ne, occor­re vigi­la­re affin­ché non diven­ti il pro­ble­ma. L’effetto del­le atti­vi­tà cul­tu­ra­li sul­le cit­tà mino­ri e sui ter­ri­to­ri mar­gi­na­li è qua­si sem­pre effi­me­ro sia sul turi­smo sia sui resi­den­ti se non asso­cia­to ad inve­sti­men­ti infra­strut­tu­ra­li (acces­si­bi­li­tà) e soprat­tut­to di poli­ti­ca eco­no­mi­ca. Occor­re costrui­re incen­ti­vi non tan­to alla cemen­ti­fi­ca­zio­ne di pro­vin­cia e mon­ta­gna, quan­to al mece­na­ti­smo e alle reti di patri­mo­nio “mino­re”.

22. Costruire la società digitale

1.Adottare nor­me che favo­ri­sca­no la mutua­liz­za­zio­ne del­le spe­se in ser­vi­zi infor­ma­ti­ci da par­te del­le pub­bli­che ammi­ni­stra­zio­ni, anche median­te il coor­di­na­men­to del­le in-hou­se infor­ma­ti­che, per incen­ti­va­re lo svi­lup­po e il riu­so di tec­no­lo­gie in soft­ware libero;

2.Realizzare il Polo Stra­te­gi­co Nazio­na­le uti­liz­zan­do esclu­si­va­men­te soft­ware libe­ro, sen­za ricor­re­re all’apporto di tec­no­lo­gie pro­prie­ta­rie rea­liz­za­to da ope­ra­to­ri extra UE e coor­di­nan­do gli sfor­zi di dise­gno di tec­no­lo­gie a con­trol­lo UE con gli altri pae­si UE, tra l’altro, nell’ambito del pro­get­to Gaia‑X;

3.Adottare nor­me che favo­ri­sca­no la decen­tra­liz­za­zio­ne, l’interoperabilità e l’organizzazione distri­bui­ta e fede­ra­ta dei ser­vi­zi digi­ta­li del­le pub­bli­che amministrazioni;

4.Adottare nor­me e poli­ti­che che dif­fon­do­no cul­tu­ra e con­sa­pe­vo­lez­za infor­ma­ti­ca nel­le pub­bli­che ammi­ni­stra­zio­ni e nel­le scuo­le (sia ai docen­ti che agli stu­den­ti), svi­lup­pan­do com­pe­ten­ze (nell’uso e nel fun­zio­na­men­to dei siste­mi in soft­ware libe­ro e hard­ware open sour­ce) e pen­sie­ro critico.

5.Adottare nor­me che pro­teg­go­no più effi­ca­ce­men­te l’anonimato dei cit­ta­di­ni, vie­ta­no atti­vi­tà di sor­ve­glian­za di mas­sa in luo­ghi pub­bli­ci e fis­sa­no le con­di­zio­ni per lo svol­gi­men­to di atti­vi­tà di sor­ve­glian­za in luo­ghi pri­va­ti, in par­ti­co­la­re per il caso dei con­trol­li sui lavoratori;

6.Adottare nor­me che, in caso di vio­la­zio­ne dei dati per­so­na­li, rico­no­sco­no dan­ni puni­ti­vi a favo­re del sog­get­to leso, disin­cen­ti­van­do lo sfrut­ta­men­to del­le posi­zio­ni di van­tag­gio oli­go­po­li­sti­co e rico­no­scen­do anche a orga­niz­za­zio­ni suf­fi­cien­te­men­te rap­pre­sen­ta­ti­ve il pote­re di far vale­re i dirit­ti degli interessati;

7.Adottare nor­me che favo­ri­sca­no, espe­rien­ze di riu­so e di altrui­smo dei dati adot­tan­do ido­nee misu­re tec­ni­che ed orga­niz­za­ti­ve e incen­ti­van­do la nasci­ta nei ter­ri­to­ri di coa­li­zio­ni tra sog­get­ti diversi.

8.Adottare nor­me che isti­tui­sca­no un’autorità che attui effi­ca­ce­men­te le pre­vi­sio­ni del rego­la­men­to sul gover­no dei dati (per esem­pio, amplian­do i com­pi­ti del Garan­te per la pro­te­zio­ne dei dati per­so­na­li, che potreb­be assu­me­re la deno­mi­na­zio­ne di Garan­te per la pro­te­zio­ne dei dati per­so­na­li, l’accesso ai dati di pub­bli­co inte­res­se e l’attuazione del rego­la­men­to sul gover­no dei dati), attri­buen­do­le espres­sa­men­te il com­pi­to di pro­muo­ve­re l’accesso ai dati per fini di pub­bli­co inte­res­se, e il pote­re di ordi­na­re ai pri­va­ti di con­sen­ti­re l’accesso, per tali fini, ai dati dagli stes­si trattati.

9.Adottare nor­me che abi­li­ta­no la rac­col­ta del­le fir­me di soste­gno alle liste elet­to­ra­li in for­ma­to digitale;

10.Adottare nor­me che con­sen­to­no lo svi­lup­po di poli­ti­che e bilan­ci par­te­ci­pa­ti­vi median­te tec­no­lo­gie digitali;

11.Strutturare il gover­no del par­ti­to in modo da mas­si­miz­za­re la par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so, sia in fase di voto, sia in fase di pro­po­sta, adot­tan­do tec­no­lo­gie digi­ta­li dise­gna­te con lo sco­po di favo­ri­re il dia­lo­go, l’incontro di posi­zio­ni diver­se e la gene­ra­zio­ne del sen­so di comu­ni­tà dei partecipanti.

12.Adottare poli­ti­che e nor­me che favo­ri­sca­no lo svi­lup­po dell’industria del soft­ware libe­ro e dell’hardware open source.

13. Rego­la­men­ta­re del­l’u­so degli algo­rit­mi nei rap­por­ti di lavo­ro sul­le piat­ta­for­me come si comin­cia ad affron­ta­re con la pro­po­sta di diret­ti­va euro­pea con­cor­da­ta con il gover­no spa­gno­lo”. Adot­ta­re nor­me che pre­ve­da­no per i dato­ri di lavo­ro l’obbligo di garan­ti­re pie­na tra­spa­ren­za degli algo­rit­mi uti­liz­za­ti sui lavoratori;

14.Adottare nor­me e poli­ti­che che favo­ri­sca­no lo svi­lup­po e l’uso di siste­mi d’intelligenza arti­fi­cia­le pub­bli­ca­ti con licen­za libe­ra, con tut­te le infor­ma­zio­ni uti­li per con­sen­tir­ne la ripro­du­zio­ne e la veri­fi­ca (inclu­si gli even­tua­li dati uti­liz­za­ti per lo svi­lup­po dei sistemi).

23. Sostenere democrazia, istituzioni e laicità

1.Approvazione di una leg­ge pro­por­zio­na­le sen­za soglia di sbar­ra­men­to come quel­la volu­ta dai costi­tuen­ti e in vigo­re in tan­ti pae­si europei.

2.Ripristino del testo ori­gi­na­le del­la Costi­tu­zio­ne, nel­le par­ti essen­zia­li. Due innan­zi­tut­to: il ripri­sti­no del­te­sto ori­gi­na­le dell’art. 81 (sfre­gia­to dall’introduzione del cosid­det­to “pareg­gio di bilan­cio”) e la lot­ta­de­ci­si­va con­tro la cosid­det­ta “auto­no­mia dif­fe­ren­zia­ta”. Essa è, infat­ti, mal­va­gia deri­va­zio­ne del pes­si­mo­nuo­vo Tito­lo Quin­to del­la Costi­tu­zio­ne, volu­to dal­le destre seces­sio­ni­ste e dal cen­tro­si­ni­stra. Sia­mo per le auto­no­mie loca­li, ma per il ripri­sti­no del­lo spi­ri­to e del­la let­te­ra dell’articolo 5 del­la Costi­tu­zio­ne: “la Repub­bli­ca, una e indi­vi­si­bi­le, rico­no­sce e pro­muo­ve le auto­no­mie loca­li…”; non quin­di la seces­sio­ne e la crea­zio­ne di tan­ti pic­co­li sta­te­rel­li regio­na­li gui­da­ti da “cacic­chi” loca­li. Sareb­be una vera e pro­pria “seces­sio­ne dei ric­chi”. Soste­nia­mo e par­te­ci­pia­mo ai Comi­ta­ti con­tro l’Autonomia Dif­fe­ren­zia­ta. Dicia­mo no alla volon­tà del­le destre e di par­te del cen­tro­si­ni­stra di apri­re la stra­da al pre­si­den­zia­li­smo, addu­cen­do che è l’unica strut­tu­ra costi­tu­zio­na­le in gra­do di rea­liz­za­re fit­ti­zia­men­te l’unità di un’Italia smem­bra­ta epri­va del­la sua archi­tet­tu­ra Repubblicana/Resistenziale.

3.Finalmente, occor­re por­re mano, anche in sede legi­sla­ti­va, alla “rifor­ma demo­cra­ti­ca dei par­ti­ti”. In base all’articolo 49 del­la Costi­tu­zio­ne: “tut­ti i cit­ta­di­ni han­no dirit­to di asso­ciar­si libe­ra­men­te in par­ti­ti per con­cor­re­re con meto­do demo­cra­ti­co a deter­mi­na­re la poli­ti­ca nazio­na­le”. Con­tro i “par­ti­ti del Capo” e i “par­ti­ti di Stato”.

4.La Costi­tu­zio­ne ita­lia­na è por­ta­tri­ce di un siste­ma di valo­ri e di fon­da­men­ti giu­ri­di­ci ed eco­no­mi­ci che sono spes­so incom­pa­ti­bi­li con i Trat­ta­ti euro­pei, fon­da­ti su con­cor­ren­za e mer­ca­to. Rite­nia­mo che, ove esi­sta­no con­trad­di­zio­ni, pre­val­ga­no le dispo­si­zio­ni del­la Costi­tu­zio­ne ita­lia­na e che sia legit­ti­ma e neces­sa­ria la disob­be­dien­za ai trat­ta­ti, posi­zio­ne che con­di­vi­dia­mo con Melenchon.

5. Ci bat­te­re­mo per l’abrogazione di leg­gi che con­si­de­ria­mo inco­sti­tu­zio­na­li: a par­ti­re dal­la leg­ge Bossi/Fini con­tro i migran­ti, alla leg­ge Minniti/Orlando, alla leg­ge Sal­vi­ni, che va abro­ga­ta nel­la sua tota­li­tà, quin­di anche nel­la sezio­ne che riguar­da la pre­ven­zio­ne e repres­sio­ne del con­flit­to socia­le. Rin­no­via­mo quin­di la nostra radi­ca­le oppo­si­zio­ne all’esistenza di strut­tu­re di deten­zio­ne ammi­ni­stra­ti­va per migran­ti (Cpr), e a ogni for­ma di gestio­ne del­la pre­sen­za migran­te, attra­ver­so stru­men­ti di poli­zia, uso di legi­sla­zio­ni spe­cia­li, nor­ma­ti­ve che di fat­to non obbe­di­sco­no all’Art 3 del­la Costi­tu­zio­ne. Di fron­te ai dram­mi quo­ti­dia­ni, a cui il gover­no par­te­ci­pa con dema­go­gi­co cini­smo, rite­nia­mo urgen­te l’applicazione dell’articolo 10 del­la Costi­tu­zio­ne sull’asilo, cor­re­da­to da poli­ti­che con­grue di acco­glien­za e non con­dan­na­te, come da sem­pre avvie­ne, a gestio­ni emer­gen­zia­li, spes­so opa­che. È un atto di inci­vil­tà xeno­fo­ba la non appro­va­zio­ne del­la leg­ge sul­la cit­ta­di­nan­za, peral­tro insuf­fi­cien­te e che garan­ti­sce solo in par­te chi è nato e cre­sciu­to in Italia.

6.In tal sen­so, va ripro­po­sta la rati­fi­ca del capi­to­lo C del­la Con­ven­zio­ne di Stra­sbur­go, che garan­ti­sce il dirit­to di elet­to­ra­to atti­vo e pas­si­vo alle ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve: la civil­tà giu­ri­di­ca ed uma­na vive sot­to il ricat­to del­le destre raz­zi­ste, ma anche del­la dema­go­gia xeno­fo­ba che è sta­ta anche del M5S (“le ONG sono i taxi del mare” secon­do la ver­go­gno­sa fra­se di Di Maio) e dell’opportunismo del PD.

7.Ci bat­tia­mo per la lai­ci­tà del­lo Sta­to in un pae­se in cui pesa anco­ra l’eredità del cle­ri­ca­li­smo, dall’ora di reli­gio­ne fino ai medi­ci obiet­to­ri. L’unico arti­co­lo del­la Costi­tu­zio­ne che pare sia intoc­ca­bi­le è quel­lo più obso­le­to e figlio di un con­te­sto sto­ri­co supe­ra­to. I neo­li­be­ri­sti han­no mano­mes­so mol­te par­ti del­la car­ta ma non essen­do libe­ra­li si sono guar­da­ti dal toc­ca­re l’articolo 7. “Quel cap­pel­lo dell’articolo 7 impe­di­sce all’Italia di esse­re un Pae­se lai­co”, scri­ve­va Lidia Mena­pa­ce che spie­ga­va: “Dei Con­cor­da­ti non c’è più biso­gno dopo il Con­ci­lio Vati­ca­no II, sono un relit­to del pas­sa­to. (…) il Con­cor­da­to è dav­ve­ro una pec­ca in una Costi­tu­zio­ne peral­tro assai bella”.

8.Ci bat­tia­mo con­tro la cor­ru­zio­ne, il clien­te­li­smo e i pri­vi­le­gi. Nel nostro pae­se il giu­sto mal­con­ten­to popo­la­re è sta­to depi­sta­to fin dagli anni ’90 ver­so la dele­git­ti­ma­zio­ne del­la demo­cra­zia costi­tu­zio­na­le e del pub­bli­co, il popu­li­smo pena­le e il qua­lun­qui­smo anti­po­li­ti­co. Lo stes­so “tsu­na­mi” del M5S non ha por­ta­to al pro­mes­so taglio del­le retri­bu­zio­ni dei par­la­men­ta­ri ma a quel­lo del par­la­men­to. Pro­po­nia­mo di dimez­za­re gli emo­lu­men­ti com­ples­si­vi di par­la­men­ta­ri e con­si­glie­ri regionali.

9.Dobbiamo con­tra­sta­re l’anticomunismo e il revi­sio­ni­smo sto­ri­co che ero­do­no le basi stes­se del­la demo­cra­zia costi­tu­zio­na­le, le sue radi­ci nel­la sto­ria del movi­men­to ope­ra­io e nell’antifascismo. Il sen­so comu­ne anti­co­mu­ni­sta, impo­sto nell’ultimo tren­ten­nio per cele­bra­re la vit­to­ria defi­ni­ti­va del capi­ta­li­smo libe­ral­de­mo­cra­ti­co, in real­tà ha con­tri­bui­to a rile­git­ti­ma­re l’estrema destra. La riso­lu­zio­ne del par­la­men­to euro­peo che ha equi­pa­ra­to comu­ni­smo e nazi­smo – vota­ta anche dai par­ti­ti di cen­tro­si­ni­stra e dal PD – costi­tui­sce una pagi­na assai gra­ve di uso distor­to e per­si­no fal­so del­la sto­ria. E’ que­sto il cli­ma in cui un par­ti­to che reca nel sim­bo­lo la fiam­ma del neo­fa­sci­smo oggi si sen­te legit­ti­ma­to a depo­si­ta­re una pro­po­sta di leg­ge per la mes­sa al ban­do del comu­ni­smo e si pre­pa­ra a anda­re al governo.

24. Tutelare gli animali

1.Divieto dei cir­chi con ani­ma­li, degli zoo, dei del­fi­na­ri, degli acqua­ri e dei par­chi acqua­ti­ci, del tra­spor­to a tra­zio­ne ani­ma­le su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale.

2.Incentivazione allo svi­lup­po di meto­di di ricer­ca alter­na­ti­vi a quel­li basa­ti sul­la spe­ri­men­ta­zio­ne animale.

3.Istituzione di un garan­te dei dirit­ti ani­ma­li com­pe­ten­te in mate­ria di ani­ma­li “da affe­zio­ne”, sel­va­ti­ci e “da reddito”.

4.Riconoscimento giu­ri­di­co dei rifugi/santuari per ani­ma­li libe­ri, che ne rico­no­sca la spe­ci­fi­ci­tà, lo sco­po uma­ni­ta­rio e la fun­zio­ne edu­ca­ti­va, dedi­can­do un fon­do sta­ta­le appo­si­to per il loro man­te­ni­men­to e potenziamento.

5.L’attuazione dei divie­ti di impor­ta­zio­ne, deten­zio­ne e com­mer­cia­liz­za­zio­ne di ani­ma­li esotici.

6.L’introduzione di un divie­to di impor­ta­zio­ne, espor­ta­zio­ne e rie­spor­ta­zio­ne di tro­fei di cac­cia otte­nu­ti da ani­ma­li appar­te­nen­ti a spe­cie pro­tet­te a livel­lo internazionale

7.Sostegno in sede euro­pea del­la pro­po­sta di nomi­na di un Com­mis­sa­rio euro­peo per i dirit­ti animali

8.Tassazione al 4% per le alter­na­ti­ve vege­ta­li (per es.: lat­ti vege­ta­li, bur­gers vegetali)